Giani a Trespiano rende omaggio alle tombe di Pilati e Becciolini uccisi dai fascisti il 3 ottobre 1925
Il presidente del consiglio comunale ha reso omaggio stamani al cimitero di Trespiano alle tombe di Gaetano Pilati e Giovanni Becciolini, entrambi uccisi dai sicari fascisti il 3 ottobre del 1925. Gaetano Pilati era parlamentare presidente della società di mutuo soccorso Andrea del Sarto e fu il primo imprenditore che con la sua società edile portò a Firenze il prefabbricato. Era conosciuto a Firenze – ha detto Giani - perché i proventi delle sue imprese sostenevano, attraverso la società di muto soccorso, i più deboli e i bisognosi. Colpendo lui i fascisti volevano dare il segno dell’arroganza e della prepotenza a tutto il movimento dei lavoratori”. Lo uccisero entrando in casa nelle ore della notte, mentre era con la sua famiglia che il giorno dopo fu costretta a fuggire trovando ospitalità in Argentina. Accanto a Pilati nella triste notte di San Bartolomeo furono uccisi in differenti parti della città l’avvocato Gustavo Console e il giovane sindacalista ferroviere Giovanni Becciolini che lasciò moglie e figlio che si rifugiarono in Svizzera. “Il Comune di Firenze – ha aggiunto il presidente del consiglio Giani - ogni anno dedica a loro il 3 di ottobre solenne commemorazione perché rappresentano il segno di una vita immolata per la libertà e i diritti di cui tutti noi oggi godiamo. Pilati ha ricordato Giani sarà studiato e approfondito in uno specifico convegno oggi pomeriggio alla SMS Andrea del Sarto da lui fondata e che in una fase storica in cui non esisteva ancora la previdenza rappresentava l’unica fonte di sostentamento per i lavoratori anziani e malati ormai inabili . La gran parte del quartiere di via Lungo l’Affrico fu costruito dalle imprese di Pilati, ma contemporaneamente egli costruì intorno all’SMS Andrea Del Sarto un sistema di costruzione e vendita di questi edifici i cui guadagni venivano interamente dedicati al sostegno economico ai lavoratori ormai inabili. Quando nel 1921 da segretario del partito socialista che ancora non aveva vissuto la secessione di Livorno egli fu eletto in Parlamento, fu proprio la spinta popolare a renderlo fra i personaggi più amati dalla città”. (lb)