25 Aprile, Bonifazi (Pd) : "Simbolo della rinascita democratica del nostro Paese e della fine del fascismo, fase drammatica e vergognosa della nostra storia"
Questo l'intervento del capogruppo del Pd Francesco Bonifazi:
"Ringrazio il vicesindaco Nardella per la sua comunicazione sul 25 aprile. Una comunicazione che condividiamo nei contenuti e che consideriamo assai opportuna in rapporto anche alle riflessioni più generali sulla nostra storia e sul futuro che vogliamo e che siamo invitati a fare quest’anno, nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia. In questo contesto il 25 APRILE rappresenta la data simbolo della rinascita democratica del nostro Paese, della nostra Italia contemporanea, dell’Italia repubblicana, della Costituzione. Con il 25 aprile 1945 si chiuse una fase drammatica e anche vergognosa della nostra storia nazionale: il fascismo italiano aveva soppresso le libertà fondamentali, istituito i Tribunali Speciali per perseguire gli oppositori, sciolto il Parlamento, distrutto ogni forma di opposizione, eliminato l’elettività delle cariche pubbliche, scatenato un’aggressiva e brutale politica coloniale, introdotto le leggi razziali, costruito i suoi campi di concentramento, portato l’Italia nella Seconda Guerra Mondiale a fianco della Germania nazista. La sconfitta del fascismo, grazie alla Resistenza e agli Alleati, ci riportò nell’alveo dell’Europa e della democrazia. Direi anche della modernità, così come era stato nel 1861 con la conquista dell’Unità. Firenze, città medaglia d’oro al valor militare, fu capace di dare un grande ed originale contributo alla nuova Italia democratica. L’antifascismo fiorentino e la Resistenza liberarono la città prima dell’ingresso degli Alleati e ricostituirono autonomamente i nuovi poteri civili ed istituzionali. Da alcuni anni è attivo un revisionismo storico che tende ad attenuare, talvolta ad oscurare del tutto, le responsabilità del fascismo, a circoscriverne gli errori e gli orrori, ad equiparare, anche attraverso proposte di legge, i partigiani ed i cosiddetti “ragazzi di Salò”. Sono iniziative che devono essere respinte, che negano la storia e ostacolano la necessità di una memoria civile e democratica del nostro Paese. Fu Norberto Bobbio ad intuire per primo la strumentalità di questo modo di vedere le cose quando pose per primo l’interrogativo di che cosa sarebbe successo se invece della Resistenza e degli Alleati avessero vinto i “ragazzi di Salò” e la Germania di Hitler. Siamo convinti che sarebbe stato uguale? Ecco, quindi, perché vediamo sempre con preoccupazione ogni tentativo di riscrivere la storia ad uso politico, occultando le responsabilità e la verità. In questo contesto leggiamo e respingiamo anche la proposta di disegno di legge presentata da un gruppo di senatori del PdL, tra cui anche un condannato a due anni per attività eversiva, per cancellare dalla Costituzione il divieto di ricostituzione del Partito Nazionale Fascista. Prendiamo atto che questa iniziativa ha provocato una diffusa reazione negativa, anche all’interno del PdL e da parte dello stesso Presidente del Senato. Ci auguriamo che questa disegno di legge venga subito ritirato. Dobbiamo invece constatare, con stupore e amarezza, che qui a Firenze, il vicepresidente vicario del Consiglio Comunale, che ricopre quindi un ruolo istituzionale di rappresentanza di tutto il Consiglio, ha espresso con comunicati stampa e dichiarazioni ai giornali una sostanziale condivisione di questa iniziativa e si è rivolto in modo offensivo verso l’ANPI, la più rappresentativa associazione dei partigiani. Il nostro gruppo vuole esprimere il suo più netto dissenso nei confronti delle dichiarazioni del vicepresidente vicario. Consideriamo le sue posizioni gravi, offensive nei confronti di coloro che allora combatterono per la libertà e di coloro che ancora oggi sono impegnati a trasmettere la memoria della lotta di Liberazione e del tragico tributo di sangue e di sacrifici che questa comportò in Italia e a Firenze. Lei, signor vicepresidente, con le sue dichiarazioni si è dimenticato, ed è grave, del suo ruolo istituzionale che Le impone di rappresentare il Consiglio Comunale di Firenze, città medaglia d’oro della Resistenza, e che dovrebbe indurlo a comprendere la grande sensibilità che questa città coltiva nei confronti della Costituzione, della democrazia e dell’antifascismo. Abbiamo quindi ritenuto, insieme a tanti altri gruppi consiliari, di esprimere questo nostro dissenso anche nell’ordine del giorno presentato e ci auguriamo ancora che Lei possa riflettere e rivedere profondamente le sue posizioni, nella forma e nei contenuti. Altrimenti, abbia la coerenza di trarre le opportune conseguenze".
(lb)