Mafia, Agostini (PD): "Intitolare alle vittime una sala in una biblioteca della città"

Il consigliere del PD Armanni (quartiere 1)"Sulle stragi è giusto continuare ad indagare"

“E’ il momento, per la città, di dare una risposta forte a chi ritiene che i caduti per mano di mafia sono morti di serie B. Propongo che l’amministrazione comunale di Firenze intitoli alle Vittime di mafia una sala di lettura di una biblioteca comunale. Penso alla Biblioteca del Palagio di Parte Guelfa, a poche decine di metri dal luogo della strage di Via dei Georgofili”., E’ la proposta lanciata dalla consigliera del PD Susanna Agostini e dal consigliere del quartiere 1 Oberdan Armanni. Si è sentita – hanno detto Agostini e Armanni- la protesta per la rimozione della targa in onore di Peppino Impastato da parte di amministrazioni comunali, a nord come a sud, di istituzioni, associazioni e singoli cittadini. Su Internet si susseguono iniziative e raccolta di adesioni per difendere la memoria di Peppino Impastato. Segnale di un limite ormai raggiunto dalla deriva localistica che muove le truppe leghiste, decise a dare una spallata al comune senso di appartenenza degli italiani. Firenze ha vissuto sulla propria pelle il periodo delle stragi dell’estate ‘93. Ferite profonde, ancora
impossibili da rimarginare. L’esplosione del Fiorino imbottito di tritolo, nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993, causò 5 morti, tra i quali le piccole Caterina (50 giorni di vita) e Nadia Nencioni (9 anni) e 48 feriti. Oltre a danni straordinari a beni privati, pubblici e al nostro patrimonio artistico.
La magistratura ha condannato in modo definitivo gli esecutori materiali, ma le indagini sui mandanti attendono ancora risposta. La Procura di Firenze, che in tutti questi anni ha operato con fermezza alla ricerca della verità, continuando il lavoro iniziato dal giudice Gabriele Chelazzi fin dalle ore successive alla strage, ha ripreso in mano quei fascicoli, alla luce delle rivelazioni di un nuovo pentito, che sta aprendo, per quanto trapela sulla stampa, scenari mai svelati su quegli sciagurati eventi. Con sostegno e solidarietà, ricordo che Firenze è parte civile al processo a fianco dell’Associazione tra i familiari delle Vittime di Via dei Georgofili. Voglio ricordare la frase che ispira l’Associazione: “E’ venuto il momento della verità, perché nulla sia finito. Forse, ora, il momento della verità potrebbe davvero essere più vicino. Questo Paese non può perdere l’occasione di sapere cosa realmente successe, dietro le quinte, in quei terribili mesi del 1993. Quali fili invisibili furono tirati per destabilizzare l’Italia, per cambiarne in modo traumatico il quadro istituzionale, politico e culturale.. Chi è chiamato a rappresentare un Paese democratico e civile, ha il dovere di considerare ben spesi i soldi dei cittadini destinati ad accertare la verità sulle stragi nazionali. Deve aver sete di sapere chi sono stati i mandanti e perché hanno voluto causare morti e feriti. Arrecare danni indimenticabili. Quale progetto eversivo erano destinati a servire. La verità, la dobbiamo in primo luogo ai familiari delle vittime, ma anche a tutti noi e alla storia di questa città, medaglia d’oro della Resistenza”. (lb).