Pari opportunità, seminario sul ‘genere femminile nell'italiano di oggi'

L’obiettivo è quello «di dare il via ad un cambiamento culturale volto al rispetto, alla valorizzazione e alla visibilità delle donne e al riconoscimento di piena parità e uguale considerazione al genere femminile e maschile». Di questo si è discusso, giorni scorsi, durante il seminario “Se non ne parli non esiste. Il genere femminile nell’italiano di oggi” prima iniziativa realizzata in collaborazione dai comitati pari opportunità di Arpat (l'agenzia regionale protezione ambientale), Comune e Università di Firenze.
«Da alcuni anni – ha sottolineato l’assessore alle pari opportunità Rosa Maria Di Giorgi - nelle pubbliche amministrazioni si presta più attenzione al corretto riconoscimento sociale di ogni persona, ciononostante è ancora in uso un linguaggio che non rispetta la presenza delle donne, ed anche se la legislazione vigente raccomanda l’uso di termini che comprendano o riconoscano la presenza di entrambi, donne e uomini, spesso, troviamo moduli e lettere declinati al maschile, anche se la referente è una donna».
Le lezioni sono state tenute da Chiara Zamboni, docente di filosofia e teoria dei linguaggi all’Università di Verona e Cecilia Robustelli, che insegna linguistica italiana all’Università di Modena e Reggio Emilia ed è anche collaboratrice dell’Accademia della Crusca. Sono intervenute anche Marina Capponi, Consigliera regionale di Parità della Toscana, Piera Cadognotto (bibliotecaria Comune Firenze), Fortunata Dini (assessora pari opportunità Comune San Giuliano Terme), Mariella Pala (Urp Prato), Maria Grazia Giaume (comitato pari opportunità Università Firenze), Paola Mossuto (comitato pari opportunità Comune Firenze) e Danila Scala (comitato pari opportunità Arpat).
«La lingua – è stato sottolineato durante il seminario - ha le sue regole che vanno rispettate, ma ci offre un’ampia gamma di possibilità e di scelta nell’uso delle parole, sta a noi decidere con quali rappresentare noi stesse e la realtà che ci circonda.
Le parole hanno un genere preciso: maschile o femminile, il neutro non esiste, ogni persona ha la libertà e la responsabilità di decidere se rappresentare un mondo tutto al maschile, mono colore, nascondendo quindi la presenza delle donne, o se dare della realtà la giusta immagine: una miscellanea di colori.
Il linguaggio ha una forte potenzialità comunicativa, deve avere un approccio dinamico nel rappresentare una realtà in continuo mutamento ed essere coerente nella scelta e nell’uso del genere.
La condivisione di esperienze e di saperi diversi ha fatto comprendere come sia importante, partendo dalla riflessione su lingua e genere, arrivare a dare attenzione anche ad altre differenze e alla presenza nella nostra vita di persone straniere e migranti, per le quali la scelta del linguaggio con cui comunicare assume un particolare significato».
A conclusione del seminario sono state individuate «alcune linee di sviluppo dell’iniziativa» tra le quali «una formazione specifica per le dipendenti e i dipendenti degli enti promotori», da «inserire anche nei ‘piani di azioni positive’, un lavoro di rete da allargare ad altri organismi di parità e la realizzazione, con il patrocinio dell’Accademia della Crusca, di interventi specifici da proporre a tutta la cittadinanza». (fn)