Occupata e subito sgomberata la struttura del Fosso Mancinante
Hanno tentato di occupare lo stabile del Fosso Macinante. Ma l'intervento di Polizia Municipale, Carabinieri e Polizia di Stato, coadiuvati da operatori dei servizi sociali, li ha convinti a desistere. Si tratta di un gruppo di eritrei e somali (in tutto una sessantina) che questa mattina, intorno alle 11, sono entrati nella palazzina dell'ex medicina sportiva alle Cascine con l'obiettivo di prendere possesso della struttura. Il pronto intervento della Polizia Municipale, avvisata dai Carabinieri, ha impedito che il blitz si trasformasse in una vera occupazione: una parte degli occupanti infatti si è subito allontanata tanto che all'arrivo della Digos, e dei servizi sociali le persone presenti erano una quarantina (tutti adulti). Dopo una breve mediazione, anche gli altri occupanti hanno deciso di abbandonare lo stabile.
“Come Amministrazione non tollereremo altre occupazioni abusive – dichiara l'assessore alle politiche sociosanitarie Stefania Saccardi – soprattutto in un momento in cui stiamo cercando di risolvere le situazioni già esistentiin modo pacifico. Non siamo disposti ad essere ricattati e ad ogni tentativo di occupazione reagiremo con decisione. Per questo ringrazio il prefetto Paolo Padoin, il questore Francesco Zonno, il comandante provinciale dei Carabinieri Emanuele Saltalamacchia oltre al comandante della Polizia Municipale Antonella Manzione per il pronto intervento che ha reso possibile l'immediata soluzione della vicenda odierna”.
Entrando nel merito, l'assessore Saccardi ricorda che “per i richiedenti asilo e rifugiati eritrei e somali l'Amministrazione mette a disposizione quasi 200 posti di accoglienza di qualità. Offriamo anche corsi di italiano e di formazione perché alla fine del percorso possano trovare la loro strada. Ma non possiamo certamente mantenere le persone nelle strutture a vita”. L'assessore Saccardi precisa inoltre che “nessuno degli occupanti ha avuto un trattamento di favore, soltanto cinque persone sono state accompagnate all'Albergo Popolare per le loro precarie condizioni di salute”. (mf)