Sollicciano, De Zordo: "Situazione sempre più grave. Il Comune intervenga"

Domani il tema all'ordine del giorno: all'esame delle commissioni la mozione presentata dalla capogruppo di perUnaltracittà

“Il carcere di Sollicciano sta raggiungendo le mille presenze. Il Comune faccia quanto è nelle sue possibilità e competenze per porre fine a questa inaccettabile situazione”. È quanto dichiara Ornella De Zordo, capogruppo di perUnaltracittà, alla vigilia della riunione congiunta delle commissioni immigrazione, servizi sociali e sanità e pace. Una riunione con all’ordine del giorno l’esame della mozione, presentata da De Zordo, “per assicurare condizioni di vivibilità ai detenuti nella casa circondariale di Sollicciano”. Verranno ascoltati, tra gli altri, il presidente della Fondazione Michelucci Alessandro Margara e il garante per i diritti dei detenuti del Comune di Firenze Franco Corleone, che proprio oggi ha annunciato l'ennesimo digiuno per denunciare la situazione.
“A Sollicciano l'emergenza è sempre più seria – ha spiegato De Zordo –. La mozione presentata è frutto del lavoro elaborato insieme a numerose associazioni e movimenti che si occupano del problema, e segue le recenti iniziative messe in atto in città a sostegno dei detenuti. Si tratta di un atto che chiede l'adozione di diversi provvedimenti di competenza comunale. Il carcere di Sollicciano – ha sottolineato la capogruppo di perUnaltracittà – non può e non deve essere considerato un corpo estraneo nel territorio, soprattutto per quanto riguarda la situazione igienico-sanitaria dei detenuti, l’accesso a misure alternative alla detenzione, il reinserimento sociale”.
In particolare la mozione chiede una puntuale azione di verifica delle condizioni igienico sanitarie della struttura, il completamento del passaggio della sanità penitenziaria al servizio sanitario nazionale, un intervento deciso in materia di politiche di reinserimento dei detenuti (misure alternative, sistemazioni temporanee a fine pena, diritto alla casa). L'atto sollecita inoltre il potenziamento dell’ufficio del garante dei detenuti e, in generale, la predisposizione di contatti permanenti con gli enti presposti e le associazioni per meglio legare l'istituzione carcere alla realtà del territorio. Per far questo si chiede anche di potenziare in termini di personale e risorse finanziarie l'ufficio carcere del Comune di Firenze. (mf)


Ecco il testo della mozione

Il Consiglio Comunale

Viste le drammatiche vicende avvenute a Sollicciano negli ultimi tempi,

- Viste le proteste dei detenuti, come del resto in molte altre carceri italiane, a fronte di condizioni oggettivamente invivibili, che hanno provocato e continuano a provocare sofferenze, disagi gravissimi, atti di autolesionismo, suicidi,

- Visto che tali condizioni sono determinate, oltre che da problemi di gestione della struttura, anche e soprattutto da un pesantissimo sovraffollamento (quasi 1000 presenze a fronte di una capienza di 460 posti),

- Visto che tali condizioni, aggravatesi nel corso degli ultimi mesi, sono state ripetutamente denunciate da anni dai detenuti stessi, da associazioni impegnate nel settore e da esponenti delle amministrazioni locali,

- Considerato che la struttura di Sollicciano non può e non deve essere considerata come un corpo estraneo nel territorio del comune di Firenze, ma facente parte della città, soprattutto per quanto riguarda le problematiche dei detenuti, l’accesso a misure alternative alla detenzione, il reinserimento sociale,

- Ritenuto che il Comune di Firenze debba svolgere un ruolo attivo nel superare le crescenti drammatiche difficoltà nella vita carceraria di Sollicciano, pur nella consapevolezza che grande responsabilità nel determinare questa situazione è del governo centrale che, in particolare con disposizioni legislative quali quelle sulla droga, sull’immigrazione, sulla recidiva, e in ultimo con il cosiddetto “pacchetto sicurezza” provoca un inutile quanto grave incremento della popolazione carceraria, secondo una logica ciecamente punitiva, ingiusta e inefficace

Impegna il sindaco e la giunta

- a svolgere una puntuale azione di verifica delle condizioni igienico sanitarie della struttura, attraverso la ASL e la Società della Salute, per quanto riguarda in particolare le condizioni di vita dei detenuti, l’accesso ai servizi di prima necessità, il vitto, l'uso di farmaci psicotropi, la disponibilità di spazio sufficiente per ogni detenuto (secondo il Comitato di Prevenzione della Tortura del Consiglio d'Europa, 7 mq a testa);

- ad adoperarsi, in particolare attraverso la ASL e la Società della Salute, perché sia completato in tempi rapidi il passaggio della sanità penitenziaria al SSN in applicazione della legge 419/98, del d.l. 230/99 e del DPCM del 19 marzo 2008;

- ad intervenire con decisione sulle politiche di reinserimento dei detenuti, potenziando le politiche generali di accesso al diritto alla casa e individuando anche strutture idonee all’accoglienza dei detenuti in permesso e ammessi alle misure alternative alla detenzione, come pure per sistemazioni anche temporanee al momento di fine pena;

- a favorire l'inserimento lavorativo dei detenuti ammessi al lavoro esterno ai sensi dell'art.21 della legge 354/75, alla semilibertà e alle misure alternative alla detenzione, nonché degli ex-detenuti, attraverso il potenziamento delle politiche generale per il diritto al lavoro, garantendo l'inserimento di ex-detenuti negli uffici dell'Amministrazione comunale e anche sostenendo la costituzione e lo sviluppo di cooperative sociali costituite esclusivamente o in parte da ex-detenuti;

- a coordinare l'azione dei servizio socio-sanitari comunali al fine di garantire il potenziamento delle strutture di accoglienza e per favorire il processo di reinserimento degli ex-detenuti;

- a potenziare in termini di personale e di risorse finanziarie l’Ufficio del Garante dei Detenuti e a promuovere un accordo con il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria affinché il Garante venga equiparato ai Parlamentari e ai Consiglieri Regionali relativamente alle condizioni di accesso in carcere e abbia a disposizione un ufficio interno ai reparti detentivi;

- a stabilire contatti permanenti con la "Commissione detenuti" esistente nel Nuovo Complesso Penitenziario di Sollicciano, anche attraverso una partecipazione attiva alle riunioni della stessa da parte dei funzionari dell' "Ufficio carcere" e dei consiglieri impegnati nelle Commissioni competenti, al fine di avere un quadro delle problematiche esistenti e per avanzare proposte al Consiglio Comunale atte a superarli;

- a stabilire contatti permanenti con il Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria, anche in rapporto alle sue competenze sui trasferimenti dei detenuti all'interno della Regione, al fine di addivenire ad una effettiva realizzazione del principio della territorializzazione della pena affermato dalla legge 354/75;

- a stabilire contatti permanenti con la direzione e gli operatori dell'Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE) dell'Amministrazione penitenziaria, al fine di avere un quadro delle problematiche esistenti e avanzare proposte atte a superarli, con particolare riguardo per l'accesso alle misure alternative alla detenzione;

- a stabilire contatti permanenti con il Tribunale di Sorveglianza presso la Corte d'Appello di Firenze, al fine di avere un quadro delle problematiche esistenti e avanzare proposte atte a superarli, con particolare riguardo per le condizioni di detenzione, l'accesso ai permessi, alla semilibertà e alle misure alternative alla detenzione;

- a stabilire contatti permanenti con i dipendenti del Ministero dell'Istruzione operanti all'interno del Nuovo Complesso Penitenziario di Sollicciano, in modo da favorire iniziative di sensibilizzazione della società civile, a partire dagli alunni, i genitori e gli educatori degli istituti scolastici dai quali dipendono;

- a stabilire contatti permanenti con le associazioni di volontariato e i singoli volontari che operano nel Nuovo Complesso Penitenziario, nonché con gli enti di ricerca operanti nel settore, al fine di avere un quadro delle problematiche esistenti e per collaborare anche finanziariamente alle attività volte al reinserimento sociale dei detenuti e ad una sempre più forte interazione tra la città e il carcere;

- a coordinarsi con le amministrazioni dei comuni dell'area metropolitana, con l'amministrazione provinciale e con l'amministrazione regionale, ciascuna per le rispettive competenze, al fine di garantire un'azione incisiva rispetto alle problematiche carcerarie;

- a potenziare in termini di personale e di risorse finanziarie per l'"Ufficio carcere" del Comune di Firenze, in modo che possa garantire un efficace coordinamento delle sopraccitate iniziative.