Cittadella viola, De Zordo: "Riproporre Castello è inaccettabile"

“Renzi vuol davvero abbandonare l'urbanistica contrattata?”. Lo chiede Ornella De Zordo nella replica in Consiglio Comunale all'intervento del sindaco su urbanistica e cittadella viola. “Dopo tutto ciò che è accaduto non si può tornare a proporre il parco di Castello per la cittadella: è come se, dopo aver fatto il giro del mondo, noi tornassimo al punto di partenza. Ci sono troppe criticità irrisolte: innanzi tutto non si tratta di un'area pubblica qualunque ma un elemento ritenuto "essenziale" per l'intera urbanizzazione dell'area, e il fatto che ci sia un'inchiesta della Magistratura in corso non è certo un aspetto secondario. Il sindaco ha poi sostenuto ancora il trasferimento nell'area Fondiaria Ligresti sia degli uffici della Provincia che delle scuole superiori, ipotesi vantaggiose per il gruppo Fondiaria, accennando a non meglio determinate diminuzioni delle volumetrie. Insomma siamo ritornati ai tempi di Biagi e Domenici? Magari con anche l'ampliamento dell'areoporto di Peretola? Sulla Tav poi il sindaco sembra scartare a priori l 'ipotesi dell'attraversamento di superficie per realizzare il quale gli edifici da abbattere sarebbero pochissimi e il rumore dei treni Tav in superficie molto inferiore a quello che producono i treni sulle linee tradizionali. Migliore è infatti la qualità del materiale rotabile, mentre è del tutto evidente che in treni Tav attraverserebbero la città ad una velocità ridotta, sia in superficie che sotto terra. Crediamo che su questo tema si debba scegliere l'ipotesi più conveniente per questo territorio sul piano ambientale e funzionale. Apprezzabile l'indisponibilità a realizzare al Multiplex nuovi cinema, perché occorre innanzi tutto salvaguardare quelli esistenti. Così come la pedonalizzazione di piazza Duomo può essere un importante primo passo verso la pedonalizzazione più ampia del centro. Vorremmo però che trattando il tema del recupero e riutilizzo delle aree dismesse. il concetto fosse legato, nella visione globale che il sindaco ha voluto dare al suo intervento, ad uno dei problemi che colpisce più fortemente la città: l'emergenza abitativa. E invece non ve n'è cenno nel suo lungo intervento, come fosse un grande rimosso. La realizzazione di case popolari è prioritaria in una situazione sempre più seria, in cui gli sfratti per morosità colpiscono sempre più categorie sociali. Anche per questo la Firenze del futuro si deve contraddistinguere segnando discontinuità reale con il passato”.
 

 

(lb)