Sabatini (Pdl): "Il primo consiglio del governo Renzi è stato un 'Giano Bifronte'"

Questo il testo dell'intervento del consigliere del Pdl  Massimo Sabatini

"Si comincia male. E' proprio il caso di dirlo: è nuovo il Consiglio, ma è vecchio il Palazzo. Il primo consiglio comunale dell'amministrazione Renzi è stato un "Giano Bifronte" che ha visto clamorosamente trasformare le aperture iniziali contenute nei discorsi di tutti nella secca chiusura finale, dal linguaggio burocratico, che ha stoppato gli ordini del giorno proposti dal Gruppo Consiliare del PDL. Quella di ieri è stata davvero un'occasione persa: c'era il Consiglio al completo come in genere è raro vedere, erano presenti tantissimi cittadini, ai massimi livelli l'interesse dei media. Un consiglio "storico" che davvero poteva realizzarsi anche con azioni concrete e misurabili. Subito alla prima seduta potevamo votare per ciò che la cittadinanza vuole: l'abolizione dei parcheggi a pagamento negli ospedali, lo sgombero dei locali occupati in maniera illegittima, la vendita delle case popolari a coloro che da anni vi pagano l'affitto, l'abolizione della ztl notturna, un effettivo contrasto all'abusivismo. Invece no! In nome dei cavilli burocratici, dei giochi di parte, dai seggi della maggioranza si è alzato il rifiuto a fare immediatamente queste prime mosse operative per Firenze. Eppure molte delle proposte avanzate dal nostro capogruppo Giovanni Galli non erano altro che la traduzione pratica di alcuni dei 100 punti di Renzi. In nome dell'annunciata disponibilità (siamo stati dunque l'unico gruppo coerente con le sue premesse) avevamo appunto scelto le azioni più condivisibili, dimostrando la capacità di lavorare con fattiva collaborazione. In un primo momento il presidente Eugenio Giani ha accolto i 6 ordini presentati da Galli e ha proposto di andare a votarli, ma poi ha fatto dietrofront cedendo alle osservazioni di Eros Cruccolini che appellandosi alle pieghe del regolamento è riuscito a trascinare con sè tutti i voti della maggioranza nonché l'opposizione di sinistra. Ritengo emblematico citare per esteso la frase e l'aggancio normativo, burocratico, politichese che Cruccolini ha usato per lanciare la sua mozione d'ordine che ha stoppato il voto immediato: "gli ODG proposti non sono pertinenti con le comunicazioni del Sindaco in ordine alla composizione della giunta e alle deleghe". Evidentemente non è stato attento a tutte le parole del Sindaco nel suo ampio discorso. Renzi ha usato un pò di tutto nel motivare le sue scelte; grandi e dotte citazioni, ricordi personali, ma anche inviti all'azione e aforismi operativi. Simboli quest'ultimi di come il Sindaco ha chiesto al Consiglio Comunale (e alla Giunta) di lavorare Uno di questi è il più forte di tutti e costituisce quel legame che Cruccolini, Giani e i 28 Consiglieri che hanno votato lo stop non hanno colto. Le parole di Renzi dicevano che "serve il ruolo di Firenze QUI e OGGI". Appunto. Noi del Gruppo Pdl volevamo votare quei 6 ordini del giorno QUI (valutandole tutti insieme nella sede del Consiglio Comunale) ed OGGI (ossia nel consiglio del 13 luglio e non rimandandole al 20). E non era questo il solo possibile collegamento. Nella sua comunicazione, infatti, il sindaco ha pure parlato di "concretezza amministrativa" ricordando l'inaugurazione dell'Isolotto da parte di La Pira, ha ammonito tutti a non fare come quei "giovani divenuti vecchi, riflettendo troppo", nonchè ha invitato tutti gli eletti ad essere "degni delle speranze dei vostri elettori". Tutti concetti che esortavano a mettere in votazione quegli ordini del giorno subito e che invece sono stati rimandati. Perchè? Serviva forse "accordicchiarsi" su come rispondere?"
(lb)