Alessandri (An-PdL) e Stella (Fi-PdL): "L'assessore regionale Rossi intervenga per risolvere i lunghissimi tempi di attesa e l'affollamento dei pronto soccorso piuttosto che preoccuparsi di organizzare il servizio hostess"

"Anziché preoccuparsi di organizzare il servizio hostess all'interno dei pronto soccorso, l'assessore Regionale Enrico Rossi dovrebbe intervenire sui lunghissimi tempi di attesa e sull'affollamento dei pronto soccorso, soprattutto nella stagione estiva."E' quanto hanno dichiarato i consiglieri comunali Stefano Alessandri (An–Pdl) e Marco Stella (Fi–Pdl) commentando il progetto pilota già partito negli ospedali di tutta l'Asl 10 che prevede l'appalto ad aziende specializzate esterne per personale di accoglienza ed assistenza all'interno ed all'esterno dei pronto soccorso."La volontà dell'assessore Rossi di appaltare ad aziende esterne il servizio di accoglienza ai pazienti ed i familiari che aspettano in sala d'attesa – hanno aggiunto Stella ed Alessandri - mortifica in primo luogo le professionalità mediche e paramediche delle strutture sanitarie e rischia di essere inadeguata a causa della qualifica professionale e la conoscenza medica richiesta. Il problema sta altrove: al pronto soccorso arrivano anche casi non certamente gravissimi, come persone che hanno semplici slogature o sono state punte da qualche insetto"."E' per questo - hanno aggiunto Alessandri e Stella - che va ripensata tutta l'organizzazione e, in particolare, vanno coinvolti i medici di famiglia. Sono loro i soggetti ai quali devono rivolgersi quei cittadini che non hanno una vera e propria patologia da pronto soccorso""Ci sono troppe persone in lista di attesa - hanno sottolineato ancora i due esponenti del PdL - e non certo per colpa del personale medico e paramedico che lavora con tutta l'abnegazione possibile e cerca di fare fronte a tutte le necessità"I due consiglieri hanno sottolineato "la necessità di attuare un decongestionamento delle strutture di Pronto Soccorso come previsto anche dai Piani Sanitari Regionali del 2003, del 2005 e del 2008 attraverso la costituzione, in sinergia con i medici di base, dei Centri di Primo Intervento per i casi di lieve entità, struttura non ancora costituita dalla Giunta regionale"."L'accordo approvato dalla conferenza Stato-Regioni il 24 luglio 2003 in attuazione del piano sanitario nazionale – hanno continuato Stella ed Alessandri - pone come priorità 2 'le cure primarie' ed individua come necessario un maggiore coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta nel governo dei percorsi sanitari sperimentando nuove modalità operative che favoriscano l'integrazione con le altre figure professionali territoriali; tuttavia ancora oggi il pronto soccorso ospedaliero continua ad essere concepito dai cittadini come un posto dove andare perché il territorio non offre alcuna risposta"."Lo stesso Piano Sanitario Regionale 2008-2010 – hanno proseguito Alessandri e Stella - punta ad una risposta non ospedaliera ma territoriale che si fonda anche, all'interno dei Pronto soccorso ospedalieri, sulla attivazione degli ambulatori dedicati ai codici minori e su una diversa gestione dei flussi intra ospedalieri attraverso la separazione tra i ricoveri di elezione (quelli programmati) e quelli di urgenza, che oggi sono dislocati negli stessi spazi. Gli utenti però, attratti da un servizio ospedaliero che offre tecnologie ed ampi spettri diagnostici, non vi rinunciano, a beneficio di medici che hanno a disposizione una strumentazione minimale"."Si cerca infatti, di allontanare i cittadini dagli accessi ospedalieri in direzione della medicina territoriale (distrettuale) che non ha dato prova in questi anni di avere una valenza qualitativo-professionale corrispondente a quella della componente ospedaliera, verso la quale i cittadini esprimono il maggiore gradimento e fiducia" hanno concluso Alessandri e Stella. (mf)