Nocentini e Bicchielli (Prc): «Opera di divisione la scelta dei due consiglieri di abbandonare il nostro partito. Rafforzano una linea politica moderata»
Questo il testo dell'intervento, di sabato 4 ottobre, di Anna Nocentini, capogruppo del Partito della Rifondazione Comunista e di Claudio Bicchielli, segrertario provinciale del Prc:«La scelta di 2 consiglieri del Partito della Rifondazione Comunista, di dar vita, all'interno del Consiglio Comunale di Firenze, insieme ad altri, al Gruppo de 'La Sinistra', abbandonando quindi il Partito, ci mette di fronte a chi, con la motivazione di unire la sinistra, compie ancora una volta opera di divisione e frazionamento.Una scelta ancor più grave poiché va a rafforzare una linea politica moderata, rinunciando ad un progetto autonomo e competitivo rispetto alle scelte politiche del PD, proprio nel momento in cui stanno esplodendo tutte le contraddizioni e monta l'avversione di settori sempre più ampi della popolazione di Firenze, rispetto alle scelte dell'amministrazione compiute in questi anni. I provvedimenti sulla sicurezza, che hanno fatto da apripista a quelli del Governo Berlusconi, l'inceneritore, l'ampliamento dell'aeroporto di Peretola, le modalità di realizzazione della tramvia, i mega progetti socialmente e ambientalmente impattanti nell'area di Castello, il sottoattraversamento di Firenze etc.etc.Amareggia la scelta di compagni che hanno fatto della lotta al razzismo e a tutti i provvedimenti securitari, una battaglia di civiltà, di aggregarsi oggi ad una maggioranza che sul tema ha prodotto un regolamento comunale tra i più arretrati e oscurantisti d'Italia.Mettersi sotto l'ala protettrice del PD, magari con il ruolo di grillo parlante di collodiana memoria, accodarsi nella sterile discussione sul 'toto sindaco' a prescindere da qualsiasi confronto programmatico, significa fare una scelta subalterna e al tempo stesso lacerante e non aggregante anche verso tutti quei soggetti della sinistra che si apprestano ad elaborare e discutere proposte per Firenze.Ancora una volta un'operazione di ceto politico costruita e realizzata solo nei meandri del palazzo, che non tiene conto di quanto si sta muovendo in città».(fn)