Pedonalizzazione del Duomo, Galli e il gruppo PdL: "Una scelta ad effetto fuori da ogni seria programmazione della mobilità cittadina"

Un evento mediatico attuato senza una seria programmazione della mobilità cittadina. A pochi giorni dalla pedonalizzazione del Duomo, il capogruppo Giovanni Galli e gli altri consiglieri comunali del PdL intervengono sul provvedimento. “Il sindaco Renzi ha deciso di pedonalizzare il Duomo e fervono i preparativi per l’attuazione di una scelta che appare soprattutto un evento mediatico. Rendere pedonale una delle piazze più belle e ammirate del mondo non può che catturare consensi, ma le scelte sulla mobilità in una città difficile come Firenze devono essere responsabili e richiedono una seria programmazione su scala più vasta”.
“L’azione è stata ribattezzata, giusto per fare effetto, ‘a passo Duomo’, ma non è una contraddizione fare ‘tutto di volata a passo d’uomo’? – si chiedono i consiglieri del PdL –. Per questo esistono gli strumenti di pianificazione che la legge impone, come il Piano Generale del Traffico Urbano. Va ricordato che la pianificazione del traffico è un atto dovuto in base all’ articolo 36 del Nuovo Codice della Strada con il quale si fa obbligo ai comuni con popolazione superiore a trentamila abitanti dell’adozione del Piano Urbano del Traffico e costituisce uno strumento tecnico-amministrativo di breve periodo, finalizzato a conseguire il miglioramento delle condizioni della circolazione e della sicurezza stradale. Ma è pur sempre un atto vincolante per le scelte di governo”. Galli e gli altri consiglieri del PdL ricordano come sia “il consiglio comunale l’organo deputato a licenziare questo atto di pianificazione fondamentale per la mobilità cittadina e che ne approva gli aggiornamenti. Non a caso – insistono – la procedura di approvazione è un lungo percorso che richiede i pareri dei consigli circoscrizionali e un atto di approvazione delle controdeduzioni alle osservazioni presentate al piano, il tutto per garantire la più ampia partecipazione di cittadini e dei loro rappresentanti nelle istituzioni. Si tratta dunque di scelte politiche, che però non possono limitarsi solo a decisioni dell’organo esecutivo o del sindaco che può procedere con provvedimenti di mobilità ordinari, ma che è chiamato, per trasformazioni più radicali, ad inserirle in una cornice di linee guida definite dall’intera assemblea elettiva”.
Gli esponenti del centrodestra ricordano come nel 1999 infatti si sia provveduto alla presa d’atto definitiva del P.G.T.U. e successivamente si siano approvati gli aggiornamenti, aggiornamenti che l’articolo 36 comma 5 del Nuovo Codice della Strada prevede siano biennali e l’ultimo è stato completato proprio nel 2008. “La città di Firenze dunque dispone di una pianificazione della quale si deve tenere conto, oppure – aggiungono i consiglieri del PdL – si deve tornare in consiglio comunale con varianti di aggiornamento sulle quali trovare il consenso necessario. Non si può prescindere dal rapporto funzionale fra la politica urbanistica che governa la distribuzione sul territorio delle funzioni con diversa capacità di attrazione del traffico e quella della mobilità intesa come programmazione e realizzazione delle infrastrutture, nonché della stretta connessione fra gli atti delle rispettive politiche: Piano del Traffico e Piano Strutturale. In un sistema di mobilità integrata devono armonizzarsi sistema della mobilità ferroviaria metropolitana, tramvie, sistema di trasporto pubblico su gomma, piano della sosta, piano della mobilità ciclabile, piano delle pedonalizzazioni. Attuare con immediatezza la pedonalizzazione del Duomo, senza inserire il provvedimento all’interno di una coerente programmazione della mobilità, è una scelta di sicuro effetto ma poco responsabile – ribadiscono Galli e i consiglieri del centrodestra – perché causa pesanti disagi alla viabilità e non si configura come una scelta risolutiva dei nodi fondamentali della mobilità cittadina. Un’azione di maquillage ma che rischia di rimanere fine a sè stessa se avulsa da un serio studio di programmazione”.
“Peraltro – insistono – la regolamentazione del traffico non può che avere una dimensione sovracomunale, almeno metropolitana perché non è efficace regolamentare il traffico continuando a considerare una parte limitata del territorio sul quale esso stesso si sviluppa : il rischio è infatti che l’azione di governo, in una situazione di eccezionale e progressiva emergenza, non sia lungimirante ma frutto di una frettolosa ansia di consenso che non fa bene alla città” concludono Galli e i consiglieri del PdL. (mf)