1° Maggio, il vicesindaco Nardella a Bonanni: "Disponibili al confronto, ma noi la concertazione l'abbiamo fatta"

“Sul 1° Maggio cogliamo positivamente l’appello di Bonanni ed esprimiamo la nostra assoluta disponibilità al confronto. Confronto che del resto non è mai mancato nei 18 mesi di concertazione con i sindacati proprio sul tema degli orari del commercio, e che ci ha portato a chiudere un accordo di area vasta, unico in Toscana, tra i Comuni delle Provincie di Firenze, Prato e Pistoia”. E’ quanto risponde il vicesindaco Dario Nardella al segretario generale della Cisl, che oggi aveva chiesto ai sindaci di Firenze e Milano “di aprire un tavolo sull’apertura dei negozi nelle festività di tutto l’anno”.
Nardella ricorda che “i sei mesi dedicati alla concertazione locale hanno portato ad un’intesa sul 90% del testo dell’ordinanza emessa, ad esclusione sostanzialmente dell’unica questione relativa alle aperture del 1° Maggio. Il sindaco Renzi ha anche avanzato proposte concrete per garantire i lavoratori del commercio in questa data, prospettando anche nuove opportunità occupazionali attraverso il lavoro interinale. La risposta è stata sempre la stessa, senza alcuna controproposta: e quando un sindacato risponde con un no secco o peggio con uno sciopero, rinuncia al proprio lavoro di mediazione”. Dunque “è proprio per questo motivo e in assenza di un accordo – sottolinea Nardella - che l’amministrazione ha il dovere di assumere delle decisioni”. Il vicesindaco aggiunge che le parole di Bonanni “sono assolutamente positive, ma in aperto contrasto con la decisione di scioperare annunciata dai sindacati fiorentini. Nonostante Firenze, come afferma proprio il segretario della Cisl, sia una città turistica con un centro frequentatissimo”. “Quello che ci chiediamo è perchè mai a Firenze lavorare il 1° maggio rappresenti una violazione dei diritti dei lavoratori, mentre in altre località esistono addirittura accordi tra le parti per lavorare in questa data. Non vorremmo che una scelta puramente amministrativa diventasse occasione per creare inutili e dannose polemiche politiche”.
 

(ag)