Torselli e Totaro (PdL): "Preoccupante il clima di odio politico che si respira in città. Invitiamo le istituzioni a rompere il silenzio e le forze politiche di sinistra a non cercare vantaggi in questa situazione"

"I giovani di destra minacciati ed aggrediti quasi quotidianamente, mentre compaiono simboli delle br sui muri e manifesti che inneggiano all'omicidio politico". Scatarzi (Giovane Italia - Casaggì): "Non cadremo nelle loro vergognose provocazioni"

“Siamo oggettivamente preoccupati per il clima di odio politico che in questi ultimi giorni si respira in città. Prima le polemiche sul ricordo del filosofo Giovanni Gentile, poi le scritte minatorie all’alba del 25 aprile e adesso perfino dei manifesti affissi che inneggiano esplicitamente all’omicidio politico, deridendo la figura di Sergio Ramelli, giovanissimo militante del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975 da elementi dell’estrema sinistra a colpi di chiave inglese. Una serie di gesti intollerabili che richiamano alla mente gli anni più bui della storia della nostra repubblica”. Questo il commento del consigliere comunale del PdL Francesco Torselli e del Senatore Achille Totaro che, insieme, hanno organizzato per il prossimo lunedì 2 maggio un convegno all’Hotel Mediterraneo di Firenze, proprio in ricordo di Sergio Ramelli a 36 anni dal suo omicidio.
“Senza considerare – spiegano Torselli e Totaro – le innumerevoli minacce che ogni giorno vengono fatte nei confronti dei giovani militanti di Casaggì e della Giovane Italia. Proprio un mese fa, nel corso di una manifestazione antifascista organizzata dai centri sociali fiorentini, alcuni militanti di Casaggì e Giovane Italia furono riconosciuti ed aggrediti mentre si trovavano a transitare in pieno giorno con la loro automobile: l’auto presa a calci e pugni ed i finestrini frantumati a colpi di catene. Il tutto nel bel mezzo del traffico ed accompagnato, poche ore dopo dalla solita scritta ‘oggi l’automobile, domani il cranio’ rivolta ai ragazzi di destra”.
“Gli anni di piombo e delle violenza politica – proseguono i due esponenti del PdL – sono una parentesi della storia d’Italia che tutte le forze democratiche dovrebbero apertamente condannare e ritenere concluso. Non possiamo accettare che vi sia qualcuno, oggi, che si comporta come se fossimo ancora nel ’77 e che sta tentando con ogni mezzo di riportare in auge quel periodo”.
“Quando sui muri leggiamo ogni giorno frasi come ‘uccidere un fascista non è reato’ – dichiarano ancora Torselli e Totaro – e vediamo comparire simboli delle Brigate Rosse con inquietante frequenza, crediamo di essere di fronte ad una situazione, alla luce anche degli ultimi arresti effettuati in città, assolutamente da non sottovalutare. Ecco perché crediamo sia venuto il momento che le istituzioni cittadine facciano sentire la loro voce, che non può limitarsi ad una mera condanna delle minacce ad personam. Il dibattito politico può accendersi in qualsiasi momento ed i toni possono anche alzarsi su certe questioni, ma la condanna della violenza e della minaccia dell’avversario come strumento di confronto deve essere condannata in maniera inequivocabile da tutte le forze politiche. Pur credendo fermamente nella libertà di espressione crediamo che chi affigge un volantino per offendere la memoria di un ragazzo di 18 anni a cui è stata spaccata la testa a colpi di chiave inglese solo perché appartenente ad una forza politica di destra, non meriti alcuna tutela e nessuna giustificazione”.
“Se nella città che ha conosciuto da vicino la follia omicida delle BR addirittura contro un suo Sindaco, vi sono ancora delle sacche di militanza politica – fanno sapere i due esponenti del PdL – che si fregiano di slogan e simboli appartenenti a quell’esperienza terroristica e credono di poter agire indisturbate nel minacciare ed aggredire giovani che scelgono di militare nelle organizzazioni giovanili vicine al PdL, occorre lo sforzo di tutti per isolare questi elementi e chiudere i luoghi dove essi si ritrovano”.
“Lunedì prossimo – concludono Torselli e Totaro – saremo all’Hotel Mediterraneo per un convegno in ricordo di Sergio Ramelli che servirà anche come momento di condanna assoluta di questo perfido clima di intolleranza ed odio politico che si sta respirando a Firenze. Ci auguriamo che a nessuno, a sinistra, venga in mente di poter trarre vantaggi politici da queste situazioni, così come invitiamo il Sindaco e la Giunta Comunale a prendere una posizione di netta condanna verso chi si è macchiato di questi folli richiami alla violenza politica. Un bel gesto, in tal senso, potrebbe essere quello di intitolare una strada, una piazza o un giardino di Firenze a Sergio Ramelli ed a tutte le vittime della violenza politica degli anni di piombo”.
Sull'argomento è intervenuto anche Marco Scatarzi, Presidente fiorentino della Giovane Italia e responsabile di Casaggì: "Negli ultimi giorni la sede di Piazza Alberti, che stiamo usando temporaneamente in attesa che i lavori di ristrutturazione ci consentano di inaugurare il nuovo spazio, è stata presa d'assalto cinque volte. Sono comparse scritte minatorie con nomi, cognomi e indirizzi dei nostri militanti, stelle a cinque punte, incitamenti all'odio e alla violenza. Il solito metodo, che pare essere l'unico, di azione della sinistra radicale. La leggerezza con la quale ci si richiama all'omicidio politico è a dir poco assurda per più motivi: il primo è che a portarla avanti sono giovani di estrazione borghese che giocano alla rivoluzione proletaria e che la notte rincasano nelle ville di Settignano tra maggiordomi e piscine; il secondo è che queste stesse persone, nella prassi politica quotidiana, si riempiono la bocca di parole come 'libertà, diritti e giustizia', per poi esaltare l'assassinio vile e infame di un diciottenne senza colpa. La stessa leggerezza, invece, non è concessa alle istituzioni, che hanno già chiuso gli occhi troppi volte di fronte alla prevaricazione dei soliti noti, che certamente si ripeterà nei prossimi giorni, come da copione. Ci aspettiamo nette prese di distanza da parte di tutti i partiti, come imporrebbe il buon senso. All'odio di pochi si contrapponga la lucidità dei tanti che non hanno alcuna voglia di vedere violati i principi della libertà di espressione e del diritto alla vita, alla parola e alla libera circolazione delle idee".

(fdr)