Giocoli:"Il PdL non è caduto nella trappola della maggioranza"
Ecco il testo della lettera aperta della vice capogruppo del Pdl Bianca Maria Giocoli.
"Il banco di prova della maggioranza dopo il fallito tentativo di 'agguato' di ieri, saranno le sedute di domani della commissione urbanistica e soprattutto la votazione di lunedi sulla proposta di istituzione della commissione d’indagine che abbiamo depositato agli atti del consiglio.
Saranno queste le occasioni in cui si vedrà se vi sono ancora dubbi o ritrosie da parte della maggioranza sulla necessità di fare chiarezza in nome della trasparenza degli atti amministrativi. Ieri il PDL in una situazione kafkiana da mondo alla rovescia, ha respinto al mittente e fatto abortire una trappola messa in atto dalla maggioranza.
Ci dispiace, cari colleghi del consiglio comunale, ma il tentativo è fallito miseramente e lo stesso sindaco ha dato una grossa mano per mandare all’aria i vostri piani.
Il vostro intento era quello di girare la frittata e di fare un “processo “ al PDL, ma le uova nel paniere ve le ha rotte proprio il vostro sindaco.
Tutto era pronto e organizzato:
1) Erano state chiamate le truppe cammellate a fare la claque in consiglio comunale (ci domandiamo: :ma erano le stesse chiamate come supporters quando Cioni fece il famoso j’accuse?) e qualcuno di loro, presa sul serio la parte, ha cominciato ancora prima dell’inizio del dibattiito a insultare la sottoscritta con frasi da bieco maschilista. Da un pubblico chiaramente di sinistra sempre cosi aperto alla politica di genere non ci saremmo aspettati un insulto ad una consigliera solo perché donna. E a tale proposito dispiace che nessuna voce si sia alzata da parte delle colleghe per una solidarietà di genere.
2) I consiglieri di maggioranza si erano preparati con i loro bravi fogliettini in mano per l’intervento in consiglio (e parevano anche scritti dallo stesso autore tanto erano simili) tutti, proprio tutti, anche quelli di cui persino ignoravamo l’esistenza e la cui voce non era stata mai sentita nel Salone dei Dugento.
3) C’è stato anche un 'casuale' black out del sistema di prenotazione degli interventi, ma guarda caso non per tutti, ma solo per i consiglieri di opposizione di centro destra; inghippo informatico che ha favorito cosi l’iscrizione a parlare dei soli consiglieri di maggioranza.
4) Ma il colpo di scena non era previsto. Dopo il suo intervento Renzi, che francamente ci è apparso in difficoltà, sbiadito, non nei suoi 'cenci' abituali di grande affabulatore, improvvisamente e soprattutto un'ora abbondante prima di quanto previsto, si alza e se ne va senza neanche lasciare al suo posto il vicesindaco Nardella (che dal canto suo non è neanche apparso in aula) il tutto nel più perfetto Domenici style.
Ci sembrava di aver sentito nella sua campagna elettorale che avesse affermato di voler ridare al consiglio comunale, svilito dal suo predecessore, un lustro diverso. Ma forse avevamo semplicemente capito male e il rispetto per le istituzioni (e il consiglio comunale è la prima istituzione da rispettare per un sindaco, molto di più anche di importanti ospiti stranieri ) gli imponeva, sapendo di avere un impegno, di non autorizzare la previsione della sua comunicazione sapendo già in partenza di non poter assistere al dibattitito.
Scelta quindi premeditata e non casuale. Noi d’altro canto volevamo il sindaco come interlocutore ed era nostro diritto pretenderlo, vista anche la sua delega all’urbanistica, che si tiene ben stretta .
In piu’ il sindaco per noi rappresentava nella circostanza il grande assente: il PD fiorentino, che in questo processo mediatico è rimasto contumace.
Per questo dopo tre ore di attesa, da una parte vogliosi di intervenire in una discussione che ci premeva sul futuro della città, ma che doveva avvenire solo al cospetto del vero interlocutore (quello che deciderà il futuro del piano strutturale), dapprima sicuri che sarebbe tornato in aula, ma alla fine rassegnati e delusi da questo oltraggio alle istituzioni, ci siamo rifiutati di intervenire in un dibattito dove mancava l’attore principale.
Il dibattito sul futuro della città senza il sindaco non poteva e non doveva essere rappresentato solo da qualche consigliere in preda ad una crisi di nervi o da qualcuno che finalmente ha tirato fuori la vera anima stalinista con frasi tipo le opposizioni devono tacere per sempre (e poi il regime è quello di Berlusconi!!!! ), altri che ieri erano severi oppositori di Renzi ora sono pari a scendiletto, o da qualcuno che si sentiva il gladiatore nell’arena: tutti con un comune denominatore, l’aver ribadito al centro destra che in questa città c’è ancora il reato di lesa maestà.
Le opposizioni non possono e non devono porre alcuna questione morale o politica.
Se invece la stessa questione morale e politica la pongono i filosofi che vengono da Empoli o i deputati europei o ex concorrenti alle primarie appena scesi da Marte sul pianeta Terra, beh sono compagni che sbagliano o poco più, o che danno la loro interpretazione comunque illuminante dei fatti .
Ciliegina finale: una gestione da parte del presidente del consiglio alquanto carente, se non clamorosamente di parte, sia sulla organizzazione dei lavori che sulla gestione dell’aula, gravata da errori procedurali a non finire e soprattutto per l’atteggiamento quasi di scherno nei confronti delle opposizioni.
E’ stato il suo vero banco di prova e ha dimostrato di non essere all’altezza del ruolo super partes che deve avere il presidente del consiglio.
Sarà nostra cura cominciare a redigere un cahier de doleance anche per lui, come già fatto nell’era Cruccolini."
(lb)