Revoca cittadinanza onoraria a Mussolini, De Zordo (Unaltracittà): «Il fascismo non avrà cittadinanza a Firenze»
Questo il testo dell'intervento di Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo:
«La foto di Mussolini Capo del Governo compare ancora, assieme a quella di tutti i presidenti del Consiglio, nella apposita sala di Palazzo Chigi. La foto di Mussolini ministro della Guerra, in divisa di Maresciallo d'Italia, campeggia ancora nella sala delle riunioni del Ministero della Difesa. Anacronismi inaccettabili dalla democrazia repubblicana, o testimonianza di una storia che non si può cancellare?
La cittadinanza onoraria che il Duce ottenne da Firenze gli fu tributata il 19 giugno 1923, nel momento in cui il suo governo, già autoritario e dittatoriale, godeva dell'appoggio e della partecipazione di altre forze, oltre al PNF: il parito Liberale ed il partito della Democrazia Sociale, mentre il Partito Popolare cattolico era uscito dall'esecutivo solo 60 giorni prima. La maggioranza del sindaco di allora, Antonio Garbasso, era denominata, ahi quale nome, Unione, ed era composta da fascisti, liberali e nazionalisti. Firenze e gli italiani tragicamente scelsero, e la loro scelta, un fatto storico, non può essere cancellata. Ma oggi non possiamo cancellare dalla nostra memoria e dalla nostra coscienza civile e costituzionale un'altra storica scelta: quella della democrazia costituzionale antifascista.
Revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini, se è un modo retorico di cancellare una presunta vergogna, è inutile. E' importante se è una presa d'atto di quanto è avvenuto con la liberazione e la Repubblica e di quando indissolubilmente radicato sia per Firenze l'essere democratica, antiautoriataria, repubblicana, costituzionale ed antifascista. Non è importate revocare la cittadinanza al defunto Mussolini Benito. E' essenziale affermare che è il fascismo che non ha e non avrà cittadinanza alcuna a Firenze. E affermarlo vuol dire rigettare non solo oggi, ma sempre, ogni revanscismo, ogni negazionismo, ogni fascismo culturale e politico. Rigettare, da qualunque parte politica provenga, ogni indegna equiparazione tra i repubblichini rastrellatori e complici delle stragi nazifasciste (anche nel nostro territorio comunale), ed i partigiani ed i combattenti tutti per la libertà, che hanno dato la loro vita ed il loro sacrificio per la democrazia. Antifascismo è anche ripudiare ogni retorica e le celebrazioni in nome di una pratica costante, coerente, responsabile e dignitosa dei principi costituzionali e dello spirito che li generarono. Ed in questo, e per questo, riteniamo di dover contrastare, come componenti del consiglio comunale, provocatorie trovate, come l'istituzione dell'Ordine del Tricolore, che, diventanto progetti di legge, ledono irreparabilmente la coscienza e la dignità del nostro Paese compromettendone il tessuto sociale e culturale». (fn)
«La foto di Mussolini Capo del Governo compare ancora, assieme a quella di tutti i presidenti del Consiglio, nella apposita sala di Palazzo Chigi. La foto di Mussolini ministro della Guerra, in divisa di Maresciallo d'Italia, campeggia ancora nella sala delle riunioni del Ministero della Difesa. Anacronismi inaccettabili dalla democrazia repubblicana, o testimonianza di una storia che non si può cancellare?
La cittadinanza onoraria che il Duce ottenne da Firenze gli fu tributata il 19 giugno 1923, nel momento in cui il suo governo, già autoritario e dittatoriale, godeva dell'appoggio e della partecipazione di altre forze, oltre al PNF: il parito Liberale ed il partito della Democrazia Sociale, mentre il Partito Popolare cattolico era uscito dall'esecutivo solo 60 giorni prima. La maggioranza del sindaco di allora, Antonio Garbasso, era denominata, ahi quale nome, Unione, ed era composta da fascisti, liberali e nazionalisti. Firenze e gli italiani tragicamente scelsero, e la loro scelta, un fatto storico, non può essere cancellata. Ma oggi non possiamo cancellare dalla nostra memoria e dalla nostra coscienza civile e costituzionale un'altra storica scelta: quella della democrazia costituzionale antifascista.
Revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini, se è un modo retorico di cancellare una presunta vergogna, è inutile. E' importante se è una presa d'atto di quanto è avvenuto con la liberazione e la Repubblica e di quando indissolubilmente radicato sia per Firenze l'essere democratica, antiautoriataria, repubblicana, costituzionale ed antifascista. Non è importate revocare la cittadinanza al defunto Mussolini Benito. E' essenziale affermare che è il fascismo che non ha e non avrà cittadinanza alcuna a Firenze. E affermarlo vuol dire rigettare non solo oggi, ma sempre, ogni revanscismo, ogni negazionismo, ogni fascismo culturale e politico. Rigettare, da qualunque parte politica provenga, ogni indegna equiparazione tra i repubblichini rastrellatori e complici delle stragi nazifasciste (anche nel nostro territorio comunale), ed i partigiani ed i combattenti tutti per la libertà, che hanno dato la loro vita ed il loro sacrificio per la democrazia. Antifascismo è anche ripudiare ogni retorica e le celebrazioni in nome di una pratica costante, coerente, responsabile e dignitosa dei principi costituzionali e dello spirito che li generarono. Ed in questo, e per questo, riteniamo di dover contrastare, come componenti del consiglio comunale, provocatorie trovate, come l'istituzione dell'Ordine del Tricolore, che, diventanto progetti di legge, ledono irreparabilmente la coscienza e la dignità del nostro Paese compromettendone il tessuto sociale e culturale». (fn)