Stamani all'Istituto Farmaceutico Militare la commemorazione della strage di Castello
"Con questa commemorazione prosegue l'impegno del Comune di Firenze per ricostruire la memoria storica sulla strage di Castello avvenuta a pochi giorni dalla Liberazione della città e per consolidare la coscienza civile perché ogni cittadino si senta chiamato in prima persona ogni giorno a rendere concreti i valori di libertà, pace e giustizia che furono alla base della Resistenza". Con queste parole l'assessore alla partecipazione e ai rapporti coi quartieri ha ricordato le vittime della strage di Castello che questa mattina sono state commemorate con una solenne cerimonia presso l'Istituto Chimico Farmaceutico Militare il luogo dove il 5 agosto del 1944 avvenne l'eccidio. "Quest'anno ha aggiunto l'assessore Cristina Bevilacqua- ricorre il 60mo della Costituzione e nei suoi articoli ci sono le idee di uomini illustri del risorgimento e di uomini e donne umili che durante il fascismo hanno lottato e dato la vita per un'Italia democratica, solidale e giusta". Insieme all'assessore Cristina Bevilacqua in rappresentanza del Comune, alla cerimonia erano presenti il Gonfalone della città, numerosi cittadini fra i quali anche la figlia di Francesco Jacomelli (uno dei 12 cittadini inermi fucilati), superstite al rastrellamento che ha preceduto la strage, il consigliere regionale Marco Montemagni, Alvaro Biagiotti ex-partigiano e ricercatore grazie al quale è stato possibile ricostruire l'episodio e autore del libro "La strage di Castello", il Vice Comandante dell'Istituto Farmaceutico Militare, rappresentanti dell'A.N.P.I., alcuni consiglieri dei Comuni di Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino, del consiglio di quartiere 5. Per il consiglio comunale di Firenze era presente Anna Soldani.Teatro del massacro furono i sotterranei dell'Istituto Farmaceutico Militare, adibiti quel tempo a rifugio antiaereo. La causa scatenante fu il tentativo di stupro nei confronti di una giovane del luogo da parte di un gruppo di soldati tedeschi. Mentre la donna cercava di difendersi, partì un colpo di pistola che ferì uno degli aggressori. Il codice tedesco di guerra prevedeva però l'impiccagione per il reato di violenza carnale e i soldati aggressori, tornati al comando, riferirono che il loro commilitone era stato ferito da un italiano. Il capitano Kuhne, comandante della zona, dette ordine allora di fucilare dieci italiani per rappresaglia: gli ostaggi vennero presi tra i rifugiati nello scantinato del Farmaceutico Militare. L'assessore Bevilacqua ha letto un breve passo del "discorso agli studenti milanesi" (1955) di Piero Calamandrei, "
.Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate, perché lì è nata la nostra Costituzione
"(lb)