Notte Bianca, al via domani con la Lectio magistralis di Maurizio Ferraris a Palazzo Vecchio

Il filosofo parlerà sul tema ‘Anima e iPad'

La lunga maratona di 12 ore di eventi no stop della Notte Bianca di domani comincia idealmente a Palazzo Vecchio alle 18, con una lectio magistralis del filosofo Maurizio Ferraris dal titolo “Anima e iPad”.
“Che cosa c’entra l’anima con l’iPad? In apparenza, niente - anticipa Ferraris -. La prima è quella fitta di rimorso che ci avvisa che siamo vivi e coscienti, il secondo è l’assoluto tecnologico del momento. La prima la conosciamo, almeno di nome, da millenni, il secondo non c’era un paio d’anni fa, e forse fra pochi anni ci chiederemo: ‘iPad, chi era costui?’. Tuttavia, questa strana coppia ha una affinità profonda, e la tecnica, come in un corteo, porta alla ribalta una moltitudine di cose antichissime. Quali? Anzitutto la scrittura. Tanto l’anima quanto l’iPad hanno memoria da vendere e sono dei blocchi su cui si legge, si scrive e si archivia. Sì, perché non solo il ‘pad’ di iPad ci ricorda il blocco di carta gialla e rigata resoci familiare dai legal thriller, ma la più antica immagine dell’anima, da Platone e Freud, è stata quella della tavoletta di cera, gialla anche lei, la tabula su cui si scrive e si cancella. Questa scrittura, dentro e fuori della mente, è l’origine della coscienza e del mondo sociale”.
“Perché la scrittura - continua - è insieme la base della realtà sociale (è impossibile pensare a una società senza una qualche forma di memoria, dal rito al computer passando per l’archivio e il portafogli) e la base della nostra coscienza e del nostro pensiero, il cui spettro peggiore è proprio l’Alzheimer, la perdita della memoria vissuta come perdita del pensiero. Ecco perché la grande svolta tecnologica che ha caratterizzato gli ultimi trent’anni ha riguardato proprio la scrittura, e il suo emblema è oggi l’iPad”.
“Anima e iPad sono dunque gemelli - conclude -. E l’iPad, che quando è spento, con il suo schermo lucido, può servire come specchio per pettinarsi o rifarsi il trucco, quando è acceso, con la sua memoria attivata, diviene letteralmente lo specchio dell’anima”.
Maurizio Ferraris (http://www.labont.it/ferraris) è professore ordinario di Filosofia teoretica all’università di Torino, dove dirige il LabOnt (Laboratorio di ontologia). È editorialista di “La Repubblica”, direttore della “Rivista di Estetica” e condirettore di “Critique” e della “Revue francophone d’esthétique”. Fellow della Italian Academy for Advanced Studies in America e della Alexander von Humboldt Stiftung, Directeur d’études al Collège International de Philosophie, visiting professor alla Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi e in altre università europee e americane, ha scritto una quarantina di libri tradotti in varie lingue, tra cui Storia dell’ermeneutica (1988), Estetica razionale (1997), Dove sei? Ontologia del telefonino (2005, Premio filosofico Castiglioncello) e Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce (2009). Alla sua carriera è stato conferito nel 2008 il Premio Filosofico “Viaggio a Siracusa”, e il suo ultimo libro è Filosofia per dame (Guanda 2011).
(edl)