Cittadinanza onoraria a Englaro, De Zordo (Unaltracittà): «Benvenuto a Firenze»
Questo il testo dell'intervento di Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo:
«Oggi Firenze acquista un nuovo cittadino, ne siamo felici ed orgogliosi.
Siamo felici ed orgogliosi di aver contribuito a che questo fosse possibile.
Per affermare, anche in sede istituzionale, i diritti fondamentali della persona, ho firmato e sostenuto la proposta di cittadinanza onoraria di Firenze a Beppino Englaro, che finalmente viene conferita oggi in Consiglio Comunale. Un atto simbolico a sostegno di una battaglia civile che ha coinvolto e coinvolge tutte e tutti.
Nel pieno rispetto delle scelte personali di ognuno/a e di tutti/e non si può infatti permettere che sia lo Stato ad imporre comportamenti "etici", questa pericolosa deriva, di fatto autoritaria, è stata già troppe volte percorsa con esiti disastrosi, soprattutto per le donne. Si pensi solo alla lunga storia dell'interruzione di gravidanza, alla recente legge 40. Sta a noi dire basta e fare pressione affinché gli ambiti di influenza e decisione di Chiesa e Stato tornino ad essere distinti e non ci siano ulteriori cedimenti.
La materia del fine vita, il rispetto delle scelte individuali sull'interruzione dei trattamenti sanitari, il rispetto della nostra Costituzione sono troppo importanti per lasciare che siano oggetto di trattative e compromessi politici. L'affermazione della laicità dello Stato stessa è in gioco per tentare equilibrismi politici improbabili tra Stato e Chiesa, tanto nel Governo che all'opposizione.
La battaglia di Beppe Englaro, nel paese delle regole violate con unanime consenso, nel paese della doppia morale assunta a cultura generale ha avuto ed ha un'importanza doppia, nel merito e nel metodo.
Chiedendo con testardaggine ed inflessibilità che fosse riconosciuto ad Eluana il diritto di decidere del proprio destino, facendosi apertamente voce di chi non poteva più parlare, Beppino Englaro ha dato un'importante testimonianza del senso più alto della laicita e del senso di appartenenza ad una comunità, ad uno Stato.
Beppino Englaro riceve oggi la cittadinanza onoraria di Firenze per avere dimostrato cosa vuole dire essere"cittadino".
Attraversando anni di battaglie dolorose ha imposto a questo sonnolento paese la riflessione sul tema del fine vita, ha costretto a mostrare le contraddizioni, le ipocrisie, le posizioni ambigue e di comodo, le arroganze e anche le lacerazioni inevitabili e per troppo tempo evitate.
Dallo stesso mondo cattolico si sono levate voci di vicinanza e apprezzamento per la sua azione: qui a Firenze Enzo Mazzi e Alessandro Santoro, espressioni di quel cattolicesimo di base che non fa "crociate" ma lavora per l'affermazione dei diritti e dell'autodeterminazione della persona.
La storia di Beppino Englaro ha coinvolto tutti e tutte noi e, negli anni, abbiamo cercato di far sentire a tutta la sua famiglia che non era da sola; lo ribadiamo oggi, benvenuto a Firenze Signor Englaro!».
(fn)
«Oggi Firenze acquista un nuovo cittadino, ne siamo felici ed orgogliosi.
Siamo felici ed orgogliosi di aver contribuito a che questo fosse possibile.
Per affermare, anche in sede istituzionale, i diritti fondamentali della persona, ho firmato e sostenuto la proposta di cittadinanza onoraria di Firenze a Beppino Englaro, che finalmente viene conferita oggi in Consiglio Comunale. Un atto simbolico a sostegno di una battaglia civile che ha coinvolto e coinvolge tutte e tutti.
Nel pieno rispetto delle scelte personali di ognuno/a e di tutti/e non si può infatti permettere che sia lo Stato ad imporre comportamenti "etici", questa pericolosa deriva, di fatto autoritaria, è stata già troppe volte percorsa con esiti disastrosi, soprattutto per le donne. Si pensi solo alla lunga storia dell'interruzione di gravidanza, alla recente legge 40. Sta a noi dire basta e fare pressione affinché gli ambiti di influenza e decisione di Chiesa e Stato tornino ad essere distinti e non ci siano ulteriori cedimenti.
La materia del fine vita, il rispetto delle scelte individuali sull'interruzione dei trattamenti sanitari, il rispetto della nostra Costituzione sono troppo importanti per lasciare che siano oggetto di trattative e compromessi politici. L'affermazione della laicità dello Stato stessa è in gioco per tentare equilibrismi politici improbabili tra Stato e Chiesa, tanto nel Governo che all'opposizione.
La battaglia di Beppe Englaro, nel paese delle regole violate con unanime consenso, nel paese della doppia morale assunta a cultura generale ha avuto ed ha un'importanza doppia, nel merito e nel metodo.
Chiedendo con testardaggine ed inflessibilità che fosse riconosciuto ad Eluana il diritto di decidere del proprio destino, facendosi apertamente voce di chi non poteva più parlare, Beppino Englaro ha dato un'importante testimonianza del senso più alto della laicita e del senso di appartenenza ad una comunità, ad uno Stato.
Beppino Englaro riceve oggi la cittadinanza onoraria di Firenze per avere dimostrato cosa vuole dire essere"cittadino".
Attraversando anni di battaglie dolorose ha imposto a questo sonnolento paese la riflessione sul tema del fine vita, ha costretto a mostrare le contraddizioni, le ipocrisie, le posizioni ambigue e di comodo, le arroganze e anche le lacerazioni inevitabili e per troppo tempo evitate.
Dallo stesso mondo cattolico si sono levate voci di vicinanza e apprezzamento per la sua azione: qui a Firenze Enzo Mazzi e Alessandro Santoro, espressioni di quel cattolicesimo di base che non fa "crociate" ma lavora per l'affermazione dei diritti e dell'autodeterminazione della persona.
La storia di Beppino Englaro ha coinvolto tutti e tutte noi e, negli anni, abbiamo cercato di far sentire a tutta la sua famiglia che non era da sola; lo ribadiamo oggi, benvenuto a Firenze Signor Englaro!».
(fn)