Alessandri, Cellai (An-Pdl) e Stella (FI-Pdl) presentano la ''conferenza per la sicurezza sociale e la partecipazione''
Si chiama "conferenza per la sicurezza sociale e la partecipazione" ed il «nuovo organismo comunale» proposto dai consiglieri del Pdl Stefano Alessandri, Jacopo Cellai (AN) e Marco Stella (FI) per «prevenire e contrastare i fenomeni di devianza sociale, degrado urbano e microcriminalità».«Il problema sicurezza secondo i tre esponenti del centrodestra o viene minimizzato oppure, semplicemente, si pensa di risolverlo con un maggiore "militarizzazione" del territorio. Ma si dimentica, purtroppo, che ci sono alcuni interventi urbanistici e commerciali che hanno pesanti ricadute sul tessuto sociale cittadino. E quindi sulla sicurezza della collettività».«In particolare spiegano Alessandri, Cellai e Stella la conferenza dovrà esprimere una "valutazione di impatto sulla sicurezza" da attivare fin dalle fasi iniziali in tutti i livelli di pianificazione e progettazione nell'ambito urbano: piano strategico, piani e progetti di infrastutture, piano regolatore, piani settoriali del commercio, insediamenti terziari e residenziali, parchi e giardini pubblici».«Componenti di tale organismo sottolineano i tre consiglieri del Pdl saranno il sindaco o un suo delegato, l'assessore alla sicurezza sociale, l'assessore all'urbanistica, l'assessore alle attività produttive, il comandante della polizia municipale, i presidenti delle commissioni consiliari, urbanistica, ambiente, sviluppo economico e qualità urbana, due consiglieri comunali rappresentanti delle opposizioni. La conferenza si insedierà all'inizio di ogni mandato amministrativo su convocazione del sindaco che ne sarà il presidente».«La sua funzione hanno precisato Alessandri, Cellai e Stella sarà anzitutto quella di favorire il dialogo nelle materie di propria competenza fra i diversi livelli istituzionali locali, nazionali e internazionali, anche promuovendo studi sulle città, sui loro spazi fisici e sull'utilizzo degli stessi nel quadro di una lettura urbana della sicurezza. Ma dovrà anche stimolare le politiche di organizzazione urbana indirizzandole verso un ampliamento e un uso più sicuro degli spazi pubblici nell'ottica del principio di libertà e contro possibilità di chiusura in qualsiasi modo realizzate. La conferenza si occuperà poi di tutelare il legame di appartenenza dei cittadini al proprio territorio e in particolare al proprio quartiere per un suo un miglior controllo; di creare i presupposti per un necessario collegamento fra i diversi strumenti di pianificazione delle città realizzando così strategie unitarie, coordinate e multidisciplinari e fornirà pareri sull'impatto sicurezza e impatto sociale ai competenti uffici comunali in materia urbanistica e commerciale nonché per la redazione e la variazione dei vigenti strumenti pianificatori ».«Inoltre hanno concluso privilegerà la diffusione di progetti che punteranno l'attenzione sull'approccio di genere: una città sicura per le donne è sicura per tutti. La conferenza lavorerà per l'individuazione di multifunzionalità degli spazi pubblici in grado di garantire una loro fruizione più diffusa e prolungata possibile nell'arco della giornata; il raggiungimento di standard del verde, puntando soprattutto alla valorizzazione del verde privato ad uso pubblico rispetto al verde pubblico e diminuendo così gli spazi da controllare e coinvolgendo i diretti interessati nella manutenzione; l'eliminazione di strutture che rendano poco visibili e controllabili dalla strada gli spazi pubblici; l'incentivazione per un incremento di vani ad uso commerciale o associativo nei piani terra degli edifici; la diffusione di illuminazione stradale più concentrata sui percorsi pedonali». (fn)Questo il progetto:«ISTITUZIONE DELLA CONFERENZA PER LA SICUREZZA SOCIALE E LA PARTECIPAZIONEIl contributo che il Pdl portò alla discussione generale nel settembre 2006 in consiglio comunale nasceva dalla consapevolezza che la problematica della sicurezza urbana poteva essere affrontata in modo efficace con un'adeguata pianificazione urbana (urbanistica e commerciale). I tempi non erano maturi in quanto molti amministratori legavano il problema della sicurezza come un fatto da delegare a Prefetti e Questori, disinteressandosi dall'analizzare le cause dell'insicurezza dei cittadini e sottovalutando le ricadute e le conseguenze delle scelte politico amministrative sul territorio cittadino.In sostanza, o si minimizzava il problema o si chiedeva semplicemente un maggiore "militarizzazione" del territorio.Il sasso che il Pdl lanciò nella discussione di allora, fu una sorta di allarme ed al contempo una presa di coscienza sulle potenzialità che le pubbliche amministrazioni avevano nella prevenzione e nel contrasto ai fenomeni di devianza sociale, degrado urbano e microcriminalità.Ponemmo il problema del "non governo" della città, portando ad esempio alcuni interventi urbanistici e commerciali e le pesanti ricadute sul tessuto sociale cittadino.Individuammo come percorso, l'istituzione di una sorta di "Valutazione di impatto sulla sicurezza" da attivare fin dalle fasi iniziali in tutti i livelli di pianificazione e progettazione nell'ambito urbano (piano strategico, piani e progetti di infrastutture, piano regolatore, piani settoriali del commercio, insediamenti terziari e residenziali, parchi e giardini pubblici).RELAZIONE.Esiste nel nostro Paese un diffuso senso di insicurezza e di paura, che trova motivazione non tanto nei dati statistici, quanto nel fatto che la violenza agisce in forme diverse avendo soprattutto di mira la persona. E' quindi la "vicinanza" o "prossimità" del crimine al tessuto sociale a creare allarme. In questo contesto qualcuno affianca a una sicurezza reale, basata sui dati numerici, e a una sicurezza spettacolare, costruita dai media, anche una sicurezza percepita, caratterizzata dai fatti delinquenziali che esistono (prostituzione, droga, e simili) ma che entrano a far parte delle statistiche solo se vengono accertati. Ogni discorso sulla sicurezza è quindi monco se lo si fa partire dalle cifre e non lo si rapporta alla percezione sociale del fenomeno. Questa è la genesi dell'odierna insicurezza ed è su tale constatazione che occorre lavorare per individuare le strategie di contrasto più efficaci.Sicurezza, insicurezza e sviluppo della città.Il rapporto di "prossimità" fra crimine e persona, origine dell'insicurezza diffusa, induce un'altra conseguenza: la sicurezza non è soltanto crimine ma anche sicurezza sociale, sicurezza che viene dall'ordinato e intelligente sviluppo della pianificazione urbana, dai progetti di recupero delle zone degradate, dai momenti di aggregazione, soprattutto delle categorie più deboli come le donne, i giovani, in particolar modo i minori, gli anziani e i portatori di handicap. La collaborazione fra le forze dell'ordine e gli Enti che progettano e realizzano gli strumenti pianificatori, cioè i Comuni, diventa quindi assolutamente necessaria ed opportuna.Sussidiarietà e partecipazione.La particolarità dell'elemento locale rispetto a una programmazione di tipo generale genera poi un'ulteriore passaggio: la sicurezza è tale solo se è partecipata dai soggetti che ne fruiscono. Se i cittadini, magari riuniti in gruppi, partecipano alla scrittura di una norma o di un progetto, sentiranno tale norma o tale progetto come propri e ne controlleranno l'applicazione o la realizzazione. Oltre al Comune assumono quindi un ruolo importantissimo nella soluzione dei problemi che qui ci interessano le circoscrizioni, i comitati di quartiere o di strada, le organizzazioni di volontariato sociale e le associazioni di categoria che operano sul territorio. Queste realtà, creando controllo e sinergia con le forze dell'ordine, creano una sicurezza partecipata e percepibile da tutti.Multidisciplinarità.L'approccio al tema della sicurezza deve quindi essere multidisciplinare coinvolgendo livelli e realtà con funzioni fra loro diverse, da integrarsi in modo reciproco e interdipendente. Si tratta di far convivere esigenze e obiettivi comuni sintetizzabili nella coesistenza fra maggior sicurezza dei cittadini e promozione sociale, fatta di nuovi rapporti, nuove ricerche, nuovi strumenti di lavoro, addirittura nuove professionalità.Il perché della proposta.Firenze non può quindi rimanere estranea a questo processo di revisione delle politiche di sicurezza, non tanto per arrogarsi poteri che, a Costituzione attuale, non le competono, o per creare confusioni istituzionali che si bruciano come la paglia al vento e creano aspettative irrealizzabili generando sconforto, allarme e ulteriore insicurezza nei cittadini, ma per essere partecipe di quegli aspetti che la coinvolgono e mettono in relazione proprio la pianificazione urbana con la sicurezza.La filosofia della propostaI concetti sopra analizzati derivano quindi da un'impostazione nuova del problema sicurezza nell'ambito delle politiche urbane. E' la "vicinanza" delle scelte ai cittadini che deve guidare le soluzioni concrete. Per trasformare le città e renderle sicure bisogna coinvolgerne gli abitanti e proprio per questo il testo di legge proposto valorizza il concetto già richiamato di "partecipazione" accanto a quello di "controllo sociale". La qualità della vita non viene vista come un astratto e asessuato standard ma una vera e propria relazione fra fornitori di servizi e utenti, tra governo della città e cittadini. Tale qualità sarà tanto più elevata in quanto essa venga a dipendere dalla "vicinanza" delle scelte al tessuto sociale nell'ambito di un rapporto fiduciario reciprocamente costruito e condiviso.Analisi.La presente proposta vuole quindi iniziare questo discorso multidisciplinare attribuendo al Comune di Firenze un ruolo di coordinamento e promozione nell'ambito di un'equilibrata interazione fra assetto urbano, sicurezza e partecipazione dei cittadini. Per questo viene proposta l'istituzione di una "Conferenza per la sicurezza sociale e la partecipazione", una sicurezza che è patrimonio di tutti i cittadini, una sicurezza che esalta il ruolo del livello locale, una sicurezza che è interazione fra varie discipline, una sicurezza che è guidata dalla partecipazione sia nella fase progettuale sia nella fase attuativa.le funzioni della Conferenza si pongono in stretto rapporto con la necessità di collegamento fra assetto urbano e sicurezza in quanto: favorisce il dialogo nelle materie di propria competenza fra i diversi livelli istituzionali locali, nazionali e internazionali, anche promuovendo studi sulla città, sui propri spazi fisici e sull'utilizzo degli stessi nel quadro di una lettura urbana della sicurezza; stimola le politiche di organizzazione urbana indirizzandole verso un ampliamento e un uso più sicuro degli spazi pubblici nell'ottica del principio di libertà e contro possibilità di chiusura a in qualsiasi modo realizzate; tutela il legame di appartenenza dei cittadini al proprio territorio e in particolare al proprio quartiere con il fine di un miglior controllo dello stesso; crea i presupposti per un necessario collegamento fra i diversi strumenti di pianificazione delle città realizzando così strategie unitarie, coordinate e multidisciplinari. In questo quadro diventa fondamentale la promozione di progetti che mirino: a porre l'attenzione sull'approccio di genere, nel senso che una città sicura per le donne è sicura per tutti; a individuare multifunzionalità degli spazi pubblici in grado di garantire una loro fruizione più diffusa e prolungata possibile nell'arco della giornata; a raggiungere standard del verde che puntino soprattutto alla valorizzazione del verde privato ad uso pubblico rispetto al verde pubblico, diminuendo così gli spazi da controllare e coinvolgendo i diretti interessati nella manutenzione; a eliminare di strutture che rendano poco visibili e controllabili dalla strada gli spazi pubblici; a incentivare un incremento di vani ad uso commerciale o associativo nei piani terra degli edifici; a prevedere la necessità della luce naturale nei parcheggi sotterranei e un'illuminazione stradale più concentrata sui percorsi pedonali rispetto ai centri via..le finalità e i principi della proposta debbono essere trasformati poi in indirizzi per la redazione e la variazione dei vigenti strumenti pianificatori, trasformando il tessuto urbano in città più sicure. Nasce da questa necessità di cambiamento la proposta di introdurre un nuovo meccanismo di valutazione delle opere e dei progetti prevedendo specifici studi sull'impatto sicurezza e impatto sociale per i quali la Conferenza sarebbe chiamata ad esprimere un parere.Per completare il meccanismo di controllo sociale, occorrre introdurre poi la possibilità per le organizzazioni di volontariato del settore, per i comitati locali e le associazioni di categoria, di svolgere un ruolo di supporto ai lavori della Conferenza ogniqualvolta risultino interessate alla realizzazione e all'esame dei progetti involgenti aspetti di sicurezza urbana, raccogliendone le istanze e mettendole in condizione di controllare i percorsi attuativi dei progetti medesimi.ISTITUZIONE DELLA CONFERENZA PER LA SICUREZZA SOCIALE E LA PARTECIPAZIONE.Art.1.(Istituzione)1. E' istituita presso il Comune di Firenze la "Conferenza comunale per la sicurezza sociale e la partecipazione", più brevemente denominata nel prosieguo "Conferenza".Art. 2.(Principi fondativi)1. La Conferenza informa la propria azione al rispetto dei seguenti principi:a) la sicurezza è patrimonio di tutti i cittadini e presupposto per uno sviluppo sociale stabile e duraturo;b) la sussidiarietà fra livelli locali e nazionali va rispettata, realizzata e concretizzata nella gestione delle politiche sulla sicurezza, in particolare nell'utilizzo degli spazi pubblici, restituendo così un ruolo alla famiglia, alla scuola, alle imprese, alla società civile e alla solidarietà;c) la multidisciplinarità è il metodo operativo che deve ispirare ogni atto pianificatorio in materia di sicurezza urbana;d) la partecipazione dei cittadini, singoli o associati, libera e democratica, va affermata e tutelata sia nella fase di scrittura delle regole e dei progetti di sicurezza, sia nella fase della loro attuazione.Art. 3.(Funzioni)1. La Conferenza, nel quadro di un'interazione fra assetto urbano e sicurezza, svolge le seguenti funzioni:a) favorisce il dialogo nelle materie di propria competenza fra i diversi livelli istituzionali locali, nazionali e internazionali, anche promuovendo studi sulle città, sui loro spazi fisici e sull'utilizzo degli stessi nel quadro di una lettura urbana della sicurezza;b) stimola le politiche di organizzazione urbana indirizzandole verso un ampliamento e un uso più sicuro degli spazi pubblici nell'ottica del principio di libertà e contro possibilità di chiusura a in qualsiasi modo realizzate;c) tutela il legame di appartenenza dei cittadini al proprio territorio e in particolare al proprio quartiere con il fine di un miglior controllo dello stesso;d) crea i presupposti per un necessario collegamento fra i diversi strumenti di pianificazione delle città realizzando così strategie unitarie, coordinate e multidisciplinari:e) privilegia la diffusione di progetti che mirino: a porre l'attenzione sull'approccio di genere, nel senso che una città sicura per le donne è sicura per tutti; all'individuazione di multifunzionalità degli spazi pubblici in grado di garantire una loro fruizione più diffusa e prolungata possibile nell'arco della giornata; al raggiungimento di standard del verde che puntino soprattutto alla valorizzazione del verde privato ad uso pubblico rispetto al verde pubblico, diminuendo così gli spazi da controllare e coinvolgendo i diretti interessati nella manutenzione; all'eliminazione di strutture che rendano poco visibili e controllabili dalla strada gli spazi pubblici; all'incentivazione per un incremento di vani ad uso commerciale o associativo nei piani terra degli edifici; alla necessarietà della luce naturale nei parcheggi sotterranei; alla diffusione di illuminazione stradale più concentrata sui percorsi pedonali rispetto ai centri via;f) fornisce pareri sull'impatto sicurezza e impatto sociale ai competenti Ufficio comunali in materia urbanistica e commerciale nonché per la redazione e la variazione dei vigenti strumenti pianificatori;Art. 4.(Composizione, funzionamento e trattamento economico)1. La Conferenza è composta dal Sindaco o suo delegato, che la presiede, dall'Assessore alla sicurezza sociale, dall'Assessore all'Urbanistica, dall'Assessore alle attività produttive, dal Comandante della Polizia Municipale, dai Presidenti delle commissioni consiliari, urbanistica, ambiente, sviluppo economico e qualità urbana, da due consiglieri comunali rappresentanti delle opposizioni;2. La Conferenza si insedia all'inizio di ogni mandato amministrativo su convocazione del Sindaco.3. Le funzioni di segreteria della Conferenza vengono svolte da un dipendente in dotazione alla Giunta appartenente almeno al quadro C.4. Qualora, nel corso del mandato amministrativo, uno qualsiasi dei membri della Conferenza cessi dalle proprie funzioni, la Conferenza stessa, preso atto della vacanza, provvede alla sostituzione con altro avente diritto a norma del comma 1. del presente articolo.5. Ai membri della Conferenza non viene corrisposto alcun compensoArt.5.(Partecipazione dei cittadini)1. In attuazione di quanto previsto alla lettera d), comma 2. dell'articolo 2 la Conferenza riconosce alle organizzazioni di volontariato sociale operanti negli ambiti di cui alla presente legge, ai comitati locali e di quartiere e alle associazioni di categoria un importante ruolo di supporto alla propria attività. A tal fine la Conferenza dovrà aprire i propri lavori a tali realtà associative ogniqualvolta siano interessate alla realizzazione e all'esame dei singoli progetti, raccogliendone le istanze e riferendo loro sul percorso attuativo di tali progetti.Art. 6.(Relazione al Consiglio Comunale).1. La Conferenza presenta al Consiglio Comunale, entro il 31 dicembre di ogni anno, una dettagliata relazione sull'attività svolta e può essere sentita dalle competenti commissioni consiliari.2. La relazione è pubblicata nel Bollettino Ufficiale del Comune».