Refezione scolastica, l'assessore Lastri: "Ogni giorno il Comune eroga 21mila pasti, risultati positivi nella gestione degli appalti"
"La qualità del lavoro in appalto per la qualificazione dei servizi. Ristorazione collettiva e mense, fra problematiche e prospettive". E' il tema del convegno che si è tenuto stamani nella sede della Camera del Lavoro in Borgo de' Greci, dove l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri ha portato l'esperienza nel settore della refezione scolastica del Comune di Firenze. "Il Comune di Firenze eroga ogni giorno un numero medio di 21mila pasti ha detto l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri -. I pasti prodotti sono destinati agli alunni che frequentano la scuola dell'infanzia e la scuola primaria (comprese anche alcune scuole medie), sia pubblica che paritaria, per un numero complessivo di 192 scuole servite". L'assessore ha sottolineato che i pasti vengono prodotti da 17 centri di cottura, che si trovano all'interno o nelle vicinanze delle, gestiti in parte direttamente dal Comune (5 centri cottura per 4.500 pasti giornalieri) e in parte affidati in gestione a ditte di ristorazione specializzate nel settore scolastico (i restanti 12 centri cottura che realizzano 15.500 pasti giornalieri. "Il servizio di refezione scolastica erogato dal Comune di Firenze ha sottolineato l'assessore Lastri - è in massima parte affidato in appalto e, in considerazione dell'entità economica del servizio, attraverso procedure di gara a livello europeo.Proprio per la "delicatezza" del servizio da appaltare, rivolto agli alunni a partire dai 3 ai 14 anni, pur nel rispetto delle procedure che ci vengono imposte dalla normativa comunitaria, particolare è l'attenzione che viene posta nella redazione dei Capitolati che regolano le gestioni in appalto, nonché nei requisiti che vengono richiesti alle Ditte che partecipano alle gare (requisito fondamentale per l'accesso alla gara è il possesso della certificazione di qualità secondo la normativa Uni En Iso 9001); inoltre è dal 2001 che l'amministrazione comunale fiorentina ha introdotto in questo tipo di gare il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, abbandonando quindi il criterio del prezzo più basso, per dare maggiori garanzie di qualità nel servizio di refezione. Qualità che non deriva solo dall'impiego di materie prime "di livello" (siamo giunti a percentuali di offerta di prodotti biologici che superano il 90%) per la produzione dei pasti, ma anche dall'attenzione che il comune ha posto nei confronti dell'organizzazione del personale che le ditte offrono in sede di gara".E' stato ricordato che nelle ultime procedure svolte sono stati attribuiti ben 25 punti all'organizzazione del lavoro, sul totale dei 60 punti previsti per la "Qualità"del progetto, a cui seguono in ordine decrescente: 20 punti all'offerta di derrate biologiche, a marchio DOP, IGP, di filiera corta (locali) e del commercio Equo e solidale considerando la varietà offerta e la frequenza di somministrazione, 6 punti al piano dei trasporti (con particolare riferimento all'impiego di mezzi a basso impatto ambientale), 5 punti all'offerta di migliorie riguardanti in particolare gli arredamenti dei refettori, 3 punti alla disponibilità di centri di cottura per eventuali emergenze e 1 punto per il possesso della Certificazione Etica (SA 8000)."E' evidente quindi l'importanza che il Comune di Firenze ha concluso l'assessore Lastri - ha dato al "fattore lavoro" che risulta determinante al fine di garantire il buon andamento del servizio. In particolare l'analisi fatta sulle offerte presentate ha riguardato non solo la verifica numerica del personale offerto (al fine di valutare il rispetto dei carichi di lavoro in relazione al numero giornaliero dei pasti prodotti dal centro cottura) ma anche le figure professionali con particolare attenzione al livello d'inquadramento e all'orario giornaliero di ciascun operatore. Tali parametri vengono inoltre verificati costantemente durante l'appalto nel corso delle ispezioni giornaliere che il personale dell'ufficio Refezione effettua presso i centri di cottura e la ditta ha l'obbligo contrattuale di comunicare ogni variazione nei propri organici, variazioni che devono essere approvate dall'amministrazione comunale". (pc)