Dalle nuove tecnologie un'arma in più per la lotta alla contraffazione
Nuove tecnologie al servizio del mondo della moda. E non solo nel campo della ricerca di nuovi materiali o di innovazioni nel campo dei processi di sviluppo, produzione e distribuzione del prodotto. Anche la quotidiana lotta alla contraffazione potrà contare presto su un’arma in più. Il laboratorio LogisLab dell’Università di Firenze, in collaborazione con alcune griffes internazionali della moda, e con il gruppo di ricerca Area Design della Facoltà di Architettura sta lavorando allo sviluppo di una metodologia innovativa denominata “Design for Authenticity, o DxA". Si tratta di uno strumento di valutazione dell’intera filiera che ha l’obiettivo di prevenire la possibilità di contraffazione del prodotto finito analizzando il ciclo di realizzazione dello stesso a partire dalle fasi di design e passando attraverso le scelta dei materiali e del packaging allo scopo di creare la massima integrazione di tutti gli aspetti che contribuiscono alla garanzia dell’originalità verso il cliente finale. Al termine della fase di valutazione l’azienda è quindi in grado di comprendere quali fasi della propria filiera sono più facilmente attaccabili e quali sono gli strumenti e le tecnologie in grado di proteggere al meglio il brand.
Il progetto viene presentato nel pomeriggio nel corso di una tavola rotonda (dal titolo “STAI, un approccio multi tecnico nella lotta alla contraffazione” dalle 17 presso il Salone Brunelleschi) nell’ambito del convegno “it4fashion” in corso oggi al Palagio di Parte Guelfa. L’evento, che approfondisce le tematiche legate all’informazione e alla comunicazione (Information and Comunication Technology ICT), è frutto della collaborazione tra l’assessorato alla Moda del Comune di Firenze, guidato da Elisabetta Cianfanelli e il laboratorio di ricerca dell’università fiorentina LogisLab (presso il Pin Polo universitario città di Prato), diretto da Rinaldo Rinaldi e da anni coinvolto in progetti di studio a fianco delle più importanti aziende del sistema moda.
Si tratta di una giornata dedicata alla presentazione, attraverso storie di successo, dei più importanti strumenti di informazione e comunicazione utilizzati dalle più importanti griffes del mondo della moda a supporto dei propri processi aziendali, dalla fase di sviluppo e design fino a quella di distribuzione al punto vendita o direttamente al cliente finale. E la risposta degli addetti ai lavori non si è fatta attendere. Sono state quasi 400 le richieste di iscrizione al convegno (tra cui 32 aziende di abbigliamento, 5 di calzature e 28 di pelletteria) e stamani il Salone Brunelleschi del Palagio di Parte Guelfa era particolarmente affollato.
“Questo appuntamento rappresenta una importante occasione per fare il punto dello stato dell’arte e soprattutto per presentare il futuro del sistema moda nel XXI secolo – ha dichiarato l’assessore Cianfanelli nel suo saluto ai partecipanti –. Da anni Firenze, anche grazie al lavoro del LogisLab, è attiva nel campo della ricerca sulla logistica applicata al sistema moda. E non si tratta di un caso: nell’area vasta fiorentina infatti è presente un’importante fetta del sistema della moda e della manifattura del nostro paese. Nel attuale momento di crisi economica, in cui sembra per il sistema moda di vedere alcuni accenni di ripresa, riflettere su temi come le tecnologie digitali applicate alla produzione e il recupero dell’artigianalità del prodotto quale valore aggiunto diventa particolarmente importante. E lo sviluppo futuro va verso un prodotto nuovo totalmente tracciato grazie a un sistema che non prevede non solo innovazione logistica ma anche sistema di fidelizzazione del cliente. Il packaging, attraverso tecnologie di identificazione incorporate, diventa infatti un nuovo elemento di conoscenza e di usabilità del prodotto”.
In concreto al convegno fiorentino una ventina tra le principali aziende del sistema moda (da Patrizia Pepe a Salvatore Ferragamo, da Braccialini a Luxottica, da Diesel, a Guess, da G&P a Imax, da Monnalisa a Harmont & Blaine) presenteranno una serie di applicazioni di tecnologie e soluzioni ICT ai loro processi con funzionalità assai diverse ma tutte orientate a migliorarne la competitività sui mercati e il livello di servizio verso i propri clienti. Si spazia da strumenti che mirano a proteggere la proprietà intellettuale dei singoli brand dalla contraffazione e dagli effetti del mercato parallelo, fino a soluzioni che implementano nuovi modelli di business basati sulla cosiddetta “shop experience”. Nel mezzo poi una nutrita serie di applicazioni che aiutano le aziende a controllare e gestire al meglio tutti i processi della filiera a partire dalla fase iniziale di concepimento del prodotto per concludersi con il controllo della fase di distribuzione sui propri canali di vendita e talvolta anche dopo, con la gestione della fase di after-sale. In un questo contesto risultano inoltre sempre più importanti gli strumenti di informazione e comunicazione a supporto di tutto il ciclo di vita del prodotto. I sistemi PLM sono in grado oggigiorno di porre in relazione gli uffici di progettazione con le altri fasi della produzione e della distribuzione, agevolando una riduzione del time-to-market ed una miglior risposta al mercato. Molto diffusi in settori dell’industria tradizione, nel mondo del fashion il PLM sta assumendo sempre più un ruolo importante. “La panoramica delle soluzioni è molto ampia – ha sottolineato Rinaldi responsabile scientifico dell’evento – ma è possibile trovare una chiave di lettura unificatrice nelle diverse esperienze presentate. Si tratta dell’applicazione da parte di tutte le aziende di approccio sistemico ed organico all’implementazione della soluzione cercata. In tutto questo è possibile scorgere il forte legame tra il mondo della ricerca, rappresentato dal laboratorio LogisLab dell’Università di Firenze e le aziende che sempre più spesso ricorrono a questi per lo sviluppo dei propri progetti, consapevoli che per quanto le tecnologie possano essere ‘patrimonio comune’ non esiste una soluzione ‘buona per tutti’ (o come si usa dire ‘no one fits all’)”.
Per informazioni www.it4fashion.org
(mf)