Scomparsa Giovanni Nannini, Di Puccio (Misto): "Un talento grande e umile, testimone della Firenze popolare"

Il consigliere: "Nonostante il Fiorino d'Oro ricevuto nel 2004, non fu valorizzato adeguatamente"

Questo il ricordo  e il cordoglio del consigliere del gruppo Misto Stefano Di Puccio che nel 2002 conobbe personalmente Giovanni Nannini.

"Se ne è andato anche Giovanni Nannini, era l’ultimo Stenterello vivente, sicuramente il più grande attore del vernacolo fiorentino, testimone di una Firenze verace, quella del popolino, della povera gente con i problemi della vita di tutti giorni, ma testimone anche di tematiche più importanti che nel corso della sua lunga carriera, nelle sue commedie ha saputo affrontare seriamente con la sua innata comicità: temi come la Resistenza, l’Anarchia,e le lotte politiche degli operai della Galileo. Un talento naturale stimato e apprezzato anche dai grandi e riconosciuti interpreti del cinema italiano come Totò, Zeffirelli, Pieraccioni, ma nonostante il Fiorino d’Oro che il sindaco Domenici volle assegnargli nel 2004, forse non è stato valorizzato e apprezzato adeguatamente nella sua Firenze.
Al di là della retorica vorrei davvero ricordare con un aneddoto questo grande fiorentino, grande per il suo talento ma soprattutto per la sua umiltà, ho avuto l’onore ed il piacere di conoscerlo nel 2002 quando lo portai in piazza della Passera con una sua commedia “Il mestiere di ridere”di cui Vinicio Gioli era autore. Fu una memorabile serata di settembre, con la piazzetta gremita di gente e lui mi ringraziò tanto per avergli dato l’occasione di recitare in piazza nella sua San Frediano. La cosa mi imbarazzò tantissimo, ero io che mi sentivo in debito per aver coronato un sogno: qualche anno prima Franco Zeffirelli che era a Firenze per girare “Un the con Mussolini” al tavolo del mio ristorante mi disse : “Stefano questa piazzetta è un palcoscenico naturale devi riportare il vernacolo qui in piazza perché è da qui che nasce”. Era il 1998"

 

(lb)