Giovanni Gentile, il capogruppo Bonifazi (Pd): "Per noi il caso è chiuso"

"La questione di eliminare i segni che avevano trasformato Santa Croce in un sacrario dedicato agli squadristi fascisti fu affrontata e risolta dai nuovi sindaci democratici del dopoguerra"

“Il caso Gentile si chiude qua, ma la condanna del fascismo e le responsabilità di Giovanni Gentile che fu eminente figura di spicco del regime fino a condividerne le ultime fasi legate alla Repubblica di Salò, rimane ferma ”. Lo ha detto il capogruppo del Pd di Palazzo Vecchio Francesco Bonifazi che questa mattina insieme a Ugo Caffaz ha voluto porre la parola fine al dibattito che si è svolto in queste settimane sulla rimozione o meno delle spoglie di Giovanni Gentile da Santa Croce e la revoca del decreto ministeriale del 1944 attuato dal Podestà con cui si utilizzava un lascito di una famiglia per coprire le spese di sepoltura in Santa Croce di Gentile. Parola fine anche alla questione risalente al 1999: “La mozione a firma di Achille Totaro per un targa in ricordo di Gentile e di cui è tornato a parlare il consigliere Torselli– ha spiegato Bonifazi insieme a Caffaz allora capogruppo in consiglio comunale- non è mai stata discussa da alcuna commissione e tantomeno votata dal Consiglio comunale”. E veniamo a Gentile. “Subito dopo la Liberazione di Firenze e durante il periodo in cui furono sindaci Pieraccini, Fabiani e La Pira in Santa Croce furono effettuati lavori consistenti, in particolare per rimuovere il sacrario dei caduti della rivoluzione fascista inaugurato nel 1934 in Santa Croce. Fra il 18 e il 28 novembre del 1946 i corpi degli squadristi furono trasferiti in vari cimiteri fiorentini. Nel 1950 l’intera cripta fu interamente ristrutturata e le 37 arche di marmo furono vendute ad un marmista che si impegnò ad eliminare ogni traccia del passato. Nel 1956 venne inaugurato il nuovo Famedio con nuove lapidi in omaggio ai caduti per la patria dal 1915 al 1945”. Tutto questo per dire che la questione di eliminare da Santa Croce i segni che l’avevano trasformata in un sacrario di parte in omaggio agli squadristi fascisti fu ampiamente affrontata e così risolta negli anni del dopoguerra. “Altra cosa – hanno concluso i due esponenti del Pd- riguarda la lotta politica contro le nuove forme del fascismo, l’impegno politico e culturale per valorizzare i principi, la memoria e l’attualità dell’antifascismo e della democrazia. Anche contro i vari revisionismi che mirano ad assolvere la tragedia in cui il nostro Paese e l’Europa furono portati dal fascismo e dal nazismo. Questo è il compito che intendiamo svolgere e che ci compete pienamente, nelle istituzioni, nella politica e nella battaglia delle idee. Ed è con questa posizione che affronteremo la discussione sui documenti che verranno presentati all’attenzione del Consiglio Comunale”. (lb)