Gioventù violenta, Torselli (PdL): "La politica faccia autocritica e offra modelli alternativi"
"Baby Gang in azione all’Isolotto,atti vandalici sempre causati da giovani annoiati. Sono situazioni allarmanti quelle che si leggono sui giornali di questi giorni: atti di violenza, teppismo e microcriminalità ;ma è giusto riversare le colpe esclusivamente sui giovani senza interrogarsi su cosa c'è a monte di questi preoccupanti fenomeni sociali?" E’ quanto afferma il consigliere del PdL Francesco Torselli, anche presidente provinciale di Azione Giovani e dirigente nazionale della Giovane Italia.
"Chi è quotidianamente a contatto con giovani e giovanissimi sa bene - spiega Torselli - che non esistono generazioni completamente sbagliate e prive di buoni propositi; esistono soggetti più deboli, figli di una società che emargina i giovani relegandoli in secondo piano e limitando le loro aspettative per il futuro, tanto da farli sentire forti e sicuri di sé soltanto se in grado di 'osare' laddove altri hanno paura. La società di oggi, avviata verso un multiculturalismo spesso forzato ed esagerato, zeppa di messaggi che invitano alla trasgressione ed alla finta diversificazione - continua il consigliere comunale del PdL - spinge i giovani verso il consumismo forzato, verso l'emulazione dei miti della moda e della televisione, verso la ricerca ossessiva dello sballo, del lusso e del divertimento. E chi non può permettersi le carte di credito di famiglia in tasca, finisce per cercare di 'fare strada' in altro modo, con la violenza e la sopraffazione".
Secondo Torselli la società e soprattutto la politica devono fare autocritica. “Dobbiamo chiederci quali modelli alternativi a quelli offerti dalla società dei consumi da una parte ed a quelli del 'capetto di quartiere' dall'altra siamo stati in grado di offrire ai giovani negli ultimi due decenni. I giovani - continua Torselli - finiscono sui giornali e all'attenzione pubblica solo quando si schiantano contro un muro con la macchina del padre dopo una notte brava in discoteca o quando vengono trattati come animali da ammaestrare nelle curve degli stadi alla domenica. In una società come quella attuale - prosegue il consigliere del centrodestra - dove una borsetta di marca ha più valore di mettere su famiglia, dove uno spinello ha ormai la stessa considerazione di una caramella e dove un giovane italiano che proviene da una famiglia disagiata, o da un quartiere degradato di periferia, sente raccontare delle agevolazioni che le istituzioni riservano ogni giorno a ROM e clandestini, la politica dovrebbe essere in grado di offrire ai giovani numerosissime opportunità di riscatto e di autentico coinvolgimento sociale. Fino a quando i miti dei giovani resteranno il 'boss del quartiere' o l'ultima modella dello stilista famoso e fin quando sarà considerato 'figo' e 'non omologato' colui che si fa una canna o cala una pasticca in discoteca, gli episodi come quelli di cui stiamo leggendo in questi giorni non dovranno più meravigliarci. In questo caso, attraverso le comunità di quartiere, gli spazi aggregativi autogestiti ed autenticamente aperti a tutti, il coinvolgimento nella vita istituzionale di quartieri e comune, la politica potrebbe fornire, se non una cura, almeno un rimedio".
(lb)