Consorzio Comunità di Ambito Toscana Centro, Rifondazione: «Si chiede una sorta di delega in bianco sulle future politiche a chi rappresenterà i Comuni»

Questo il testo dell'intervento dei consiglieri del gruppo di Rifondazione Comunista:«La legge regionale 61 del novembre dello scorso anno ha ridotto il numero degli Ambiti territoriali ottimali per la gestione dei rifiuti, da undici che erano a tre. Questa operazione, non semplice e realizzata nell'ottica di una visione non solo industriale, ha colto due obiettivi: quello di una riduzione e semplificazione di organismi (ogni ATO ha un presidente, un Consiglio e un'Assemblea) e quello di riaffermare il ruolo dei Comuni e la loro piena responsabilità nel raggiungimento degli obiettivi in materia di raccolta differenziata (65% nel 2012) e riduzione della produzione di rifiuti.La legislazione precedente, infatti, affermando il principio della chiusura del ciclo dei rifiuti per ogni ATO, aveva determinato una progettazione in piccola scala, con la proliferazione di impianti di incenerimento e di discariche. L'accorpamento di diversi ATO, quindi, dà la possibilità diriprogettare l'intero ciclo su una più ampia scala, attraverso nuovi piani provinciali da far confluire in un "super piano" nel quale l'attivazione di sinergie fra i diversi enti consente di intervenire secondo le indicazioni della Regione, per la riduzione dei rifiuti e l'aumento della differenziata.E' noto che la produzione di rifiuti in Toscana è al primo posto ed è altrettanto noto che su 100 tonnellate di nostri rifiuti circa 90 finiscono in inceneritori e in discariche, mentre aumentano nelle altre Regioni soluzioni di riutilizzo dei materiali trattati (materie seconde) così da produrre ricchezza oltre che ridurre la quantità di materie tossiche.La maggior parte dei Comuni della Toscana, grandi e piccoli, al massimo si misura con piccoli progetti di incremento della differenziata tali da non consentire il raggiungimento degli obiettivi fissati con l'aumento di un 5% annuo, continuano ad assimilare i rifiuti speciali a quelli urbani e non intervengono sugli impianti esistenti che continuano a lavorare come dieci anni fa.In questa situazione di poca differenziata e non riuso delle materie seconde, la creazione dei tre ATO nella Regione era ed è il momento per arrivare ad un piano interprovinciale che non sia solo la somma delle fotocopie degli attuali piani provinciali ma uno strumento che, nella consapevolezza della complessità del problema, sappia usare dei prossimi anni per approntare soluzioni di scala, politiche fortemente incisive sulla produzione dei rifiuti, produrre ricchezza dal riutilizzo.La delibera di costituzione dell'ATO Toscana centro non prende in considerazione nessuna di queste necessità, e chiede una sorta di delega in bianco sulle future politiche di ambito a coloro che in quella sede rappresenteranno i Comuni: non sappiamo come si potrà aumentare ogni anno del 5% la raccolta differenziata, non sappiamo cosa sarà fatto per non essere sottoposti alla ecotassa a carico di chi non raggiunge gli obiettivi; non sappiamo se e come si intende intervenire su Case Passerini.Più che altro, davanti a un problema complesso ma non improvviso, sul quale la ricerca e la sperimentazione procede in ogni Paese e città, non vediamo niente di nuovo rispetto a scelte ormai datate e a una cultura che parla sempre di "buttare i rifiuti" e non di utilizzare i rifuti».(fn)