Edifici pubblici in centro, cambi di destinazione d'uso possibili solo presentando il piano di recupero. Il consiglio comunale approva la delibera sulle aree F e G del centro storico
Per realizzare interventi con cambi di destinazione d'uso in edifici pubblici in centro storico non basterà più una dichiarazione di inizio attività (DIA), ma sarà necessario presentare un piano di recupero. È quanto prevede la delibera approvata oggi dal consiglio comunale con il voto a favore i consiglieri della maggioranza di centrosinistra, Rifondazione comunista si è astenuta, il centrodestra ha invece votato contro. In concreto la delibera individua come zone di recupero le zone F e G esistenti e che il Piano regolatore inserisce all'interno della zona A (centro storico) dando al consiglio comunale la podestà di decidere, sulla base di un piano dettagliato, il cambio di destinazione d'uso ed i relativi interventi. "L'obiettivo di questo atto non è bloccare le trasformazioni della città ma tutelare al massimo gli spazi pubblici o che un tempo ospitavano funzioni pubbliche ed oggi sono dismessi ha spiegato il presidente della commissione urbanistica Antongiulio Barbaro . E questa tutela passa appunto dall'obbligo di presentare un piano di recupero che sarà esaminato e approvato dal consiglio comunale, organo cui spettano le decisioni in materia di pianificazione".Questa delibera è stata elaborata sulla scorta di una vicenda concreta, ancora non completamente definita, ma che ha posto alcune problematiche sulle modalità di intervento in edifici ed aree pubbliche o riservati ad attività collettive. Si tratta della controversia legale in merito all'intervento sull'area militare dismessa Guidobono (ex panificio militare). I privati che hanno acquistato l'ex panificio hanno iniziato i lavori presentando alcune DIA poi annullate dal Comune che, in sede di sospensiva, ha vinto il primo grado di giudizio amministrativo (Tar) ma ha perso il secondo (il Consiglio di Stato). Pertanto le Dia sono tutt'ora valide, anche se non si tratta ancora di sentenze di merito ma solo di sospensive cautelari. Comunque, vista la contraddittorietà delle ordinanze, il Comune ha deciso di introdurre una normativa a tutela delle altre aree che potrebbero trovarsi nella stessa situazione dell'ex panificio militare. Si tratta in concreto di quegli edifici, attrezzature, spazi pubblici e via dicendo su cui è presente un vincolo che può decadere in caso di cessazione della funzione pubblica (il cosiddetto "vincolo conformativo"). "Ebbene ha aggiunto Barbaro questa delibera vuole evitare che con la semplice dismissione delle funzioni pubbliche o collettive di un immobile l'Amministrazione perda la possibilità di pianificare le trasformazioni del territorio, esigenza particolarmente sentita per il centro storico dove i singoli edifici sono tutti classificati. D'ora in poi, infatti, chi vuole intervenire su queste aree dovrà presentare un piano di recupero con il relativo piano planivolumetrico, le norme tecniche di attuazione e la convenzione" ha concluso Barbaro. (mf)