Minuto di silenzio in consiglio comunale per i 250 profughi scomparsi nel Canale di Sicilia

L'intervento della consigliera del Pd Francesca Chiavacci

Ecco l'intervento della consigliera del Partito democratico Francesca Chiavacci al quale è seguito un minuto di silenzio del consiglio comunale per le vittime disperse al largo di Lampedusa. (lb)

"Presidente, colleghi,
come avete visto i consiglieri del Partito Democratico oggi hanno tutti un drappo nero in segno di lutto. Lo portiamo perchè vogliamo ricordare la tragedia avvenuta qualche giorno fa nel Canale di Sicilia, con un bilancio molto pesante: 250 dispersi, tra cui donne e bambini, solo una cinquantina i superstiti. Chiediamo all'aula di osservare un minuto di silenzio, così come è avvenuto nell'aula della Camera dei Deputati il giorno successivo al naufragio.
Per Sabato prossimo alcuni movimenti e gruppi di cittadini hanno proposto, e raccogliamo quella proposta dando la nostra adesione, una manifestazione che si svolgerà da piazza poggi a piazza Signoria alle 18.30 , per condividere un momento di lutto e ribadire che i flussi migratori non possono essere semplicemente e crudelmente respinti.
Pare che su quel barcone fossero in 300, provenienti da 9 paesi.
Che si fosse fatta una colletta pari a 400 dollari a testa per comprare viaggio e un navigatore con la rotta programmata.
Perchè di questo si sta parlando. Uomini e donne che viaggiano in mare guidati solo da un gps, senza l'ombra di un marinaio.

Coloro che sfidano il mare in queste condizioni sono persone e popoli in fuga, profughi di guerre e vessazioni, talmente disperati da mettere a repentaglio la vita propria e quella dei propri figli, o di imbarcarsi con bimbi ancora in grembo. Perchè evidentemente questa follia, in questo come in altri casi pagata con la morte, resta comunque una alternativa migliore delle condizioni di vita nei propri paese: la Libia, il Corno d'Africa, la Somalia, il Gabon, la Nigeria, la Costa d'Avorio, il Ciad, il Sudan, il Bangladesh (questi sono i nove paesi da cui provenivano quelle persone, quegli esseri umani..)
Quella tragedia ci deve far interrogare su quanto il nostro Paese, e oggi ancora di più tutta l'Europa stiano smarrendo il senso di umanità, che è presupposto di ogni democrazia.
Quelle morti non sono frutto del caso.
C'è una responsabilità collettiva delle nostre società e una, più pesante, di chi ricopre ruoli istituzionali e ha il potere di produrre, con le proprie scelte, conseguenze concrete sulla vita delle persone.
E' vero, il nostro Governo e il nostro Presidente del Consiglio hanno espresso grande dolore e lutto per questa tragedia,
Ma non si può dimenticare che per la prima volta Il 6 maggio 2009, in virtù del trattato di amicizia italo-libico ratificato nel febbraio dello stesso anno, dopo che per decenni le navi italiane avevano soccorso i migranti anche fuori dalle acque territoriali, il nostro Paese respinse 3 barche con 227 persone a bordo, cancellando d’un colpo il principio di non respingimento previsto dell’art.33 della Convenzione di Ginevra sul diritto d’asilo. Quei 227 provenivano dal Corno d’Africa, la stessa regione da cui prevenivano alcune delle persone che hanno perso la vita nella tragedia dell'altro giorno.
Profughi secondo la rappresentazione di oggi, ma clandestini da rimandare nelle mani dei loro aguzzini secondo quanto affermato dal nostro Governo.
Non si può dimenticare che mentre in questi giorni si invoca l'intervento dell'Unione Europea e addirittura si minaccia di uscirne perchè quell'intervento non c'è (e provocando così anche la preoccupata reazione del presidente Napolitano), questo governo non ha mai nascosto il suo scetticismo nei confronti di quelle istituzioni.

Non possiamo nemmeno dimenticare la proposta giunta ieri dal Ministro per la semplificazione normativa Calderoli di procedere al ritiro di una parte delle nostre truppe in Libano per difendere i nostri confini contro l'arrivo di nuovi profughi.

Ecco. di fronte a tutto a questo crediamo che non si possa continuare a trattare questi fenomeni migratori con ostilità. Sono maturi i tempi per pensare e mettere in pratica politiche che salvaguardino sicurezza e accoglienza. Serve scacciare una volta per tutte la paura, e i fantasmi del nemico e degli invasori.

Continueremo a chiedere al nostro Governo, come ha fatto la nostra Regione, come ha fatto il nostro Comune, di impegnarsi concretamente per promuovere la cultura e la pratica dell'accoglienza, per ribadire che la gente che arriva dal mare nel nostro paese, rimangono sempre, oggi, ieri e domani, esseri umani".
 

 

(lb)