Da domenica gli appuntamenti di "Piazze e Musica"
17 maggio in Piazza dell’Indipendenza.
28 giugno in Piazza della Repubblica.
27 settembre in Piazza d’Azeglio.
11 ottobre in Piazza Santa Croce.
Sono questi i quattro appuntamenti di “Piazze e Musica” l’iniziativa per gli “Itinerari Firenze nell’800” organizzata dall’assessorato al turismo del Comune di Firenze con la partecipazione dell’APT e della Camera di Commercio di Firenze.
Domenica prossima, per il primo dei quattro appuntamenti, sono in programma il concerto della Fanfara della Scuola Allievi Brigadieri e Marescialli dell’Arma dei Carabinieri, eventi e visite guidate per riscoprire il volto della città ottocentesca nel 150° dell’Unificazione della Toscana al nascente Regno d’Italia.
Il tema principale sarà “La pacifica rivoluzione del 1859” che segnò l’inizio delle grandi trasformazioni di Firenze. Oltre a far conoscere la storia della piazza, saranno segnalate le testimonianze ottocentesche presenti nel percorso: l’Istituto geografico Militare, il monumento a Manfredo Fanti in Piazza San Marco che introdurrà ad un approfondimento sulla scultura dell’800 in Toscana, la Gipsoteca dell’Accademia.
La Fanfara della Scuola Allievi Brigadieri e Marescialli dell’Arma dei Carabinieri partirà da Piazza San Marco alle 11,00 e arriverà in Piazza Indipendenza dove terrà il concerto.
In Piazza Indipendenza, dalle 10,30 sarà allestito uno stand informativo dove sarà possibile prenotare le visite guidate pomeridiane e ritirare una copia del libro “Memorie lontane”: tutto gratuitamente. Le visite guidate possono anche essere prenotate telefonicamente allo 055/2654753.
“Memorie lontane” di Guido Nobili ha come scenario proprio Piazza Indipendenza.
Gli “Itinerari nella Firenze dell’Ottocento” e “Piazze e Musica” saranno un’occasione per riscoprire l’antica Firenze, anche il breve periodo in cui fu capitale del Regno d’Italia.
Ed ora un po’ di dati storici, per avere un’idea di quello che sarà rappresentato domenica prossima.
Piazza Indipendenza è nata agli inizi degli anni ’40 dell’Ottocento sugli spazi verdi interni alla cinta muraria e fu la conseguenza di un progetto per costruire case popolari su una strada da aprirsi come continuazione di via degli Arazzieri: un asse diritto, costituito da via Santa Apollonia (ora via 27 aprile) che partiva da Piazza San Marco e si dirigeva in direzione della cinta muraria, dove si incontrava con i bastioni della Fortezza di San Giovanni (detta comunemente da Basso per distinguerla da quella di San Giorgio, cioè il Forte di Belvedere. Quelle case furono il primo nucleo del nuovo quartiere di Barbano destinato a diventare la zona residenziale della città. A metà della nuova arteria e al centro del quartiere venne infatti progettata e realizzata una grande piazza rettangolare con la quale, per la prima volta, si introduceva, al limitare di un reticolo di strade rimasto pressoché inalterato dal medioevo, una nuova prospettiva caratterizzata da simmetria ed uniformità: elementi fino allora estranei al paesaggio urbano fiorentino.
I cambiamenti alla fine del Granducato della Toscana si rifletteranno anche sul nome della piazza. Inizialmente era dedicata alla principessa Maria Antonia di Borbone Due Sicilie, moglie del Granduca Leopoldo II e, dopo il 1859, alla conquistata Indipendenza nazionale.
Monumenti fiorentini dell’Ottocento. Fino all’inizio del XIX secolo solo due monumenti onorari ornavano Firenze: Cosimo I in piazza della Signoria e Ferdinando I in piazza Santissima Annunziata (ambedue, del Giambologna e della sua bottega). La grande decorazione scultorea della città era, da sempre, dedicata a eroi biblici o divinità pagane e pensata per essere inserita in specifici contesti architettonici (campanile di Giotto, Orsanmichele). Una dimensione più urbanistica si era realizzata con i grandi capolavori della scultura rinascimentale in Piazza della Signoria (il David di Michelangelo, il Perseo del Cellini, il Ratto delle Sabine del Giambologna) o nelle colonne onorarie (per tutte la colonna di Santa Trinita). Con l’annessione della Toscana al nascente Regno d’Italia e il successivo trasferimento della capitale a Firenze comincia un rinnovato interesse per la scultura celebrativa legata alla decorazione urbana delle piazze. Il primo frutto di tale interesse è il monumento a Dante al centro di piazza Santa Croce (dal 1968 al lato della basilica) realizzato da Enrico Pazzi in occasione delle celebrazioni dantesche del 1865. Sarà poi la volta di un funzionario del nuovo stato unitario: nel 1872 il monumento al generale Manfredo Fanti, di Pio Fedi (autore anche del Ratto di Polissena sotto la Loggia della Signoria) sarà collocato al centro di piazza San Marco da dove il generale, a cui si deve l’organizzazione dell’Esercito Italiano, guarda verso l’allora Ministero della Guerra.
Nei trent’anni che seguono la città riempie le sue piazze di monumenti celebrativi: l’Obelisco ai Caduti delle Guerre d’Indipendenza in piazza dell’Unità Italiana, la statua di Vittorio Emanuele II di Emilio Zocchi al centro dell’omonima piazza (ora piazza della Repubblica), poi spostato all’ingresso delle Cascine, la statua di Cosimo Ridolfi di Raffaello Romanelli in piazza Santo Spirito, la statua di Ubaldino Peruzzi, sempre del Romanelli e la statua di Bettino Ricasoli di Augusto Rivalta in piazza dell’Indipendenza.
La Gipsoteca dell’Accademia. Nel suggestivo spazio in cui anticamente si trovava la corsia delle donne dell’Ospedale di San Matteo è attualmente esposta la gipsoteca di due noti scultori dell’Ottocento: Lorenzo Bartolini e Luigi Pampaloni ma anche una collezione di dipinti eseguiti da allievi dell’Accademia di Belle Arti, alcuni dei quali divenuti artisti famosi (come Silvestro Lega o Cesare Mussini). Il gran numero di busti presenti testimonia il favore di cui la ritrattistica godeva presso la borghesia europea del periodo, quando ancora non esisteva la fotografia.
L’Istituto Geografico Militare. L’Istituto nasce dall’Ufficio Tecnico del Corpo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano che nel 1861 aveva riunito le tradizioni e le esperienze degli uffici cartografici degli Stati preunitari. Da “Istituto Topografico Militare” (1872) fu trasformato nel 1882 in Istituto Geografico Militare (IGM), col compito di eseguire tutti i lavori geodetici e topografici necessari a soddisfare le esigenze civili e militari della nazione. Ha sede nell’antico palazzo della Sapienza, fra
Piazza San Marco e la Santissima Annunziata, inizialmente concepito da Niccolò da Uzzano (1430) come collegio di studi per giovani, ebbe nel corso dei secoli diverse e molteplici destinazioni d’uso: centro per la tessitura di drappi, fonderia per le artiglierie della Repubblica, Serraglio dei leoni per accogliere gli animali simbolo dello Stato Fiorentino all’epoca di Cosimo I e, in epoca lorenese, sede delle Scuderie Reali. Al suo interno è possibile ammirare un inestimabile patrimonio di strumenti, documenti e conoscenze a disposizione per la consultazione dell’utenza pubblica e privata. (uc)