Inno nazionale, l'intervento del consigliere del PD Andrea Pugliese

Questo l'intervento tenuto ieri in consiglio comunale da Andrea Pugliese (PD)

"È stato un segno di grande civiltà quello che abbiamo compiuto con l’approvazione di questo ordine del giorno: e ancor più il fatto che le sedute del Consiglio Comunale si apriranno d’ora in poi con l’inno d’Italia. Siamo un’Istituzione italiana, ci hanno eletto i cittadini di Firenze che sono cittadini italiani, siamo una branca della Pubblica amministrazione, dello Stato, della Repubblica e finalmente abbiamo ristabilito – per quanto a qualcuno possa essere sembrato solo rituale e retorico – che questa non è una piazza, non è un mercato, non è un chiosco degli sportivi: è il Salone dei Duegento dove si riuniscono per decidere per conto dei cittadini, consiglieri e assessori comunali che sono personaggi pubblici, anch’essi Istituzioni, donne e uomini di Stato. Mameli era genovese, un patriota genovese che partecipò con passione alla nascita della nostra Nazione e contribuì fattivamente a che Firenze ne fosse capitale fra il 1865 e il 1870, quando furono abbattute le mura che chiudevano la città medievale rintanata in se stessa e l’architetto Poggi progettò lungo quel perimetro le piazze Piave, Beccaria, Libertà, Porta al Prato e, di là d’Arno, il piazzale Michelangelo. Il suo inno per noi fiorentini è dunque qualcosa di più di quello che è, vuol essere e dev’essere per tutti gli italiani, dal Cervino a Lampedusa, val Padana compresa. Sono nato a Firenze, porto nel mio sangue dna piemontese, toscano, umbro e lucano, mi sento fiorentino e italiano, mi riconosco nel giglio e nel tricolore. Comprendo bene che di questi tempi le Istituzioni abbiano raggiunto il minimo storico della loro credibilità: quello che un tempo era l’autorevolissimo Palazzo Chigi ormai si è trasferito in una pacchiana villa con cascatelle e lapilli illuminati. Che molti rappresentanti delle istituzioni, al di là del vestito blu o grigio, conoscano solo il linguaggio da postribolo o da osteria. Ma noi vogliamo cambiare e il nostro cambiamento è anche recupero dei valori forti che ci tengono insieme. Tra questi c’è l’Inno d’Italia. Spero proprio che lo ascolteremo seriamente all’inizio di ogni nostra seduta. E che i fiorentini tornino a credere nelle loro Istituzioni e in chi le rappresenta".
 

 

(lb)