Museo Bardini, la collezione inedita di bronzetti pubblicata per la prima volta in un unico volume

Sabato 26 settembre, alle 11.30, Alvar Gonzàlez-Palacios presenta il catalogo di Tommaso Rago

A pochi mesi dalla riapertura del Museo Stefano Bardini, viene pubblicata per la prima volta in modo completo la collezione di bronzetti appartenuta all’antiquario. Si tratta del volume ‘I bronzetti e gli oggetti d’uso in bronzo’, di Tommaso Rago, che sarà presentato sabato, 26 settembre, alle 11.30 al museo. Saranno presenti il professor Alvar Gonzàlez-Palacios, la professoressa Mara Visonà dell'Università degli Studi di Firenze, l'autore, Elena Pianea, dirigente dei musei civici fiorentini, e Antonella Nesi, curatrice del museo dedicato all’antiquario. Bardini vendette moltissimi pezzi che aveva raccolto e che oggi sono dispersi nei musei di tutto il mondo, ma ne selezionò un gruppo, costituito in gran parte da bronzetti rinascimentali di ambito veneto, che oggi è interamente esposto al museo che porta il suo nome. Il catalogo, che comprende una settantina di bronzetti, presenta una introduzione di Alvar Gonzàlez-Palacios, alcuni saggi sui bronzetti, sulla collezione, sui clienti e sui commerci di Stefano Bardini (Mara Visonà, Antonella Nesi), una relazione sull’intervento di restauro, avvenuto pochi mesi prima della riapertura del museo (Nicola Salvioli), e settanta schede, precedute dalla fortuna critica (Tommaso Rago). Le schede non riguardano solo il lato stilistico e iconografico, ma mirano a fornire al lettore anche le caratteristiche tecniche, come la lega, la patinatura e la patina, che Salvioli ha analizzato nel corso del restauro. Inoltre sono state riportate da Rago le repliche e le varianti di ogni pezzo schedato, come avviene negli studi più moderni. La maggior parte dei bronzetti Bardini è inedita, quindi la circolazione del catalogo ha lo scopo principale di diffonderne la conoscenza nel mondo. Alcuni esemplari possono essere avvicinati ad artisti sommi del Rinascimento italiano come Donatello e Michelangelo, tuttavia pochi sono i pezzi riferibili agli scultori del Seicento fiorentino e solo tre pezzi sono prossimi stilisticamente alle opere certe di Ferdinando Tacca e Francesco Fanelli. Una consistente parte del catalogo è dedicata all’attività della bottega di Severo Calzetta, un artista che operò nei primi decenni del Cinquecento principalmente a Ravenna, ma trascorse forse i primi dieci anni del secolo a Padova a contatto con Andrea Riccio, il Gaurico e la cultura accademica della città. La collezione comprende altri bronzetti di cultura veneta, ma più tardi, come quelli fusi nella bottega di Niccolò Roccatagliata, che morì nel 1636. Segue infine un discreto numero di picchiotti, battenti e maniglie. Il catalogo fa parte di un più vasto progetto di ricerca scientifica sulla collezione di Bardini per rendere il museo dinamico e moderno e che punta a pubblicazioni, attività culturali come visite e conferenze, restauro, collaborazioni con l’università, esposizioni. (edl)