Bilancio, De Zordo: «Entrate incerte, uscite discutibili»
Questo il testo dell’intervento in consiglio comunale di Ornella De Zordo, capogruppo de perUnaltracittà
«E' un'idea di città molto chiara, quella che emerge dalla lettura del bilancio previsione 2011. Una città che basa il suo bilancio su entrate incerte come le famose alienazioni per cui nel 2010 erano previsti nel triennio ben 110 milioni di euro e di fatto ad oggi hanno portato nelle casse del comune appena 8 milioni, e che nel 2011 vengono messi in entrata per 69 milioni. Come si può prendere questo dato per buono?
Incerto è ovviamente l'introito per la istituenda tassa di soggiorno, messa a bilancio per 10 milioni di euro, in relazione al secondo semestre dell'anno, su cui non vi è neppure certezza giuridica, finché non si scioglie il nodo del ricorso al Tar degli albergatori.
Certo è invece l'indebitamento con le banche che ammonta a 500 milioni di euro a cui si aggiungono oltre 44 milioni di ulteriori mutui per2011.
Probabili sono invece i 51 milioni di multe messi a bilancio, visto che 52 sono quelli incassati pr questa voce nell'anno 2010.
Se le entrate sono incerte, le spese confermano un indirizzo di gestione della città che non condividiamo.
La città che si profila è una Firenze sempre più protesa verso grandi operazioni d'immagine che gravano sulle casse comunali, come le spese per il salotto buono del centro delle grandi griffes - via Tornabuoni in primis - o il nuovo progetto della Fortezza che vede ampliata e rafforzatala sua funzione di polo fieristico (al di là di ogni logica urbanistica), o ancora il nuovo Auditorium che anche per il 2011 costa alla collettività fiorentina 16,8 milioni di euro, che vanno a aggiungersi ai 35 milioni per cui si sono accesi mutui. Una città che brucia in una notte (bianca) 200.000 euro da cui niente rimane sul suo territorio e che misura il benessere nei numeri che il concerto di MTV porta in Santa Croce o di quante magliette saranno vendute nell'Hard Rock Café che ha sostituito il Gambrinus.
Una città vetrina che per il suo futuro punta sulla diffusione di un "marchio", sull'immagine luccicante capace di attrarre sempre più turisti, ma che necessariamente nasconde alla vista problemi, disagi e povertà.
E' appunto una questione di scelte. Come quella di risparmiare sul personale dipendente del Comune stesso per 4 milioni di euro.
Lo sforzo che sarebbe necessario va secondo noi in altra direzione, quella dei servizi pubblici e sociali, del verde fruibile dalla popolazione, della protezione sociale, della lotta alle povertà vecchie e nuove, dell'accoglienza, della solidarietà.
Nell'ambito delle emergenze sociali non si considera la situazione reale e ci si limita a dire che non si sono fatti tagli. Anche se così fosse, ma alcuni servizi in realtà sono stati tagliati, è evidente come non si riesca a fare fronte alle crescenti difficoltà di strati sempre più estesi di cittadini in sofferenza per una crisi che ancora deve mostrare gli aspetti più pesanti.
Allarmanti sono i dati sull'emergenza abitativa, con le 4.000 domande in lista d'attesa per una casa popolare, o sull'accoglienza, se abbiamo in città un numero elevatissimo di senza casa, fenomeno che non dispiega le sue potenzialità dirompenti solo grazie alle tanto esecrate occupazioni, in cui trovano un tetto ben 2000 persone costrette a una soluzione non certo voluta.
Lo sforzo che vorremmo vedere, anche a seguito dei sacrifici dovuti a una politica economica nazionale irresponsabile, dovrebbe disegnare una città che dia risposte ai bisogni delle donne e degli uomini che la vivono, e che non sacrifichi i suoi beni - materiali o immateriali - al mito dell'eterna crescita finanziaria, che è crescita solo per pochi e che non ha futuro secondo i principi più avanzati della nuova economia. Non sono categorie né esigenze sovrapponibili».
(fn)