Susanna Agostini (Pd): "Questione femminile, per le donne è ora di stare in prima fila"

Una riflessione della presidente della Commisisone pace

Una riflessione sul ruolo delle donne, all'indomani dell'intervento del professor Umberto Veronesi che auspica un 'nuovo femminismo': è questo il tema dell'intervento di Susanna Agostini, consigliere comunale del Pd e presidente della Commissione pace. Eccone il testo.

"Colgo lo spunto da quanto ha scritto Umberto Veronesi sull’ auspicio di nascita di un nuovo femminismo, più attuale e compatibile con la nuova comunità. Forse più moderato, ma che tenga al centro la figura femminile che svolge nel quotidiano, un ruolo sociale sempre più disagiato e farraginoso. Un invito a tenere vivo un antico dibattito sulla questione femminile. Convinto, come noi d’altronde, che le donne sanno spesso trovare soluzioni, là dove sembrano impossibili. Condivido i punti di forza e debolezza delle donne sottolineati dal professore, uomo esperto dell’animo profondo delle persone. Medico attento, che ha contribuito ad affrontare in modo nuovo, più consapevole, la malattia, il dolore, l’attesa, l’assenza. E’ forte e chiaro il richiamo da uomo politico impegnato sui diritti, la salute, l’etica e la laicità.
Mi domando, allora, cosa aspettiamo, ognuna di noi, a muovere l’acqua che ci circonda. Sappiamo bene, dalla “casalinga di Voghera” all’imprenditrice di successo, dove vogliamo arrivare. I modelli a cui guardare per scegliere impostazioni personali, non mancano. A volte umilianti, come quelli delle veline e dei “papi” di riferimento. Moderni mangiafuoco dei teatrini della politica istituzionale. Altri invece che ci riempiono di speranza e di gioia, illuminanti sulle capacità delle donne, come quelli delle nostre campionesse sportive. Il loro sorriso, come testimonial, a sostegno di un rinnovato impeto. Onda rosa intergenerazionale, desiderosa d’ascolto e di riconoscenza.
Dato che credo nel ruolo propositivo della politica e delle istituzioni, sento passato il tempo della delega a qualcuna, spesso scelta da gruppi dirigenti per ”strategiche”convergenze interne ai partiti, a rappresentare le differenti posizioni dell’universo femminile. Articolato oggi, come mai nel passato, per radici, saperi, pensiero.
Più donne, dunque, presenti nelle sedi dove si affrontano temi complessi che le riguardano direttamente, dall’autodeterminazione della maternità, alla questione di nuova rappresentanza femminile. Il bilancino delle quote rosa oggi diventa ridicolo e banale. Le donne sono coinvolte, sulla propria pelle subiscono con dolore e solitudine, scelte politiche decise a colpi di compromessi. Dopo anni di battaglie per i diritti civili, al genere femminile non manca niente, per stare in prima fila. Sento ora la necessità di una convinzione nuova degli uomini, sul ruolo della rappresentanza di genere, piuttosto che di nuovo femminismo.
Chi ha il mandato per recepire il messaggio di Veronesi, metta in atto da subito i meccanismi necessari all’ammodernamento del pensiero di rappresentanza politica. Come sta accadendo in altri paesi. In molti, ciascuno diverso per storia ed estrazione, nel tempo hanno affrontato questo tema. Negli anni settanta Ho Chi Minh sosteneva il valore aggiunto dell’altra “metà del cielo”come completezza dell’azione politica. Nel 2006, Karol Wojtyla, apriva le conversazioni con Maria Antonietta Macciocchi affermando: "Credo nel genio delle donne”.
Da sempre, noi ci siamo. Non chiudete le porte dietro di voi".
 

(ag)