Istituto penale minorile, l'assessore Di Giorgi: «L'amministrazione comunale ha sempre espresso pieno apprezzamento per il lavoro dei dirigenti e del personale»

«L’amministrazione comunale di Firenze ha sempre espresso pieno apprezzamento per il lavoro svolto dai dirigenti e dal personale dell’Istituto penale minorile “Meucci”, che operano con passione e competenza per favorire il recupero dei giovani che sono loro affidati. Sono rimasta allibita di fronte al senso che è stato dato al mio intervento, nel corso dell’incontro “I tempi moderni della giustizia minorile”, svoltosi ieri nell’istituto fiorentino. Sono state estrapolate, in modo spesso parziale, alcune dichiarazioni che, inserite in un contesto negativo di supposta accusa nei confronti dell’istituzione penale, hanno assunto un valore totalmente difforme da quello che avevano in realtà». E’ quanto precisa l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi.
«L’amministrazione comunale, con il sindaco in prima persona – ha sottolineato l’assessore Di Giorgi - è intervenuta a fronte della richiesta di aiuto pervenuta proprio dall’Istituto “Meucci”, che si trovava in grande difficoltà per poter garantire ai ragazzi detenuti i consueti corsi di scuola primaria e secondaria di primo grado, sensibilizzando il Ministero, che ha concesso un’insegnante elementare in più, e impegnandosi direttamente a coprire con le ore residue dei propri docenti dei corsi serali il percorso formativo delle medie inferiori».
«Un intervento – ha ricordato Rosa Maria Di Giorgi - che si inserisce nel clima di collaborazione e condivisione degli obiettivi che ha sempre caratterizzato i rapporti fra Istituto penale minorile e Comune di Firenze, con l’impegno a favorire il recupero e il reinserimento dei giovani in situazioni di disagio».
«Con l’assessore provinciale Antonella Coniglio – ha concluso - abbiamo condiviso l’apprezzamento per l’operato svolto all’interno del carcere, impegnandoci per sostenere l’amministrazione penitenziaria con interventi che permettessero ai ragazzi di veder garantito il loro diritto all’istruzione, negato da carenze oggettive di organico e non certo dalla volontà della direzione, e la possibilità di cogliere tutte le occasioni per consentire loro di reinserirsi socialmente, attraverso attività svolte sia all’interno che all’esterno dell’istituto. Un compito che vede coinvolti, oltre all’assessorato all’educazione, anche l’assessorato al welfare e tante associazioni del territorio». (fn)