Area ex Fiat, Grassi (Lista Spini): "Il Comune non sa quello che i privati stanno realizzando"

Il consigliere: "Qual'è la versione del piano di recupero che si sta fecendo?"

“Nonostante in consiglio comunale , l’amministrazione ci abbia risposto solo riguardo alla vicenda del Multiplex, appare del tutto palese che il Comune non ha la ben che minima idea di quello che i privati stanno realizzando nell’area dell’ex-area Fiat.” Lo ha detto il consigliere della Lista Spini Tommaso Grassi che ha aggiunto.
“Abbiamo chiesto fin da giugno all’amministrazione con urgenza di fare chiarezza sui lavori nell’area ex Fiat, effettuando controlli che potessero verificare lo stato dei lavori nell’intera area Fiat, la cui convenzione del piano di recupero è scaduta nel 2008. Abbiamo anche chiesto, finora senza alcun risultato, che la commissione urbanistica facesse un approfondimento sul quadro normativo in cui l’area si trova ad essere sottoposta, visto che nell’aprile 2009 fu bocciata dall’allora Consiglio Comunale la delibera che rinnovava, per ulteriori 5 anni, il piano di recupero dell’intera area, permettendo tra le altre cose anche la costruzione delle capacità edificatori residue. La delibera - ha spiegato il consigliere  di Spini per Firenze- aveva infatti un duplice scopo: autorizzare le capacità residue e approvare una variante, che consentisse di sanare quelle incongruenze edilizie ed urbanistiche che, ferme restando le superfici totali, intercorrevano tra il progetto approvato e la vera e propria realizzazione. Infatti questa variante bocciata dal consiglio, procedeva a modifiche anche sostanziali come accorpamenti di diversi edifici tra di sé o riduzioni di superfici di altri edifici, che convergevano ad aumentare di alcune migliaia di metri quadrati la SUL dell’UMI F, ovvero del complesso del Multiplex. Nel consiglio di lunedì  avremmo voluto sentirci rispondere che il Comune aveva verificato attentamente le carte e lo stato attuale e che la proprietà privata stava correttamente realizzando il progetto originario, senza che fossero realizzate quelle strutture oggetto della variante bocciata. Anche se ci avessero detto il contrario sarebbe stato assai grave, ma almeno avremmo avuto un Comune che tiene sotto controllo quello che avviene sul proprio territorio: invece il Comune ha preferito soprassedere e fare ‘orecchie da mercante’. Chiederemo nuovamente ripresentando l’interrogazione discussa ieri, di affrontare il tema. Non è comunque accettabile che mentre si discute del piano per autorizzare i residui 45.000 metri quadrati del piano di recupero che devono essere ancora realizzati, il Comune non abbia, come ha finora dimostrato, sotto controllo la situazione di quel che è stato realizzato nell’area finora e che preferisca tacere e parlare di altro. Scaduta la convenzione e non approvata la delibera suddetta, il Comune avrebbe dovuto sospendere il rilascio di nuovi ed ulteriori titoli edificatori e sarebbe stato corretto procedere immediatamente ad una verifica del rispetto delle superfici costruite. Il consiglio esprimendosi contro le modifiche apportate al progetto, ha negato la possibilità di modificare gli edifici come proposto dalla proprietà. Ci sorge il dubbio che il Comune preferisca non occuparsi di questi aspetti di verifica, temendo quello che potrebbe riscontrare una volta avviato un approfondimento o una verifica attraverso un sopralluogo ?”

(lb)