Parco delle Cascine. Completati i restauri della "Piramide" e della "Fonte di Narciso"

Interventi per oltre 200.000 euro

Sono iniziati a settembre dell’anno scorso e sono terminati in questi giorni gli interventi di restauro a due complessi monumentali nel Parco delle Cascine. La “Ghiacciaia”, più conosciuta come la “Piramide” e la “Fonte di Narciso”.
I due interventi, costati rispettivamente 170.000 e 43.180,03 euro, sono stati presentati stamani dall’assessore alla cultura, sono stati coordinati dall’architetto Claudio Cestelli e curati dalla direzione cultura del Servizio Belle Arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio.
“Queste due opere rappresentano un importante momento di passaggio dada parco privato a parco pubblico. Il Granduca Ferdinando III di Lorena valorizzò questo parco con le «Giornate delle Cascine» aperte al pubblico e questa fu una fase importantissima per la vita del Parco delle Cascine” ha spiegato l’assessore alla cultura.
I prossimi interventi di restauro nel Parco delle Cascine riguarderanno “La Grotta del Frate Eremita” risalente al 1871 e opera di Attilio Pucci e l’Abbeveratoio della fine del ‘700 e attribuito all’architetto Giuseppe Manetti.
“La Piramide-Ghiacciaia”.
Note storiche.
La Piramide si trova su un lato del viale degli Olmi prima della piscina delle Pavoniere a circa metà strada tra piazza Vittorio Veneto e piazzale delle Cascine.
Fu costruita nel 1796 dall’architetto fiorentino di Ferdinando III Lorena, Giuseppe Manetti (1761-1817) sopra una ghiacciaia preesistente che aveva un tetto conico in paglia e quindi la forma della piramide era in grado di contenerla senza problemi. Di questa ghiacciaia in paglia non c’è più traccia.
Il ghiaccio serviva alla conservazione dei prodotti caseari della cascina prodotti nei pressi del palazzo-fattoria mentre vicino alla Casa del Capoguardia (oggi denominata “Le Pavoniere” e contenente oltre alle due fagianerie anche la moderna piscina) c’erano i laghetti e le ghiacciaie per la produzione e conservazione del ghiaccio per i mesi estivi.
La forma piramidale è anche un omaggio all’Egitto e richiama i simboli della Massoneria. Un altro accenno all’Egitto lo troviamo sul fregio della porta dove è scolpito lo scarabeo alato sacro ad Osiris.
La porta di disegno dorico cavato da Vitruvio è comunemente chiamata porta Lesbia.
Intervento di restauro.
L’intervento di consolidamento e restauro ha riguardato, sostanzialmente, il rivestimento esterno della ghiacciaia realizzato in lastre di pietra serena con uno spessore medio di circa 10 centimetri e una lunghezza anche fino a 4 metri.
La pulizia si è articolata in varie e successive operazioni per rimuovere dalla superficie le sostanze estranee, patogene e generatrici di degrado.
Particolarmente complessa è risultata l’opera di riposizionamento geometrico dei vari elementi lapidei fuoriusciti dalla loro sede originaria, sia per le dimensioni e quindi il peso dei vari blocchi, sia per la necessità di provvedere ad una serie di opere provvisionali per garantire la stabilità delle parti circostanti ed infine per il montaggio a stretta dei singoli pezzi.
Alcune pietre, già fratturate prima dello smontaggio, sono state riassemblate con incollaggio con malta di resina epossidica e imperniature con barre inox.
Il rimontaggio in opera è stato realizzato con muratura di malta di calce, previa percolatura tergale al fine di riadesivare le parti circostanti alla zona di intervento.
Sono seguite, quindi le opere di stuccatura dei giunti del pietrame con malte di calce e delle numeroso lesioni con malte realizzate con resine acriliche, polveri di pietra ed ossidi idrodispersibili al fine di conguagliare le tonalità cromatiche.
Sono state ripristinate le bocche d’aria con posa in opera di elementi in laterizio con l’opportuna pendenza murati anch’essi con malta di calce.
Particolare cura è stata prestata al ritrovamento delle decorazioni in basso rilievo purtroppo in cattivo stato di conservazione con remozione delle malte che ne occultavano la vista e nuova stuccatura con la stessa tonalità originale che ne evidenziava il disegno.
“La Fonte di Narciso”.
Note storiche.
Con il passaggio del Granducato Toscano ai Lorena, la tenuta delle Cascine dell’Isola fu trasformata da parco agrario a parco moderno, grazie al progetto dell’architetto Giuseppe Manetti. Numerosi elementi, grandi e piccoli, furono realizzati in tutto il parco, sottolineando quel concetto di architettura parlante e allegoria che l’architetto perseguirà per tutta la sua attività progettuale. È in questa cornice che si inserisce la fontana dedicata a Narciso, realizzata nel 1791 in collaborazione, molto probabilmente, con il suo maestro l’architetto Gaspero Maria Paoletti.
La fontana realizzata in pietra serena ha una forma tronco piramidale, alla sua base una maschera in gesso raffigurante Narciso getta acqua su una tazza semicircolare sempre in pietra. Sul fronte vi è una lapide con dei narcisi scolpiti e su di un lato in onore del poeta inglese P. B. Shelley (1792, Fied Place, Sussex – 1892 Golfo di La Spezia) nel 1954 fu collocata una lapide murata sul fianco destro con la seguente iscrizione: “Nei pressi di questa fonte / detta di Narciso il poeta Shelley / compose nell’autunno 1819 / L’ode al vento occidentale”.
Intervento di restauro.
Le varie fasi dell’intervento alla pietra serena fortemente degradata sono consistite nella rimozione di licheni, funghi e batteri presenti in modo diffuso su tutto il manufatto, con trattamento di miscela di biociti e successivo lavaggio con impiego di acqua deionizzata a bassa pressione. Pulitura con impacchi di carbonato d’ammonio nelle parti più scure e scritte; rimozioni di alcune integrazioni in cemento. Consolidamento dei tre conci posti alla sommità del manufatto (per una errata cerchiatura in ferro realizzata in un precedente intervento) mediante perneatura in acciaio inox e resine additivate, previo smontaggio dei rocchi in pietra. Consolidamento corticale con siringa composta da calce – quarzite – malta PLM. Sigillature delle fughe di fondo con malta a base di calce idraulica e mattoncini tritati (iniettati) e preconsolidamento con silicato d’etile. Sostituzione di alcuni pezzi in pietra che costituiscono i gradoni, con le stesse caratteristiche e dimensioni e stuccature con malta grossa e malta più fine a base di inerti di varie granulometria. Pulitura e ricostruzione di alcune parti mancante del mascherone in gesso. Trattamento finale con silicato d’etile dato a rifiuto. Targhe in marmo stuccature con polvere di marmo e calce, trattamento finale con protettivo antigraffito. Revisione dell’impianto idrico. (uc)

Segue foto CGE