Federculture, il presidente Bieber (Pd): "Serve un nuovo Rinascimento culturale"
“Il rapporto annuale di Federculture, per rigore, precisione e la profondità delle analisi in esso contenute, rappresenta uno strumento conoscitivo e di lavoro per tutti coloro che operano nel settore della cultura e quindi nella società”. Lo ha detto il presidente della commissione cultura di Palazzo Vecchio Leonardo Bieber che questo pomeriggio ha aperto nel Salone dei Duecento la presentazione del VII Rapporto annuale Federculture 2010 “La cultura serve al presente, creatività e conoscenza per il benessere sociale e il futuro del Paese”. Durante l’incontro moderato dal direttore del Corriere Fiorentino Paolo Ermini hanno partecipato oltre al presidente Bieber, Roberto Grossi, Presidente Federculture, l’assessore alla cultura del Comune Giuliano da Empoli, Cristina Scaletti assessore alla Cultura Regione Toscana, Carla Fracci assessore alla Cultura Provincia Firenze, Michele Gremigni Presidente Ente Cassa di Risparmio di Firenze, il coordinatore dell’Estate Fiorentina Riccardo Ventrella e l’artista Giacomo Costa.“E’ necessario – ha detto Bieber- ripristinare le risorse finanziarie, ricostruire la legittimazione dell’investimento pubblico accanto a quello privato e riportare la cultura al centro delle strategie nazionali”. Bieber ha spiegato “i segnali positivi che, a dispetto della crisi, arrivano sulla fruizione culturale che cresce nel 2010 con in testa il teatro che registra un incremento del 13,5% rispetto al 2009 seguito dalla musica classica con un aumento del 5,9%; la spesa delle famiglie italiane per la cultura e lo spettacolo continua a rappresentare circa il 7% della loro spesa totale e fra il 1999 e il 2009 in termini assoluti è aumentata del 24,3%, nonostante che l'attrattività dell'Italia sia precipitata al 12° posto del Country Brand Indez 2010”. La crisi - ha proseguito Bieber - si è fatta sentire anche sul fronte degli investimenti privati per la cultura: diminuiscono le sponsorizzazioni (-30 %), le erogazioni delle fondazioni bancarie (-20,5%) le donazioni delle imprese (-7%). Il problema non sono solo le mancanze di risorse pubbliche che in Italia sono sempre troppo basse rispetto ad altri Paesi Europei (ad esempio in Francia s'investono 46 € all'anno per ogni cittadino contro 20 € in Italia) ma anche la mancanze di prospettive e progettualità a lungo respiro, in grado di uscire da una logica di emergenza"."Servono quindi non solo più soldi ma anche riforme strutturali importanti (defiscalizzazione, agevolazioni per industria creativa, etc…) che riconoscano le professionalità e valorizzino i beni culturali; serve cioè un nuovo Rinascimento culturale che rimettano le persone al centro dell’attenzione e sappia creare nuove opportunità, nuove offerte culturali in grado di fare da volano alla crescita economica, sociale e democratica del Paese”. (lb)