Torselli, Cellai e Alessandri (PdL): "Niente di scandaloso nel DDL presentato al Senato sulla XII disposizione transitoria"

"La sinistra e l'Anpi non perdono mai l'occasione per rinvigorire l'odio e le divisioni che hanno lacerato il paese per oltre mezzo secolo"

Questo l’intervento dei Consiglieri Comunali del PdL Francesco Torselli, Stefano Alessandri e Jacopo Cellai:

“La Costituzione, così come la storia, non è un simulacro intoccabile. L’una deve rinnovare il patto che ne garantisce la vitalità cogliendo i cambiamenti della nazione della quale è la carta fondamentale, l’altra deve sapere rivedere i propri giudizi attraverso la ricerca. Tutto ciò si chiama revisionismo. Che a destra è un valore e a sinistra una bestemmia. Ecco perché, senza addentrarci in sterili polemiche, che lasciamo volentieri ai dischi rotti dell’Anpi e dei ‘religiosi’ dell’antifascismo, non vediamo nessun attacco alla Costituzione nell’iniziativa di legge dei cinque senatori del PdL, tra i quali il nostro concittadino Achille Totaro, che hanno chiesto l’abolizione della XII Norma Transitoria e Finale della Costituzione, peraltro già in parte abolita per permettere il rientro dei discendenti maschi di casa Savoia in Italia, passaggio questo che già a suo tempo suscitò la solita levata di scudi da parte dei paladini dell’antifascismo i quali forse temevano un ritorno della monarchia nel nostro paese.
E anacronistici furono allora, come anacronistici sono oggi che, probabilmente alla ricerca di qualche riga sui giornali, si stracciano le vesti gridando alla ricostituzione di un nuovo Partito Fascista.
Polemiche strumentali e ridicole, che purtroppo però mostrano il vero volto di chi si appropria di parole d’ordine condivise, come ‘libertà’ e ‘democrazia’, per proseguire in quell’opera di diffusione di odio e divisioni che hanno lacerato il nostro paese per oltre mezzo secolo.
A noi, nati oltre trent’anni dopo la fine della guerra, il fascismo non ha mai fatto paura, anzi siamo sempre stati pronti a criticarne gli sbagli e gli orrori, così come a riconoscerne i meriti e le conquiste. E tutto questo senza mai mettere in dubbio il nostro sentirci figli d’Italia e di quella Costituzione che ne sancisce i valori fondanti.
La nostra storia politica, fatta di passione e di amore per le istituzioni democratiche nelle quali oggi siamo eletti, è una storia politica di chi ha sempre ricercato la pacificazione nazionale ed il superamento dell’odio ideologico. Notiamo purtroppo che a sinistra c’è ancora chi non perde mai l’occasione per acuire le divisioni e seminare odio. Odio che, purtroppo, a volte finisce per dare origine a manifestazioni di violenza e di intolleranza che, guarda caso, non giungono mai dalla nostra parte politica”. (fdr)