Città metropolitana, il sindaco Domenici: "Una commissione speciale del consiglio comunale per elaborare proposte e aprire un confronto con gli altri livelli istituzionali"
Una commissione speciale del consiglio comunale per elaborare proposte e aprire un confronto con gli altri livelli istituzionali; la definizione di compiti e funzioni; la perimetrazione dell'ambito territoriale; gli organi e le modalità di elezione o nomina degli organi istituzionali; misure che riguardino specificamente le realtà locali e non l'uniformità di tutte le situazioni. Questi, in sintesi, i punti affrontati dal sindaco Leonardo Domenici, nella sua relazione in consiglio comunale sulla Città metropolitana. Il sindaco ha chiesto espressamente che dal consiglio comunale di Firenze parta "una spinta propulsiva" per far decollare il dibattito a livello locale e nazionale. Questa la comunicazione del sindaco:"Come i consiglieri comunali sanno, l'articolo 114 della Costituzione recita: La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province e dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione'. Parto da questo articolo per due motivi. Prima di tutto per ricordare che Città metropolitana è contenuta nella nostra costituzione, titolo V che è stato riformato con legge costituzionale nel 2001. E per sottolineare il fatto che ci troviamo di fronte a un principio di particolare importanza perché, a differenza di quanto era contenuto nella precedente formulazione, pur non l'ambito della differenziazione delle funzioni, si stabilisce il principio base che tutti i livelli istituzionali hanno pari dignità. Cioè che tutti quanti, in base al principio di sussidiarietà e di differenziazione, partecipano comunque a pari titolo alla costituzione e alla formazione della Repubblica. Dal 1948 nella Costituzione è prevista l'istituzione delle Regioni ma soltanto nel 1970 siamo arrivati alla loro effettiva istituzione. Sarebbe opportuno che la stessa situazione non si ripetesse per le Città Metropolitane.Ecco perché credo che troviamo di fronte a una situazione particolarmente importante e nuova, rispetto alla quale è necessario uno sforzo di approfondimento, un dibattito aperto, avendo ben presenti le prossime scadenze.La situazione attualmente a livello nazionale prevede una procedura di questo tipo: dovremo andare verso l'approvazione di una legge-delega per il riordino istituzionale dei Comuni, per l'istituzione delle Città metropolitane, per la disciplina di Roma Capitale riprendendo un lavoro che già stato avviato positivamente nella precedente legislatura con il precedente governo che aveva portato a un testo, definito codice delle autonomie, da cui sta riprendendo il lavoro attualmente. Entro settembre il consiglio dei ministri dovrebbe discutere di questa nuova versione del codice delle autonomie, che conterrebbe la parte relativa alla istituzione delle Città metropolitane. Oppure da altre parti si ipotizza che possa essere varato un provvedimento ad hoc da parte del governo che poi viene ovviamente trasmesso al Parlamento.L'obiettivo sulla base dell'incontro che abbiamo avuto lo scorso 8 luglio col ministro Maroni, è quello di approvare tutto questo entro il 2008. Voglio sottolineare di cosa stiamo parlando. Stiamo parlando di 8 realtà, 8 Città metropolitane. Vale a dire Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli e Bari, perché il titolo V prevede una legge per Roma Capitale. Perché la Città metropolitana? Non voglio ripetere un dibattito che si è sviluppato ampiamente e ha portato all'introduzione in Costituzione delle Città metropolitane come livello istituzionale specifico del nostro ordinamento. Che richiede una legge di applicazione. Nella sostanza, il punto da cui dobbiamo partire è il riconoscimento dell'esigenza di attribuire ai grandi agglomerati urbani, le Città metropolitane appunto, strumenti per governare realtà complesse, per territorio, per popolazione, per problematiche e dinamiche sociali. E' un tema molto complesso e ci troviamo di fronte a un passaggio e un'occasione importante. Al di là di come andranno a finire le cose, penso sarebbe buona norma che si aprisse un dibattito vero in questo consiglio comunale e in tutti i livelli istituzionali della nostra area urbana, tenendo conto che abbiamo, come Bologna e Bari, una scadenza particolare. Nella prossima primavera avremo la contestuale elezione dei sindaci e presidenti della provincia, e dei rispettivi consigli comunali e provinciali. Tenendo quindi conto di questa scadenza che abbiamo davanti sarebbe importante se si riuscisse a livello locale a definire una proposta, o anche più proposte, che rappresentino una base di iniziativa che possa poi incontrarsi con i decreti delegati attuativi della legge-delega a livello nazionale e parlamentare. Se venissero rispettati i tempi, potremmo avere o la legge-delega di ordinamento complessivo o un provvedimento specifico per l'istituzione delle Città metropolitane, sempre con carattere di legge-delega, entro la fine del 2008-inizio 2009. E successivamente si dovrebbe andare ai decreti delegati applicativi, con un principio che io ritengo sia molto importante da affermare: i decreti delegati dovrebbero prevedere una disciplina differenziata a seconda delle realtà. Bisogna andare a delle misure che riguardino specificamente le realtà locali, non una griglia che omogenizza tutta realtà delle varie situazioni, ma che preveda specificità e particolarità. Diventa quindi importante che nel caso che il processo di riforma vada avanti, ci si incontri con un'adeguata elaborazione e capacità di proposta locale. Perché è fondamentale che vi sia una spinta dal basso e non una semplice non imposizione dai rami alti delle istituzioni di questo processo riformatore. I temi su cui ci si dovrebbe concentrare sono la delimitazione territoriale, i rapporti tra gli enti, la distribuzione delle funzioni, la valorizzazione dell'autonomia statutaria e regolamentare.Come procedere quindi? Non credo che oggi dobbiamo entrare nel merito. Sarebbe importante invece individuare il percorso che non può prescindere dal fatto che la spinta promotrice parta dal Comune capoluogo e dal suo consiglio comunale. Coinvolgendo naturalmente gli altri Comuni e la stessa Provincia in questo dibattito.Ecco quindi che la mia proposta di oggi è quella di andare verso l'istituzione di una commissione speciale, ai sensi articolo 31 del regolamento del consiglio comunale, che preveda tempi determinati di lavoro, a mio parere 2/3 mesi, che possano elaborare una o più proposte che possano rappresentare la base di confronto con le altre realtà istituzionali del nostro territorio e con lo stesso Governo e Parlamento nazionale. Il compito di questa commissione potrebbe essere quello di lavorare su tre punti: il primo è quello della definizione di compiti della Città metropolitane e quindi quali competenze rispetto a una serie di funzioni che oggi afferiscono ad altri livelli istituzionali. In secondo luogo la perimetrazione dell'ambito territoriale. Terzo: gli organi e naturalmente le modalità di elezione o nomina degli organi istituzionali.Potremmo intanto fare un lavoro per impostare questa iniziativa già alla prima seduta alla ripresa del consiglio comunale dopo la pausa estiva, istituendo questa commissione, in modo da far partire questa spinta propulsiva dal Comune capoluogo. A livello nazionale c'è un dibattito e io ho esprimo delle posizioni che sono anche dell'Anci. Laddove si decidesse di andare all'istituzione della Città metropolitana, io ritengo che la Provincia, così come la conosciamo oggi, dovrebbe essere superata.Non per contrarietà ideologica o pregiudiziale, ma per il semplice fatto che o noi facciamo questa operazione perché crediamo in un lavoro razionalizzazione, semplificazione, alleggerimento dei costi, maggior efficienza istituzioni. Oppure se dobbiamo riproporre in modo camuffato la situazione di oggi, allora lasciamo perdere. Per questo sono più che mai convinto che il consiglio comunale di Firenze debba essere il centro propulsivo del dibattito e del confronto. Potremmo sviluppare una discussione interessante e fornire un contributo a livello locale e anche nazionale".L'intervento in aula del sindaco Domenici si è svolto in assenza delle opposizioni di centrodestra. "Esprimo soddisfazione per il dibattito ha concluso il sindaco Domenici e per questo trovo incomprensibile l'atteggiamento del Pdl che io ritengo una manifestazione di confusione e disorientamento politico. Io infatti non ho svolto una relazione di parte e mi auguro quindi che a settembre tutti possano portare il loro positivo contributo".(fd)