Aziende partecipate, Grassi (Spini per Firenze): "Necessario non sottrarsi all'etica e alla responsabilità verso i cittadini"
“Abbiamo assistito nelle ultime settimane ad un preoccupante atteggiamento, consentito e persino favorito dall’amministrazione comunale, che è stato assunto dalle figure apicali delle società partecipate del Comune di Firenze, che, quasi dimenticandosi di essere stati chiamati a dirigere aziende il cui socio di maggioranza, è il Comune e la maggioranza stessa è largamente pubblica, si sottraggono ad ogni etica e responsabilità, anche sociale, nei confronti dei cittadini, scaricando la colpa delle ripercussioni sui cittadini su altri soggetti, nella migliore tradizione privatistica.” E' quanto ha detto il consigliere comunale Tommaso Grassi, membro della commissione controllo che stamani ha affrontato le modifiche statutarie di Firenze Parcheggi. “Abbiamo - ha aggiunto Grassi- la sensazione che si cerchi, una volta nominati i vertici delle aziende, di gestire le aziende che devono offrire servizi pubblici alla cittadinanza, con logiche che mirano al pareggio di bilancio, obiettivo condivisibile e auspicabile anche da noi, ma disinteressandosi completamente di quelle che possono essere le ricadute etiche e sociali del proprio agire. Non possiamo che sottolineare che, per esempio anche nel caso di ATAF e Firenze Parcheggi, nonostante esse siano delle Società per Azioni, chiunque sia chiamato a dirigerle deve rispondere di fronte alla cittadinanza al pari degli enti locali, quando si parla di modifiche tariffarie o di cambiamenti, anche radicali, nel servizio offerto. Crediamo che l’obiettivo di pareggio di bilancio non potrà essere raggiunto con la modifica di uno statuto: sorprendente sarebbe adesso scoprire che la gestione dei parcheggi a Firenze è un’attività infruttuosa. Riteniamo comunque che l’equilibrio di bilancio possa essere raggiunto in maniera differente rispetto a quanto finora messo in atto: rincari tariffari, abolizioni di agevolazioni o con la distrazione dalla principale attività delle aziende grazie all’introduzione di funzioni aggiuntive, sperando che possano apportare maggiori entrate ma che immediatamente producono un aumento degli investimenti e un indebitamento negli anni. Sulle partecipate in generale, crediamo ci sia un grosso gap di comunicazione, come peraltro ammesso dallo stesso assessore Falchetti, anche se ci appare paradossale, che di fronte ad una Giunta che fa della comunicazione un proprio cavallo di battaglia, proprio nei confronti del consiglio comunale debbano esserci questi problemi: crediamo invece che ci sia una precisa volontà politica, dovuta alla incertezza e incapacità di definire con precisione le linee future delle proprie aziende, finalizzata a tenere all’oscuro i consiglieri, persino quelli di maggioranza, che oggi hanno chiesto, dopo l’audizione, un rinvio per poter discuterne meglio in maggioranza.” (lb)
“Vige un regolamento sulle nomine delle partecipate che prevede entro 60 giorni dalla nomina o designazione nelle partecipate l’obbligo da parte della Giunta di presentare ed approvare in Consiglio Comunale gli indirizzi programmatici sul futuro delle aziende: questo non è stato rispettato neppure una volta, nonostante sia già trascorso un anno dall’insediamento. Finché questo regolamento sarà in vigore rappresenterà il quadro normativo, e se per la Giunta, come sostenuto stamani, lo ritiene superato, abbia almeno l’onesta di chiederne la modifica o l’abolizione. – conclude Grassi – Infine è impensabile che di fronte ad una mancanza grave della Giunta, come l’approvazione degli indirizzi sulle aziende partecipate, si dica che comunque le linee guida sono contenute nei 100 punti di Renzi, che non fanno parte né del programma depositato dalla coalizione, né dal programma di mandato discusso in Consiglio ad inizio mandato.”