Fiorino d'oro a Serego Alighieri, Pieri (PdL): "La volontà del consiglio comunale va rispettata"
“L’attribuzione dell’onorificenza ed il contemporaneo avvio di una serie di celebrazioni e manifestazioni culturali collaterali, secondo un programma concordato e predisposto dal Consiglio Comunale, dall’assessore competente e dagli altri soggetti coinvolti, sono da ritenere il giusto fine di una vicenda, per tanti aspetti amara ed incredibile, che ha certamente contribuito a diffondere ed accrescere nell’opinione pubblica, anche internazionale, l’idea di una città perennemente divisa, litigiosa, incapace di realizzare alcunché e matrigna, come lo fu, verso alcuni dei suoi più illustri figli”. E’ quanto sostengono il consigliere del PdL Massimo Pieri e l’ex consigliere Enrico Bosi che aggiungono: “Il ritorno dell’ultimo discendente di Dante in terra Toscana, nel luglio scorso, poteva costituire l’occasione per dare il giusto esito alla vicenda, ma, forse per il clima vacanziero o per l’insediamento della nuova amministrazione comunale, la richiesta di attribuire finalmente l’onorificenza è passata sotto silenzio”.
“La missiva inviata al Corriere di Verona ed al Corriere della Sera da Pieralvise Serego Alighieri con la richiesta di attribuire il Fiorino d’oro alle città di Verona e Ravenna, “perché hanno segnato indelebilmente la vita” di Dante Alighieri, anziché all’ultimo discendente del Sommo Poeta, ha il merito – dicono Pieri e Bosi - , aldilà della fattibilità tecnica e della condivisibilità della proposta, di avere riacceso i riflettori su una vicenda che ha spaccato la politica e l’opinione pubblica cittadina ed a cui, un affrettato e diffamante giudizio di cointeressenza del destinatario dell’onorificenza, noto ed apprezzato imprenditore vitivinicolo, ha attribuito il triste epilogo che già conosciamo”.
“Apprezziamo – concluso dono i due esponenti del centro destra - l’intervento del Presidente del Consiglio Comunale Eugenio Giani e la sua proposta di un convegno, con tanto di borse di studio, da affidarsi alla locale Società Dantesca, ma l’occasione offerta dalla lettera di Serego Alighieri, va sfruttata portando a compimento quanto deciso dal Consiglio Comunale nel 2008. In tal modo Firenze potrebbe riconciliarsi non solo con il suo illustre concittadino nella degna persona del suo ultimo discendente, ma anche e soprattutto con se stessa dando finalmente prova di ritrovata unità ed in una certa misura riabilitandosi, come auspicato da Serego Alighieri”.
(lb)