Economia del territorio, De Zordo: "L'economia etica e solidale guarda al futuro"

Questo l’intervento della consigliera Ornella De Zordo (perUnaltracittà)

“Vorrei introdurre nel dibattito l'ottica di chi ritiene che sia l'economia etica e solidale a rappresentare il futuro e a salvarci. Il consumismo sfrenato e lo sviluppo inteso come crescita quantitativa stanno creando danni irreversibili al pianeta. Questo ormai lo sappiamo; la domanda e': quali gli effetti sul nostro territorio e come si puo' reagire?
Il tessuto imprenditoriale fiorentino e' costituito da medie, piccole e micro imprese e il contesto internazionale oggi non favorisce questo tipo di tessuto visto che esternalizzazioni, disgregazione, sfruttamento spingono sempre piu' verso monopoli globali facendo accumulare la ricchezza del pianeta nelle mani di un'oligarchia economica sempre piu' ristretta e potente. In questo contesto si possono pero' attivare i politiche in controtendenza. Innanzi tutto una politica economica che freni subito i fenomeni di esternalizzazione e di sfruttamento di risorse, favorendo le imprese che si certificano per responsabilita' sociale e ambientale. Si puo' favorire la nascita di un nuovo sistema economico basato su solidarieta' e consumo critico coefficienti quei distretti di economia solidale (laboratori di sperimentazione civica, economica, sociale) che e' il modello alternativo a quello neoliberista. Dei distretti fanno parte tutte le realta' coinvolte: le imprese, i consumatori, i lavoratori, gli enti locali che intendono favorire questa linea economica, le associazioni e i centri di ricerca che operano nell'economia solidale. L'amministrazione comunale puo' e deve favorire l'attivazione di questa rete economica solidale sostenendo attivazione di servizi comuni, facilitando l'accesso a strutture e luoghi in cui praticare l'economia solidale, utilizzando beni e servizi da loro prodotti.
Molte le iniziative concrete da sostenere, la promozione di un marchio Made in Firenze sociale e solidale, di progetti di cooperazione decentrata con paesi in via di sviluppo, di acquisti consapevoli e sostenibili - per esempio i GAS, le banche del tempo, banche etiche, commercio equo, di politiche fiscali e tariffarie che favoriscono consumi critici, di ricerca scientifica in campo ambientale. Sarebbe importante in questo contesto bloccare la creazione di nuovi centri commerciali favorendo la nascita di punti di vendita di prodotti a filiera corta e di centri socio-commerciali naturali e la nascita di piccoli negozi e delle botteghe artigiane, come anche innovare sostituendo le macchinette distributrici di bevande e merende e lanciando il progetto 'last minute market'.
Insomma un'altra economia e' possibile e le idee non mancano. Come sempre e' questione di cultura e di scelte politiche”.

(fdr)