Via Tribolo e violenza al Meyer, Agostini (PD): "Interveniamo subito per formare la cultura della solidarietà e della legalità"

“I fatti di via Tribolo, la violenza sessuale al Meyer devono farci riflettere sulle nuove fragilità e sul compito che si devono porre gli amministratori di una città , perché la salute appartenga a tutte le politiche non solo a quelle socio sanitarie, perché la salute è anche affetti, luoghi in cui ritrovarsi, pace, lavoro”. E’ quanto ha detto la consigliera del partito Democratico di Palazzo Vecchio Susanna Agostini. “In questi giorni – ha spiegato l’Agostini- ci sono stati inviati dal Direttore della Società della Salute strumenti importanti, utili alla programmazione politica a misura dei bisogni della città. Ogni amministratore ha il dovere di conoscere a fondo il monitoraggio che da cinque anni fornisce i dati demografici, sociali ed economici di sviluppo, rispettivamente del “Piano integrato di salute 2008-2010”, del “Profilo di salute e dei servizi socio sanitari” e della “Relazione di salute di Firenze”. Da una lettura attenta, emerge una città nascosta. Dei bisogni non richiesti, bisogni ai quali i servizi si adattano, giorno dopo giorno, per sopperire a una trasformazione galoppante delle relazioni umane e del tessuto socio economico della nostra comunità”.
Susanna Agostini sottolinea “la costante riduzione di luoghi di aggregazione e comunicazione sociale. Come in tutte le città, stanno venendo meno sedi di riferimento e di comunicazione , frequentazioni interculturali e intergenerazionali. Piazze, case del popolo e chiese erano di per sé luoghi di scambio, di rispetto reciproco, di educazione, di storie condivise dal luogo di appartenenza: quartiere, borgo o fabbrica che fosse. Il modello che il precedente ministro Livia Turco ha cercato di costruire in tema di salute è stato quello del “new deal”. In altre parole, la salute in tutte le politiche. Non esiste scelta, in ambito cittadino, che non debba tenere conto a chi ci stiamo rivolgendo. Il 26% dei fiorentini è ultrasessantacinquenne. L’aumento delle famiglie uniparentali: sono il 42% delle famiglie fiorentine. Si può e si deve cambiare. Migliorare la consapevolezza del proprio essere comunità coesa e solidale, ma partendo dalla conoscenza di ciò che siamo. La salute, della persona e della comunità sociale, è stabilita dallo scandaglio di tutti i suoi determinanti, che ne modificano lo stato di benessere. Sappiamo che vanno molto oltre la malattia. Sono gli affetti, il lavoro, la casa, la serenità, le pari opportunità di studio e formazione, così come la pace. Va da sé che oltre alla lettura della qualità fiorentina della vita sociale, sarebbe davvero utile un ripensamento sui modelli di riferimento nazionali, propagati dai mass media e da comportamenti non certo rispondenti a quelli che i luoghi della cultura popolare nei secoli ci hanno indicato come civili".

(lb)