Bilancio Maggio Musicale, Stella (PdL): "L'unica certezza sono le perdite anche per il 2010 e 2011, dal 2004 ad oggi persi oltre 21milioni di euro"
“Dall’esito del cda che ha approvato il bilancio preventivo 2011 della Fondazione del Maggio musicale fiorentino emerge una sola certezza, che il 2010 ed il 2011 chiuderanno in perdita. Ci viene poi detto tramite uno scarno comunicato che il 2012 ed il 2013 chiuderanno in pareggio o con un piccolo utile, peccato che nessuno ci dica come questo miracolo accadrà”. Questo il commento del consigliere del PdL Marco Stella.
“Fino ad oggi abbiamo ascoltato buone intenzioni, anche condivisibili, di riorganizzazione e razionalizzazione, aspettiamo di vedere le buone intenzioni trasformate in numeri, chiediamo di vedere il Piano Industriale – ha aggiunto l’esponente del centrodestra –. Siamo pronti a difendere la qualità artistica del Maggio e i lavoratori, vera eccellenza, ma non la mala gestione e gli sprechi.
Ci viene il dubbio che l’unico piano industriale sia il taglio dei contratti a tempo determinato.
Oggi al teatro comunale vi sono circa 120 persone con contratti a tempo determinato, per un costo complessivo da bilancio di previsione 2010 di € 3.606.000: è forse questa la cifra che la Sovrintendente spera di risparmiare per pareggiare il bilancio? Se così fosse siamo delusi e preoccupati, delusi perché invece di razionalizzare, innovare, portare nuovi investitoti e migliorare gli incassi si pensa solo a tagliare posti di lavoro, preoccupati per le tante persone che da molti anni lavorano con contratti a tempo determinato e che potrebbero rimanere senza lavoro”.
“Il Maggio Musicale è una istituzione di eccellenza nel settore lirico sinfonico, ma da anni sopravvive in una situazione economico finanziaria preoccupante – sottolinea Stella –. Dal 2004 ad oggi la Fondazione Maggio musicale fiorentino ha accumulato perdite per 21.867.364 euro, crediamo sia arrivato il momento di dire basta a gestioni sciagurate, che sono capaci di creare soltanto perdite.
Negli anni il Comune di Firenze è intervenuto più volte al fine di evitare il fallimento, prima nel 2006, dopo un bilancio 2005 chiuso con una perdita di quasi 6 milioni di euro, si decise la vendita dell' immobile dell'ex Longinotti, che portò a chiudere con un attivo di 2 milioni di euro. Molti pensavano che questa vendita avesse portato benefici al Teatro, ma si sbagliavano. Come dimostrano gli anni seguenti, con bilanci chiusi con perdite sempre più importanti, gli effetti delle vendite immobiliari hanno effetti positivi sul breve periodo, ma se non si effettuano degli interventi strutturali la situazione per il teatro del Maggio non può cambiare.
Nel 2007 il bilancio ha chiuso con un passivo di 1milione e 800mila euro, il 2008 con una perdita di oltre 2 milioni e mezzo di euro, e il budget previsionale 2009 attesta la perdita in 4 milioni e mezzo di euro, il che significa che il Maggio Musicale fiorentino, in tre anni, perderà quasi 9 milioni di euro. Nel 2009 Il Comune decise di conferire degli immobili comunali: il teatro Goldoni e il complesso edilizio di piazzale delle Cascine destinato a sala prova dell'orchestra. Tale conferimento servì soltanto a non far commissariare questa istituzione: una norma che riguarda le fondazioni lirico sinfoniche come il Maggio, prevede che il deficit di bilancio non possa superare di oltre il 30% il patrimonio, quindi con la perdita preventivata per il 2009 si supererebbe tale soglia e scatterebbe automaticamente il commissario. Conferire gli immobili di fatto ha alzato il patrimonio del Maggio e permesso quindi al deficit di non superare tale soglia. Nel 2010 la perdita dovrebbe essere di oltre 1 milione e 700mila euro, aspettiamo il consuntivo, e nel 2011 di oltre 3 milioni”.
“Siamo convinti che il Maggio musicale sia una vera eccellenza per la nostra città, ma il risanamento passa soltanto attraverso un vero piano industriale, che coniughi riorganizzazione aziendale, taglio agli sprechi e ai privilegi, valorizzazione dei lavoratori, e incremento di vendite della biglietteria e contributo dei privati. Aspettiamo il Piano Industriale della Colombo per confrontarci su questi temi” ha concluso il consigliere.
(fdr)