Protocollo Kyoto, Varrasi (Verdi): «Anche dal Comune di Firenze un contributo all'imprenditoria sostenibile e ai nuovi stili di vita»

Questo il testo dell'intervento di Giovanni Varrasi, capogruppo dei Verdi:«La comunità scientifica nella sua totalità (vedi incontro di Londra della scorsa settimana) non è più divisa sul considerare esplosivo il rapporto tra emissioni industriali, buco dell'ozono, mutamenti climatici e fine del pianeta, ma solo sul cronoprogramma: alcuni scienziati collocano il punto di non ritorno al 2020, altri lo posticipano al 2030.Sensibili a questi temi, i grandi d'Europa avviano, oltre a politiche nazionali, la Germania su tutti, anche politiche europee per convincere Cina e Usa ad aderire con iniziative concrete al protocollo di Kyoto.Barack Obama, candidato alle presidenziali Usa, se ne è talmente convinto che, nel solenne discorso di accettazione della nomination democratica ha dichiarato che il suo grande Paese dovrà tendere, nei prossimi anni, a produrre il 50% dell'energia totale utilizzando energie pulite.E noi in Italia? Il Presidente del Consiglio, proprio in questi giorni, si mette alla testa del capitalismo debole e inquinante, quello senza futuro, quello del secolo scorso, proponendo di rimandare la realizzazione del protocollo di Kyoto.In una situazione di competizione globale delle imprese è evidente che prevarranno quelle più moderne, cioè foraggiate da energie pulite e meno inquinanti e che conquistino nuove fette di mercato globale. E' evidente a tutti, per esempio, che l'industria dell'auto privata, malgrado le pubblicità pseudo ambientaliste, non ha futuro.I governi devono facilitare questa trasformazione imprenditoriale e del tipo di consumo. La politica e la cultura devono aiutare i governi.Il Comune di Firenze sta avviando politiche di riduzione dell'inquinamento, di sviluppo del fotovoltaico, di potenziamento del trasporto pubblico e della mobilità pedociclabile.L'Italia, terra del sole, potrebbe essere all'avanguardia di una imprenditoria che affianchi alla componente manifatturiera tradizionale, quella dell'industria del turismo ambientale e dei nuovi consumi e stili di vita.Il ripristino della via Francigena, l'eolico, le isole pedonali, le nuove industrie, necessitano di politiche che si intrecciano e si fanno più robuste.Fino a qualche tempo fa si irrideva e questi temi considerandoli periferici e irrilevanti.Ora, in compagnia del probabile presidente degli Usa e dei principali capi di Stato europei, ci sentiamo meno soli e combatteremo per un futuro vivibile».(fn)