Nocentini (Prc): «Nuovo gruppo consiliare operazione che non cerca di risolvere la crisi della sinistra. Si ritagliano un piccolo spazio subalterno al partito maggioritario»
Questo il testo dell'intervento di Anna Nocentini, capogruppo di Rifondazione Comunista:«La scelta di due consiglieri, eletti nelle liste del Partito della Rifondazione Comunista, di aderire, a pochi mesi dallo scioglimento del Consiglio, ad un altro gruppo consiliare di nuova formazione si espone e crea fertile terreno alla critica ricorrente della separazione tra rappresentati e rappresentanti.Pur non esistendo il vincolo di mandato è evidente che esiste una questione morale legata al senso di responsabilità che sempre dovrebbe accompagnarci rispetto al mandato ricevuto dagli elettori.E' davvero inconcepibile che due consiglieri di Rifondazione, eletti su un programma e un candidato sindaco alternativo all'attuale maggioranza, non avvertano il dovere, l'obbligo di rispettare il mandato e che su scelte successive, ancorchè legittime, non procedano di conseguenza rimettendo il mandato elettorale.E' una questione di etica della politica che oggi vedo nuovamente calpestata, che dà spazio alla preoccupante critica sull'autoreferenzialità della casta.Vi è un secondo aspetto altrettanto rilevante: come è possibile che dopo una battaglia comune continua, ultima quella contro il Regolamento di polizia municipale, il risultato sia quello di aderire a questa maggioranza. Perché è evidente che il nuovo gruppo così formato, a prescindere dai contenuti, si colloca in maggioranza.Congratulazioni al sindaco: è riuscito a convincere chi siede questa aula, senz'altro più di quanto abbia convinto chi vive in città!Le dichiarazioni che abbiamo letto "decideremo su ogni singolo atto", sono insufficienti sul piano della collocazione istituzionale, e inconsistenti sul piano politico laddove facciano intendere la rinuncia ad una valutazione complessiva degli atti sottoposti al Consiglio, che è per eccellenza sede politica e non un consiglio di amministrazione.Non voglio neanche esimermi, a nome anche del Partito della Rifondazione Comunista, dall'affrontare la questione politica di fondo, di come cioè la sinistra risponde allo sconvolgimento del 13 e 14 aprile.La disfatta elettorale, con la vittoria della destra dopo due anni di Governo dell'Unione, ha fatto crollare molte certezze ed ha generato spavento. La questione politica di fondo è come riprendere il difficile cammino dell'unità della sinistra partendo, e di questo siamo assolutamente convinti, dalla constatazione che operazioni politiciste e di vertice sono state sconfitte, facendo tesoro della lezione conseguente all'esperienza dell'Arcobaleno, vissuto dagli elettori come un cartello elettorale e di vertice e come tale respinto. Ma quanto viviamo oggi anche in questo Consiglio Comunale ci dice, al di là dei proclami, che viene nuovamente proposta un'operazione di ceto politico, tutta interna al Palazzo. Si ripetono dichiarazioni già lette nel passato di voler unire la sinistra basandosi esclusivamente sul tradimento del mandato elettorale ricevuto e cambiando la composizione dei gruppi e quindi delle forze politiche della sinistra.Un'operazione frettolosa, quasi a nascondere e negare la profondità della crisi della sinistra tutta, mentre dovremmo con modestia ammettere che non esistono soluzioni salvifiche. Infatti non è sufficiente né salvifico di per sè dire, per quanto riguarda il Partito e il gruppo che qui rappresento, "ripartiamo da Rifondazione" ma ancor meno salvifico è riproporre uno spazio politico "a prescindere dai contenuti" sempre e solo con il PD.Questa operazione non cerca nella sostanza di risolvere la crisi della sinistra, cerca di ritagliarsi un piccolo spazio subalterno al partito maggioritario.La strada scelta dalla maggioranza del Partito della Rifondazione Comunista, per il quale l'unità della sinistra rimane questione di grande rilievo strategico, non è quella di inventare soluzioni di pochi vertici (istituzionali e funzionari) ma di ricomporre un rapporto con i soggetti sociali di riferimento e di costruire l'opposizione sociale.Dal vulnus alla democrazia costituito dalla mancanza di rappresentanza parlamentare di molti uomini e donne nel nostro Paese discende la necessità di far emergere nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle piazze l'opposizione al governo Berlusconi e alle politiche securitarie, che impoveriscono e affossano i diritti dei lavoratori, smantellano la scuola e l'università pubblica, riempiono il Bel paese di inceneritori e basi militari, garantiscono gli interessi dei forti contro i deboli.Nella nostra città puntare a qualcosa di meno che a questo, a un percorso cioè che prescinda dai problemi concreti delle persone, che scavalchi la volontà e il desiderio di esprimersi e contare degli uomini e delle donne di sinistra, che pensi di risolvere simili questioni con la creazione di un nuovo soggetto politico, che si attesti sulla proclamazione della novità scomponendo le forze organizzate e pesticciando la realtà e il dibattito esistente in città
è il peggior servizio che si possa fare alla prospettiva della sinistra; è al contempo il miglior regalo che si possa fare al Partito Democratico, a pochi mesi dalle elezioni amministrative, in una posizione di subordinazione preventiva quando non di opportunismo.Noi proseguiamo questo difficile cammino, questa sfida alta che parla di uscire dalla crisi in basso a sinistra, anche a Firenze partendo da un giudizio netto: la città ha perso 150.000 abitanti eppure l'emergenza abitativa è dirompente e i sindacati dell'inquilinato accusano l'Amministrazione di avere ben 180 appartamenti ERP vuoti non consegnati per mancanza di manutenzione. Ripetute sono state le nostre interrogazioni: ma cosa avete fatto dei milioni di euro dei proventi dai canoni e perché non li avete subito destinati, come vorrebbe la legge, a rendere disponibili immediatamente questi alloggi. Ma quanti alloggi avete costruito o comprato per l'ERP per misurarvi su quello che nuovamente è l'emergenza in città, la negazione di un diritto prioritario.Davvero vi basta finire il mandato con 360 nuovi appartamenti ad affitto convenzionato (600 euro al mese, per soli otto anni, e poi si vedrà) e la previsione di 40 alloggi ERP?Davvero non inquieta la gestione di un'opera pubblica strategica come la tramvia rispetto alla quale le sofferenze e i disagi sono stati moltiplicati per anni, di cui non si vede la fine, e di cui costantemente la popolazione interessata dai lavori non è stata avvertita, tutelata, ecc. ?Davvero non inquieta che in presenza di un'inchiesta della magistratura sull'inquinamento della Piana di Castello e sull'insufficienza degli interventi previsti per riportare a norma i livelli di inquinamento (a norma, non sotto la norma!) si continui foglia dopo foglia a caricare questa area di carichi inquinanti?Ben venga lo stadio se eliminerà l'inceneritore e bloccherà l'aumento delle attività di atterraggio e decollo dell'aeroporto.Non è davvero inquietante non porsi l'obiettivo di costruire un progetto alternativo per la città che ponga come discrimine la vita in città, della città, consegnata invece solo alla rendita fondiaria e parassitaria?Ancora oggi sulle cronache locali si legge dell'impossibilità dei piccoli esercizi commerciali di esercitare non per indisponibilità a farlo ma per il costo insostenibile degli affitti. Lo si nega per giovani, meno giovani, per artigiani o commercianti, lo si nega per tutti quei soggetti che dal lavoro possono sperare in una vita dignitosa. E così Firenze è sempre più consegnata alla moltiplicazione di esercizi senza anima nè qualità, con orari impossibili per chi vi lavora, proprio per mantenere la rendita.Di un cambio di passo ci sarebbe bisogno, che risponda a bisogni elementari e contemporaneamente strategici come casa, lavoro qualità degli spazi comuni: niente è stato fatto in questo anni in questo senso, molto nella direzione opposta, eppure tutto questo non conta per chi ha deciso di abbandonare questo difficile terreno e mettersi sotto l'ala protettiva di una maggioranza che nella città non cresce in consensi.Infine, un'ultima considerazione sulle forme della politica, tema che prima di trattare di forme organizzative e di relazione fra soggetti collettivi, deve misurarsi con le relazioni personali che gli uomini e le donne agiscono fra loro.Accanto alla amarezza personale, che non nego, per la scelta dei due consiglieri eletti nelle liste di Rifondazione Comunista, denuncio la violazione di rapporti anche da parte di altri colleghi dei gruppi coinvolti in questo nuovo assetto, colleghi che si sono sottratti a un minimo di informazione, ed hanno rifuggito un confronto di merito, comportamento che non posso non ascrivere alla debolezza delle loro convinzioni e alla povertà del loro animo».(fn)