Valdo Spini apre il convegno su Riccardo Lombardi a 25 anni dalla scomparsa

"Un uomo che sapeva guardare lontano. Voleva per l'Italia le riforme di struttura"

Un convegno presso il Circolo Rosselli in via Alfani per ricordare la figura di Riccardo Lombardi, uno dei padri del socialismo italiano. Ad aprire i lavori  qiesta mattina l’onorevole Valdo Spini che prima di inziare il suo intervento ha ricordato i m orti caduti nell’attentato a Kabul.
 

Ecco l’intervento di Valdo Spini.

"Se si comincia a parlare della necessità di non fare piazza pulita di quanto ci ha preceduto, ma di recuperare quanto oggi ci può essere di orientamento, Riccardo Lombardi è tra i punti di riferimento necessari.
Ma oggi dobbiamo non tanto rievocare il bel tempo che fu, ma parlare dell’attualità del suo messaggio politico.
Mi concentrerei su due punti. Il Lombardi degli anni sessanta chiedeva per l’Italia delle riforme di struttura che affrontassero il nodo degli squilibri economici, sociali e geografici del nostro paese. In altre parole egli sentiva profondamente la debolezza di questa struttura e voleva affrontarla con delle riforme non meramente redistributive, ma capaci di incidere davvero sui meccanismi di sviluppo del sistema capitalistico italiano. In un paese tuttora frenato da uno stock di debito pubblico che ne frena le potenzialità rispetto agli altri paesi europei, che vede nuovamente acuirsi invece che ridursi uno squilibrio nord-sud che è diventato anche politico, che è caratterizzato da squilibri di reddito che ne frenano anche i consumi e quindi la domanda interna, un programma di riforme o è di struttura o non è.
Riccardo Lombardi voleva riforme profonde del sistema capitalistico ed in questo senso egli era tacciato di utopismo. Ma voleva modificare il sistema capitalistico senza fermarlo: cambiare la marcia al motore mentre è in corsa disse al congresso del PSI del 1963 citando una frase di un operaio socialdemocratico tedesco. Da utopista diventava realista quando si manifestavano i limiti e le contraddizioni del sistema capitalistico. Di qui il ruolo dello stato, o comunque del pubblico. Articolerei questo secondo punto in due sottocapitoli: il tema della forbice tra finanza ed economia reale e quello dell’ambiente.
Lombardi, uomo di una generazione che aveva vissuto la crisi del ’29, era estremamente sensibile al tema dello squilibrio tra finanza ed economia reale. E’ lo stesso meccanismo capitalistico che deve dotarsi di sistemi di controllo per evitare che la prima possa mettere in crisi la seconda. Ed è il grande tema di oggi , proprio nel momento in cui cerchiamo di uscire dalla crisi finanziaria del 2008.
Il fatto che questa crisi si sia scatenata quando si è cercato di applicare alla Lehman Brothers la ricetta liberista del fallimento, e gli interventi dello stato che ne sono seguiti nelle varie economie nazionali, con l’impulso più o meno coordinato degli organismi internazionali, la dice lunga sul fatto che un consapevole intervento dello stato nell’economia si è rivelato di nuovo necessario. E questo intervento dello stato era considerato da Riccardo Lombardi molto importante. Come svolgerlo è un tema di grande attualità
E veniamo al secondo tema, quello dell’ambiente. La nostra opinione pubblica italiana non se ne è ancora sufficientemente accorta, ma il tema dei cambiamenti climatici sta comportando e comporterà una richiesta di regole pubbliche che stanno già portando o porteranno ad una profonda ristrutturazione delle nostre economie. E’ il tema recentissimamente affrontato da Anthony Giddens nel libro “The politics of climate change”. Il fatto che nel vertice USA-Cina questo sia stato tra i temi centrali, come nella vita della stessa Unione Europea sia pure tra i temi centrali, dimostra che il tema delle regole pubbliche, scacciato dalla porta della programmazione dell’economia, rientra dalla finestra dell’ambiente. Questo crea, e può ulteriormente creare, un incentivo alla innovazione tecnologica e alla diversificazione produttiva estremamente importante. Questa tematica non era presente quando Riccardo Lombardi morì, ma certamente egli l’avrebbe abbracciata con la sua passione di sempre".

(lb)