Il regista Mario Monicelli cittadino onorario di Firenze
“Amici miei”, “Amici Miei Atto II”, “Cari fottutissimi amici”.
Sono solo alcune delle più famose pellicole firmate da Mario Monicelli ma hanno una caratteristica comune. Sono tutte ambientate a Firenze e alcune di queste scene saranno proiettate martedì prossimo, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio durante la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria al grande regista viareggino.
Il maestro Mario Monicelli, leone d’oro al festival di Venezia, 94 anni, martedì 12 maggio sarà a Firenze per partecipare, da protagonista, alla cerimonia che si svolgerà dalle 17,30.
Il conferimento della cittadinanza onoraria è stato deliberato dal Consiglio Comunale lo scorso 12 gennaio e durante la cerimonia interverranno il sindaco, il presidente del Consiglio Comunale.
Il programma prevede anche gli interventi del musicologo Luciano Alberti, del giornalista e critico cinematografico Claudio Carabba, del giornalista Pierfrancesco Listri, del giornalista e critico teatrale Francesco Tei. Modererà la cerimonia il giornalista Fabrizio Borghini.
Prima della consegna della cittadinanza Mario Monicelli sarà festeggiato anche alla Casa del popolo fratelli Taddei-San Quirico in via Pisana dove sono in programma una serie di iniziative in suo onore promosse dall’assessorato alla cultura, dalla commissione cultura del Quartiere 4 e dal Cinecittà Cineclub di via Pisana. Alle 9,00 sarà proiettato il film “Temporale Rosy”, riservato agli studenti del liceo Rodolico, alle 11,00 saranno inaugurate tre mostre: la prima su “Ricordando Amici Miei”, le altre su Monicelli e il fumetto: “Paperino e la iella in passerella“ e “Capelli lunghi”. Alle 12,00 l’assessore alla cultura del Comune di Firenze e il presidente della Casa del popolo Giovanni Santi consegneranno al regista il premio Nerbini 2009. Sempre al Cinecittà Cineclub alle 16,00 alle 18,00 alle 20,30 e alle 22,30 si terrà la proiezione, a ingresso libero e aperta a tutti, del film “Temporale Rosy”.
Altre iniziative previste per il 12 maggio sono promosse dalla Bottega del Cinema in via Reginaldo Giuliani. In particolare alle 19.30 la proiezione del film “Armata Brancaleone” e alle 21,30 di “Amici Miei”.
Questo il testo della delibera per il conferimento della cittadinanza onoraria al regista Mario Monicelli approvata da Consiglio Comunale che ripercorre anche la storia artistica e professionale del regista.
“Il Consiglio Comunale, considerato che Mario Monicelli, figlio di Tommaso Monicelli, giornalista e drammaturgo, nasce a Viareggio nel 1915, frequenta il liceo e l'università a Milano dove sviluppa la sua passione per il cinema, condivisa insieme ai cugini Mondadori, con i quali inizia a scrivere sulla rivista «Camminare», che ha fra i suoi collaboratori anche altri futuri registi: Alberto Lattuada, Riccardo Freda e Renato Castellani. Nel 1934 fa da aiuto regista per Germi e insieme a Steno dà vita a un felice sodalizio che li vede prima collaboratori al giornale satirico «Marc'Aurelio» e poi prolifici sceneggiatori. Proprio con Steno fa il suo vero esordio alla regia nel 1949 con Totò cerca casa e dopo otto film in coppia (fra cui Al diavolo la celebrità, Totò e i re di Roma e Guardie e ladri), prosegue da solo a partire da Proibito (1954) con Lea Massari. Comincia a delinearsi un autore «nazional-popolare», ma irrispettoso di ogni retorica, pessimista, feroce, demistificatore di sacralità e continuamente alla ricerca delle umane debolezze dei suoi personaggi, mettendone in evidenza anche i connotati cialtroneschi e il loro lato ridicolo. Le sue opere sono patrimonio cinematografico nazionale tra le quali si ricordano: «Guardie e ladri», «I soliti ignoti», «L'armata Brancaleone», «Amici miei», «Un borghese piccolo piccolo», ma anche «Il medico e lo stregone», «La grande Guerra«, «Romanzo popolare», «Il Marchese del Grillo», «I picari».
Tra i riconoscimenti alla sua produzione risaltano le quattro nomination all'Oscar come film straniero per «I soliti ignoti», «La grande Guerra», «La ragazza con la pistola» e «I nuovi mostri» (1977) e le due nomination per soggetto e sceneggiatura originali per «I compagni» e «Casanova 70» (1965).
Il regista ha anche ricevuto numerosi David di Donatello. Miglior regia per «Un borghese piccolo piccolo», «Speriamo che sia femmina» e per «Il male oscuro» (1990).
Nastri d'Argento e due Leoni d'Oro, uno per miglior film con «La grande Guerra» e l'altro alla carriera nel 1991. Nel 1990, periodo di crisi del cinema italiano, continua a lavorare dirigendo Alessandro Haber, Cinzia Leone, Marina Confalone e Paolo Panelli nella commedia anti-familiare «Parenti Serpenti» (1992), poi prosegue con Paolo Villaggio, Massimo Troisi, Mariangela Melato e Michele Placido in «Cari fottutissimi amici» (1994), «Facciamo Paradiso» (1995) e «Panni Sporchi» (1999) e nel nuovo millennio si presenta al pubblico e alla critica, parlando della bestia nera che più di ogni altro l'ha ossessionato nella sua vita: la guerra. Il film «Le rose del deserto» (2006) che ancora una volta mette in luce una visione antieroica dell'esercito italiano. Ha saputo dimostrare di essere un punto fermo nella storia del cinema italiano, tanto che Leonardo Pieraccioni, suo grande ammiratore, ha voluto rendergli omaggio come padre riconosciuto della commedia italiana e toscano Doc, affidandogli il ruolo della voce fuoricampo del nonno del protagonista nel suo film più fortunato: «Il ciclone».
Sessant'anni di carriera, passati a osservare la realtà della società italiana con un occhio attento e disincantato, lasciando in tutti i film, l'impronta di uno stile personale e brillante. Lo stesso film «Amici miei» il primo di una trilogia girato nel 1975 girato in luoghi caratteristici di Firenze ha scavato un solco così profondo nella memoria collettiva, disegnando quei tratti tipici della fiorentinità, uno spaccato della città che riesce a trasformare amarezze e sofferenze in pura battuta, con l’intento di far conoscere e valorizzare una tipicità che rischia di disperdersi come quello delle tradizioni fiorentine. Preso atto del parere favorevole in ordine alla regolarità tecnica del provvedimento ai sensi e per gli effetti dell’art. 49 del Decreto Legislativo n. 267 del 18.08.2000 «Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali»;
delibera
per i motivi sopra esposti, di conferire la cittadinanza onoraria a Mario Monicelli”. (uc)