"Il sindaco Renzi apre ma non convince a pieno su Alta velocità e tramvia"
“La discontinuità per il momento si ferma ad un atto di buona volontà di riesaminare i due progetti. Se questo significherà rivederli seriamente e senza paraocchi ideologici o di difesa di interessi di parte la cancellazione delle linee 2 e 3 della tramvia e del sottoattraversamento dell’Alta velocità ne saranno la logica conseguenza”. È quanto ha dichiarato Mario Razzanelli, capogruppo di “Firenze c’è” in consiglio comunale.
“Il sindaco sa benissimo – ha affermato Razzanelli – che la linea 1 è stata progettata male e realizzata peggio. Per le linee 2 e 3 della tramvia Renzi deve voltare pagina rispetto a Domenici e riconoscere che c’è stato un referendum che le ha bocciate”.
“Se le linee 2 e 3 verranno analizzate con serietà – ha aggiunto Razzanelli – risulteranno una follia urbanistica ed economica che peggiorerà le condizioni del traffico, dell’inquinamento sia acustico che atmosferico. A questo si aggiunga l’abbattimento di centinaia di alberi su tutti i viali di circonvallazione fino a viale Giannotti e l’eliminazione di migliaia di posti auto, il costo di costruzione un miliardo e 400mila euro e la perdita di gestione annuale, pari a 28 milioni di euro”.
Per quanto riguarda l’Alta velocità, Razzanelli ha sottolineato che “il sottoattraversamento della TAV è un’opera ancora più devastante della tramvia Esiste un progetto di un gruppo di docenti dell’Università di Firenze che prevede di utilizzare l’attuale sede ferroviaria per il passaggio dei due binari dedicati all’Alta velocità. Con questo progetto non si cantierizza la città per 15 anni
non si mette a rischio la stabilità di centinaia di palazzi, non passerà un tir di detriti inquinati ogni sei minuti per le strade cittadine, si risparmiano 4 miliardi di euro, si può scegliere tra quattro stazioni: Castello, Rifredi, Statuto e Campo di Marte”.
“Ben venga – ha concluso Razzanelli – il confronto con il consiglio, con le categorie e la cittadinanza ma che sia un colloquio, un confronto e non un imposizione. Diciamo chiaramente alla cittadinanza che questa opera fa gola unicamente per i miliardi che si spendono e non per la sua utilità”. (mf)