Giglio d'Oro a Ingrid Betancourt, interviene Anna Nocentini (Rifondazione)

Questo il testo dell'intervento di Anna Nocentini, capogruppo di Rifondazione Comunista:«La liberazione di Ingrid Betancourt è stata giustamente salutata ovunque con grande sollievo e come segno di speranza: qualunque siano state le ragioni della sua liberazione, il ritorno ai suoi affetti e al suo impegno politico e sociale è straordinariamente importante e ribadisce la condanna al ricorso ai sequestri di persona come metodo di azione politica.La cerimonia di conferimento della cittadinanza e del Giglio d'oro è l'epilogo di una ripetuta discussione che questo Consiglio ha svolto sulle vicende che l'hanno vista protagonista, sottolineando il suo impegno affinché la guerra civile che si svolge in Colombia da decenni giunga finalmente ad una soluzione politica negoziata, con la collaborazione delle forze internazionali, a partire dallo scambio umanitario dei prigionieri tra le forze della guerriglia ed il Governo.Il rilievo internazionale che la sua presenza attribuisce a questa cerimonia accresce la responsabilità di questo Consiglio, che oggi non si esprime ma che vorrebbe vedere un'opera più incalzante da parte dell'Amministrazione nel portare avanti le proposizioni espresse ogni volta che viene attribuito il Giglio d'oro.Vorremmo sentire parole forti non solo per dare il benvenuto a questa donna coraggiosa e per condannare chi l'ha privata della libertà per anni ma per affermare l'impegno di Firenze nell'accompagnare la sua opera di denuncia della corrotta classe politica colombiana e dei suoi rapporti con il narcotraffico, delle squadre di paramilitari che rapiscono e uccidono, della popolazione costretta a fuggire spaventata.Vorremmo sentire parole di sostegno all'inchiesta portata avanti dal Tribunale penale internazionale che sta indagando sull'impunità di cui godono i crimini di lesa umanità in quel Paese, che sta scoprendo le migliaia di fosse comuni indicate dai paramilitari colombiani durante le loro confessioni.Il conferimento del Giglio d'oro a Ingrid Betancourt non è espressione solo di umana partecipazione alla sua sofferenza e al suo impegno, ma è l'affacciarsi di Firenze nella "guerra sporca" in Colombia, come da anni viene definita: un'azione politica che deve vedere iniziativa e continuità, pena una colpevole autocelebrazione.Viene da chiedersi cosa è seguito, però, nell'azione di questa Amministrazione, ai riconoscimenti internazionali fin qui attribuiti: ricordiamo la messicana Marisela Ortis Rivera, impegnata nella denuncia delle giovani uccise a Ciudad Juarez, le deputate afgane, con la dolcissima Malalay Joya che tanto ha combattuto e rischiato per la pacificazione del suo paese e la libertà delle donne afgane, la cecena Gashaeva o lo statunitense Mortenson impegnato per i giovani pakistani.Vorremmo che il ruolo internazionale che Firenze si è conquistata in anni lontani fosse non solo un bel ricordo da celebrare ma un impegno nella costruzione della pace e della democrazia dal basso, attraverso iniziativa, impegno, scelte dalla parte degli oppressi».(fn)