Riforma Gelmini, Nardella (PD): «Manifestazione fiorentina grande dimostrazione di civiltà e di responsabilità contro lo scempio della scuola e dell'università»
Questo il testo dell'intervento di Dario Nardella, consigliere del Partito Democratico:«Gli oltre 40 mila tra studenti, insegnanti, precari e ricercatori che hanno riempito le strade di firenze questa mattina, testimoniano la passione e il senso di responsabilità della mobilitazione del mondo della scuola e dell'Università contro la riforma del settore avanzata dal Governo Berlusconi e dal Ministro Gelimini in primo luogo. Occorre tenere alta l'attenzione su temi così decisivi per la crescita del Paese. Questa riforma incoerente e ingiustificata (anche per il ricorso ad un decreto legge e alla questione di fiducia) costituisce un grave arretramento del meccanismo democratico di confronto tra Governo e Parlamento e taglia fuori i veri protagonisti dell'Università e della Scuola da una riforma imposta ed autoreferenziale, che invece dovrebbe essere frutto di un percorso riformatore, discusso e condiviso. La protesta di oggi della città di Firenze, per la tradizione che essa ha come riferimento della cultura e della formazione nel nostro paese, è un segno chiaro ed inequivocabile che le istituzioni nazionali non possono ignorare, così come tutte le altre manifestazioni che in questi giorni e in queste ore si stanno susseguendo a livello nazionale. Al di fuori di iniziative isolate e pretestuose che si sarebbero verificate in alcuni istituti scolastici del Paese, nella stragrande maggioranza dei casi stiamo assistendo ad una mobilitazione pacata e civile e al contempo ferma e determinata, che chiama in causa una delle parti migliori del nostro paese, quella che costituisce la nostra risorsa intellettuale, la risorsa più grande che l'Italia può mettere in gioco nella competizione globale. Purtroppo non sembra proprio essere questa la visione del Governo e del Ministro dell'Università e dell'Istruzione, i quali si stanno assumendo con queste decisioni la responsabilità drammatica del declino finale dell'Italia nella società della conoscenza».(fn)